FRAUKE PETRY

Danilo Taino per il “Corriere della Sera”

Frauke Petry ha ragione: non è giusto definirla xenofoba e antidemocratica. Anche i movimenti nuovi e magari sgradevoli hanno diritto ai distinguo, persino alle sfumature, nonostante loro preferiscano l' accetta.

La leader di Alternative für Deutschland (AfD) sta proponendo soluzioni illiberali, questo è fuori discussione, a una parte della popolazione tedesca che ha paura dei profughi anche se li ha visti solo in televisione, che ha l' impressione di pagare sempre per le cicale europee, che non vede salire i propri redditi. E che magari è convinta che la Nazione tedesca sia in pericolo.

La signora Petry, però, non è una fascista. È una donna di 41 anni, tipicamente tedesca: come molte sue connazionali ha radici famigliari tradizionali, genitori impegnati nell' ingegneria e nella chimica, specialità che hanno fatto grande la Germania; lei stessa ha un dottorato in chimica; ha quattro figli; è divorziata ma ha mantenuto il cognome del primo marito (come Angela Kasner in Merkel); ha una nuova relazione con un dirigente del suo partito; è stata imprenditrice a Lipsia e vive in Sassonia, ha insomma legami con la ex Germania Est, nonostante sia nata in Vestfalia.

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E da tedesca ritiene di sapere meglio dei vecchi partiti e dell' establishment cosa i tedeschi vogliono. Ieri, dopo la vittoria alle elezioni nel Meclemburgo-Cispomerania (anche qui Germania Est) che hanno visto l' AfD secondo partito, ha detto che «Angela Merkel si rovescia da sola», con ciò intendendo che la cancelliera non è al passo con la società e con gli elettori, quindi è destinata a perdere.

L' idea di essere i soli interpreti e difensori del popolo è piuttosto caratteristica dei populismi illiberali di destra e di sinistra che non riconoscono legittimità morale agli avversari politici. Frau Doktor Petry ci crede davvero, pensa che l' AfD sia la forza che salverà la Germania dalla perdita d' identità causata dai politici tradizionali, dagli europeisti, dagli imprenditori che guardano la Cina e l' America Latina, dalle teste d' uovo nelle università.

FRAUKE PETRY

Prende disagi reali, critica errori veri fatti dai governi e dalla Ue per impastarli in soluzioni semplici e a suo parere popolari. Il risultato è che prende voti ma il suo partito è un caos di partecipanti e di idee.
 

L' AfD nasce sostanzialmente su un programma anti-euro durante la crisi finanziaria.
Poi, attraverso lotte intestine, colpi di mano, abbandoni, viene scalato dagli attuali dirigenti, alcuni decisamente xenofobi, altri, come Frauke Petry, duri ma dai toni concilianti. Il risultato è oggi un movimento che si caratterizza quasi esclusivamente per le battaglie sull' immigrazione, con sfumature che vanno dalla protesta generica all' intollerante: niente moschee, tetti al numero di rifugiati, sparare ai profughi in casi estremi e via dicendo.
 

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Per il resto, ha un programma che chiede di difendere nelle istituzioni i valori tradizionali della Germania, mette in discussione l' Europa, guarda con interesse a Vladimir Putin. Un pasticcio. Attorno al quale mobilita cittadini insoddisfatti e spaventati del futuro; simpatizzanti di Pegida, un altro movimento anti-immigrati; neonazisti; elettori di lingua russa.
 

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Ieri, ha detto che più del 90% dei profughi arrivati in Germania sono clandestini, nel senso che non hanno titoli per chiedere asilo. Questa - ha aggiunto - assieme alla battaglia contro l' euro e per la sicurezza interna sarà la piattaforma con la quale l' AfD andrà alle elezioni dell' autunno 2017.

Sicuramente, il partito entrerà al Bundestag. Con che forza è tutto da vedere: al momento, i sondaggi lo danno tra il 10 e il 14%. Frau Doktor Petry è confusa e illiberale, non fascista: la Germania è comunque lontana dal consegnarle il potere.

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