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    NON DIRE GATTO SE NON CE L’HAI NEL… SARCOFAGO - UN TEAM DI RICERCATORI HA SCANNERIZZATO L’INTERNO DI UNA MUMMIA DI GATTO CONSERVATA AL MUSEO DI BELLE ARTI DI RENNES E HA RITROVATO AL SUO INTERNO UNA SORTA DI PUPAZZO RIPIENO DI RESTI OSSEI DI DIVERSI FELINI E UN GOMITOLO DI FILO CHE FUNGEVA DA TESTA – PER GLI ESPERTI QUESTO SFATA IL MITO DEI GATTI CONSIDERATI SACRI PER GLI EGIZI VISTO CHE…


     
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    Estratto dell’articolo di Noemi Penna per www.lastampa.it

     

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    Cosa ci sarà mai dentro una mummia di gatto egizia? Quella che potrebbe essere una domanda banale, ha avuto una risposta tutt’altro che scontata. Questo perché un team di ricercatori ha scannerizzato e digitalizzato l’interno di una mummia di gatto conservata al Museo di Belle Arti di Rennes e ha ritrovato al suo interno l’inaspettato.

    Quella che pensavano essere il corpo di gatto mummificato in realtà era una sorta di pupazzo ripieno di resti ossei di diversi felini e con un gomitolo di filo che fungeva da testa. E per far vedere a tutti il contenuto, ora è stata creata anche una copia in resina dell’interno della mummia, che verrà esposta nel museo francese accanto all’originale.

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    “Questo ci fa capire che forse i gatti non erano così sacri per gli Egizi rispetto a come ci piace pensare”, afferma Divina Centore, egittologa del Museo Egizio di Torino. L’esperta ha spiegato a La Zampa che “non è così inusuale” scannerizzare una mummia e “non trovare all’interno il corpo per intero”. “Abbiamo condotto un progetto di ricerca specifico sulle oltre 200 mummie animali e gli oltre 40 sarcofagi della collezione del nostro museo, sottoponendoli a Tac e datazione al carbonio-14. C’è stato un vero e proprio boom del culto degli animali fra i 664 e il 332 avanti Cristo e questi reperti avevano diversi significati. Dalle scansioni abbiamo potuto vedere i corpi mummificati sotto i bendaggi, ma capita spesso di trovare solo una parte del corpo, alcune ossa o piume, rappresentative del tutto".

     

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    Nel caso di Rennes, questa mummia di gatto “a birillo” potrebbe essere non tanto una contraffazione quanto “un messaggero per una divinità”. Come spiega l’egittologa, “mentre nelle tombe possiamo trovare mummie di animali d’affezione, e in quel caso al loro interno troveremo l’animale intero, in alcuni casi eviscerato e mummificato come i corpi umani, non è raro trovare questo genere di mummie come doni per la divinità. Se volevo avere la benevolenza della dea Bastet, donna con il volto da gatto, simbolo della vita, dell’amore e della grazia, le avrei portato in dono un animale che la rappresentava”.

     

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    E dato che a chiedere i favori degli dei erano anche quelli che non si sarebbero mai potuti permettere una vera mummificazione, possiamo anche ipotizzare che venissero create queste mummie animali contenenti “degli elementi rappresentati, come delle ossa, usando poi come riempitivo materiali naturali o di altro utilizzo". O forse "la domanda di mummie animali era troppo alta e questa era una soluzione per soddisfare tutti”. Ecco perché “il gomitolo di filo al posto della testa - per quanto possa sembrare inusuale - non è così sorprendente”.

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