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    NON AVETE CAPITO UNA MAZZA SU COME VIENE ELETTO IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI? ECCO LA GUIDA PER CAPIRCI QUALCOSA - OGNUNO DEI 50 STATI DEGLI USA HA UN NUMERO DI GRANDI ELETTORI PROPORZIONALE ALLA POPOLAZIONE (IN TOTALE SONO 538): QUANDO I CITTADINI VOTANO STANNO IN REALTÀ SCEGLIENDO I GRANDI ELETTORI, CHE POI DESIGNERANNO IL CANDIDATO PRESIDENTE CHE HA VINTO IL VOTO POPOLARE NELLO STATO DI CUI SONO RAPPRESENTANTI - CHI TRA TRUMP O HARRIS RICEVERÀ ALMENO 270 "PUNTI", VINCERÀ LE ELEZIONI...


     
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    USA: COME SI VOTA E COME SI ELEGGE IL PRESIDENTE 

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    (LaPresse) - Il 5 novembre negli Usa è l'Election Day. Circa 244 milioni di americani sono chiamati a eleggere il 47esimo presidente, che assumerà la carica a gennaio 2025 per un mandato quadriennale. Ma gli elettori non dovranno solo scegliere tra l'attuale vicepresidente democratica Kamala Harris e l'ex presidente repubblicano Donald Trump, si vota anche per il rinnovamento completo dei 435 membri della Camera dei rappresentanti e per 34 membri su 100 del Senato.

     

    ELEZIONE INDIRETTA E GRANDI ELETTORI.

    Il sistema di elezione presidenziale negli Stati Uniti è indiretto. I cittadini non votano direttamente per il presidente, ma eleggono i grandi elettori, che successivamente voteranno per il candidato presidenziale. Ogni Stato ha un numero di grandi elettori proporzionale alla sua popolazione. In tutto sono 538, numero che deriva dal totale dei rappresentanti del Congresso (435 più a00) a cui si aggiungono i 3 rappresentati del Distretto di Columbia, dove si trova Washington.

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    Per vincere, un candidato deve ottenere almeno 270 voti, con ciascuno Stato che assegna i voti in base alla regola del 'winner-take-all' (il vincitore prende tutto), eccetto Nebraska e Maine, dove è in vigore un sistema misto. Se nessun candidato ottiene i 270 voti necessari, il voto si sposta alla Camera dei Rappresentanti, dove ogni stato esprime un unico voto. Questo tipo di elezione è raro, l'ultimo caso risale al 1837. Il Senato sceglie invece il vicepresidente con un voto individuale.

     

    IL PESO DEL VOTO POPOLARE.

    Il voto popolare non determina direttamente il vincitore, e questo sistema può portare a esiti in cui il candidato con più voti a livello nazionale non vince. Esempi recenti sono le elezioni del 2000, quando George W. Bush sconfisse Al Gore, e del 2016, quando Trump vinse contro Hillary Clinton pur avendo meno voti popolari.

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    PERCHÉ SI VOTA IL MARTEDÌ.

    L'Election Day americano è fissato per legge il martedì dopo il primo lunedì di novembre. Questo calendario, istituito nel 1845, ha origini agricole: novembre è un mese meno impegnativo per il mondo rurale e il martedì permetteva agli elettori di raggiungere i seggi senza interferire con il giorno di culto (domenica) o con il giorno di mercato (mercoledì).

     

    VOTO IN PRESENZA, ANTICIPATO E POSTALE.

    Oltre al voto in presenza all'Election Day, i cittadini americani possono scegliere di votare in anticipo o per posta. Occorre avere almeno 18 anni, tutti gli stati tranne il North Dakota richiedono la registrazione degli elettori, con metodi e scadenze che variano da stato a stato.

     

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    L'early voting e il mail voting mirano a facilitare l'accesso al voto e a evitare il sovraccarico dei seggi e del sistema postale il giorno dell'elezione. Ogni stato decide autonomamente la data di inizio per il voto postale, alcuni accettano schede arrivate anche dopo l’Election Day, purché siano state inviate entro il 5 novembre, e questo può portare problematiche e ritardi nel conteggio.

     

    QUANDO ARRIVANO I RISULTATI.

    Il nome del vincitore si potrebbe sapere già la notte del 5 novembre quando inizieranno ad arrivare i primi risultati, ma non necessariamente. Gli stati hanno cinque settimane di tempo dopo il giorno delle elezioni, quindi fino all’11 dicembre, per risolvere eventuali controversie legate alle elezioni, in vista della riunione del Collegio elettorale dei grandi elettori che si terrà il 17 dicembre. Il 6 gennaio 2025 avviene il conteggio ufficiale dei voti durante una sessione congiunta del Congresso e il presidente del Senato annuncerà i risultati delle elezioni. Il vincitore entrerà alla Casa Bianca il Giorno dell’inaugurazione, l’Inauguration Day, il 20 gennaio 2025, per un mandato di quattro anni.

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    GLI STATI IN BILICO.

    Mentre alcuni stati sono storicamente roccaforti repubblicane o democratiche, gli stati in bilico tra i due partiti, noti come swing states, spesso decidono chi vincerà la presidenza. Per il 2024 i principali stati in bilico includono Pennsylvania e Wisconsin, dove nel 2020 Joe Biden ha vinto con un margine ristretto; Michigan, parte della 'Rust Belt'; Georgia, Stato del sud tradizionalmente repubblicano che ha sorpreso nel 2020 passando ai Democratici; Arizona, che nel 2020 ha fatto il salto verso i Democratici; Nevada e North Carolina.

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