Francesco Malfetano per "il Messaggero"
GIUSEPPE CONTE CON ENRICO LETTA
Scricchiola ancora l'asse giallorosso. E a metterlo in discussione stavolta è proprio Giuseppe Conte. Mentre continuano a rincorrersi le voci su una possibile seconda vita del suo Movimento con un ritorno alle origini (e all'opposizione), e mentre tiene banco ancora la sospensione dello statuto (con tutto il carrozzone di forse che porta con sé), piombando ieri in Senato, il leader 5S ha picconato i contorni della già poco definita intesa con il Partito Democratico.
LETTA RENZI
«Possiamo anche parlare di politiche astratte, come la questione del campo largo, ma se questo significa solo confrontarsi su politiche annacquate allora noi non ci stiamo» ha chiarito. Dichiarazioni pesanti, specie perché arrivano quando sul salario minimo e sul Mes i toni degli alleati iniziano a farsi aspri.
Ma soprattutto perché arrivate a poche ore dall'evidente spaccatura che si è consumata con i dem durante il voto sul conflitto d'attribuzione per Matteo Renzi sul caso Open: il Pd si è schierato a favore, mentre il M5S ha espresso un parere contrario. E infatti l'avvocato del popolo non ha fatto mancare una cannonata sul punto: «I politici hanno dei percorsi preferenziali? Cosa fanno, sollevano un conflitto di attribuzione?
enrico letta giuseppe conte matteo salvini matteo renzi meme by carlo
Dicono che i pm hanno violato la Costituzione? Se questo è il campo largo non ci interessa». Per poi, appena prima di scattare un selfie con un giovane rider di passaggio, concludere con una stoccata a Matteo Renzi: «M5S isolato? Siamo col paese».
IL CAMPO
Così anche se dal Nazareno non enfatizzano e si limitano a commentare con un «pazienza e costruzione», sul campo il terreno comune a cui sta faticosamente lavorando il segretario dem Enrico Letta sembra restringersi di giorno in giorno. E se per il Pd l'alternativa ai 5S potrebbe essere un'intesa (da costruire) con Azione-PiùEuropa, Italia Viva e forse una parte di Coraggio Italia, il piano dei pentastellati sembra differente.
beppe grillo giuseppe conte
«Vuole avere le mani libere» spiega infatti un parlamentare 5S della prima ora. «Alla lunga arriverà allo strappo con il Pd». L'allusione è a Conte che pare sempre più tentato dal provare a recuperare le istanze identitarie che portarono il Movimento ad essere il primo partito nel 2018. Una strategia che, comprendendo prima la rottura con il Pd e poi un graduale allontanamento dal governo di Mario Draghi, spingerebbe fuori i dimaiani dai 5S e riporterebbe in piazza anche il pasionario Alessandro Di Battista.
enrico letta e giuseppe conte 1
«Un nuovo Movimento creato in laboratorio» abbozza un senatore. Conte, non a caso, sta mettendo a ferro e fuoco tutto per tenersi vicini i suoi fedelissimi nell'organigramma dei cinquestelle. Una macchina potenzialmente perfetta nelle intenzioni del leader che però, è appesa al Tribunale di Napoli.
lorenzo borre
L'istanza di sospensione dello statuto contiano che ha decapitato il Movimento un mese fa, sarà valutata il prossimo 1 marzo. Ma non è detto si arrivi ad una soluzione, anzi. Non solo perché i giudici potrebbero prendere tempo quanto perché le decisioni del leader - mai davvero digerite da Beppe Grillo - sarebbero state poco oculate. A sostenerlo Lorenzo Borrè, l'avvocato dei grillini napoletani che hanno impantanato i 5S.
enrico letta e giuseppe conte 2
«Di dieci cose fatte te n'è riuscita mezza E dove c'è uno strappo non metti mai una pezza...» commenta ironico citando Jovanotti e paragonando lo stato del M5S a quello del Titanic, specie dopo la convocazione dell'assemblea degli iscritti già annunciata da Conte per l'11 e il 12 marzo.
Il passaggio serve ai 5S per chiedere l'accesso ai benefici del finanziamento del 2xmille, ma anche per ripetere la votazione dello scorso agosto quando gli iscritti votarono il nuovo Statuto di Conte e il conseguente cambio di governance, da quella collegiale a quella unica che consegnò all'attuale Presidente la leadership del Movimento. Al voto però andranno solo gli iscritti al M5S da più di 6 mesi, proprio la modalità che ha convinto i giudici a decidere la sospensione di uno Statuto adottato senza il quorum richiesto.
davide casaleggio enrica sabatini
Tant' è che sull'offensiva giudiziaria spara a zero anche la socia di Rousseau, Enrica Sabatini. «Da avvocato del popolo Giuseppe Conte rischia di diventare un imputato del popolo» commenta «Lady Rousseau», sbarcata a Roma con il compagno Davide Casaleggio che, martedì, si è anche recato a Montecitorio per incontrare alcuni parlamentari 5S, scatenando lo sdegno proprio di Conte.
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giuseppe conte enrico letta giuseppe conte