Marco Bresolin per “la Stampa”
nigel farage
Ci sono due fotografie che legano Nigel Farage all' Italia. Nella prima, scattata il 28 maggio del 2014 in un ristorante del centro di Bruxelles, lo storico leader dello Ukip è a pranzo con Beppe Grillo per sancire la nuova alleanza europea. Nella seconda, un selfie del 13 marzo scorso nei corridoi dell'Europarlamento di Strasburgo, l'uomo-simbolo della Brexit posa sorridente con Matteo Salvini per festeggiare i risultati del voto in Italia. Ora il Movimento 5 Stelle e la Lega stanno per battezzare un governo di cui Farage si sente un po' il padrino politico.
grillo farage
Le daranno un ministero?
«Ah ah ah Non si sa mai...».
Scherzi a parte, come vede questa intesa?
«È senza dubbio il miglior scenario possibile. Sono veramente felice per le notizie che mi arrivano dall'Italia. La mattina dopo le elezioni, visti i risultati, avevo subito espresso il mio desiderio: una maggioranza formata da Lega e Cinque Stelle».
nigel farage al voto
Magari in grado di portare l'Italia fuori dall' euro?
«La gente ha votato M5S e Lega perché vuole il cambiamento. L'euro non è stato una cosa positiva per voi. Questo è abbastanza chiaro ed entrambi i partiti lo hanno capito. Il nuovo governo agirà per difendere gli interessi nazionali».
Però, soprattutto sull'Europa, recentemente il M5S ha ammorbidito la sua linea.
«Io ricordo dichiarazioni di Beppe Grillo sempre marcatamente euroscettiche».
Lei conosce il M5S da vicino, al Parlamento Ue siete nello stesso gruppo. Un rapporto con alti e bassi
donald trump nigel farage
«Devo dire che c'è una buona cooperazione. Su alcune cose ci siamo trovati d'accordo, su altre no. Ma questo non ci ha impedito di lavorare bene. E se i Cinque Stelle sono stati capaci di andare d'accordo con lo Ukip a Bruxelles, sono sicuro che faranno lo stesso con la Lega a Roma».
Però un anno fa avevano cercato di unirsi ai liberali
«Fu un grave errore. Ma è stato superato in fretta».
Quindi non vede possibile un'alleanza tra il M5S e Macron nella prossima legislatura?
«Possono farlo, se vogliono disintegrarsi ».
FARAGE E JUNCKER
Come sarà accolto il governo giallo-verde a Bruxelles?
«Sicuramente i "non eletti" capi di Bruxelles non saranno contenti. Così come non sono stati contenti degli sviluppi che ci sono stati in altri Paesi europei. Ma il risultato italiano non è un fatto eccezionale. C' è già stato un cambiamento in Austria, una conferma per Orban in Ungheria. In Europa stanno succedendo cose. Che piaccia o no a Bruxelles, l' Italia rappresenta un trend che attraversa l' intero continente».
giovane farage
Una spinta in grado di far collassare l' Ue?
«Il modello proposto da quelli come Tusk o Juncker - che vogliono un'Europa sempre più centralizzata, che sottrae sovranità agli Stati - sta dimostrando il suo fallimento. I cittadini lo stanno respingendo. A Bruxelles devono fare una scelta: o riconoscono questo malessere oppure l'Ue collasserà».
Eppure la vittoria di Macron in Francia aveva portato un vento di speranza tra gli europeisti.
«Dopo la Brexit, Macron è stata l'unica eccezione. Ma un'eccezione, appunto. Non la regola. Dopo il nostro referendum c'è stata l' elezione di Trump, il voto in Germania, in Austria, in Italia, in Ungheria. Ripeto: se Bruxelles non inizia a dare più autonomia ai suoi Stati, si sgretolerà».
GRILLO E FARAGE
Ma un'Europa divisa è più debole sul palcoscenico mondiale e, soprattutto in questa fase, rischia di rimanere schiacciata.
«Non sono affatto d'accordo. L'Ue è una struttura totalmente errata. E infatti gli elettori la stanno respingendo. I Paesi possono e devono cooperare strettamente su molti temi, ma per farlo non servono né una bandiera, né un inno, né un esercito e neppure un governo non eletto a Bruxelles».
Nel 2019 ci saranno le elezioni europee: avremo una maggioranza euroscettica?
«I cittadini ha espresso un voto in questa direzione alle elezioni nazionali, credo ci siano ancor più possibilità che lo facciano alle Europee. Il voto sarà una grande occasione per riportare al centro della scena gli Stati nazione e mettere fine a quella creazione artificiale che è Bruxelles.
JUNCKER TUSK
Personalmente sono molto impaziente di vedere come andrà a finire. Devo ammettere che un po' mi mancheranno le elezioni, perché per la prima volta dal 1994 non sarò candidato... ».
Magari la vedremo fare campagna in qualche altro Stato a sostegno dei suoi alleati. In Italia per esempio
«Non ho ancora deciso, ma mi riservo questa possibilità (ride, molto; ndr)».