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    IL CINEMA DEI GIUSTI - ANCHE SE SIAMO LONTANI DAI FILM SULLA MALA MARSIGLIESE, NON È NIENTE MALE QUESTO “FRENCH CONNECTION”, NUOVO POLIZIOTTESCO ULTRAREALISTICO AMBIENTATO NEGLI ANNI’ 70 DI CÉDRIC JIMENEZ


     
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    Marco Giusti per Dagospia

    French Connection di Ce?dric Jimenez French Connection di Ce?dric Jimenez

     

    Marsiglia anni ’70, la mala italiana, i corsi, i giudici inflessibili, i poliziotti corrotti, i ministri, le auto, gli occhialoni. Che bellezza! Devo dire che, anche se siamo lontani dai grandi film sulla mala marsigliese di quarant’anni fa, e ci mancano certe facce di protagonisti e caratteristi, da Belmondo-Delon a Marcel Bozzuffi, Michel Constantin, Frederic De Pasquale ma anche le partecipazioni italiane del poliziottesco, non è niente male questo nuovo polar ultrarealistico ambientato negli anni’70, French Connection, nell’edizione originale solo La French, opera seconda del marsigliese Cédric Jimenenz, prodotto da Ilan Goldman, figlio del produttore di Borsalino, e pensato proprio come rivisitazione di un periodo d’oro del cinema poliziesco francese legato alla mala marsigliese.

    French Connection di Ce?dric Jimenez French Connection di Ce?dric Jimenez

     

    Un po’ come ridare vita ai film di Maurizio Merli sui poliziotti scomodi, insomma. In questo caso la storia è quello del giudice Pierre Michel, interpretato dal superpiacione Jean Dujardin, che lotta contro la mala marsigliese che è sotto il controllo di Tani Zampa, interpretato da un altro superpiacione del nuovo cinema di genere francese, Gilles Lellouche.

     

    French Connection di Ce?dric Jimenez French Connection di Ce?dric Jimenez

    Zampa vende l’eroina e la coca in America, come ben sapevamo dai tempi del capolavoro di William Friedkin Il braccio violento della legge, che si chiamava in realtà già The French Connection, e porta avanti il business quasi indisturbato fino ai primi anni ’80, quando si scontra con un altro gangster, Le Fou, interpretato da Benoit Magimel, e partirà una violentissima guerra tra clan in quel di Marsiglia.

     

    I personaggi e la situazione hanno dato vita a molti film, a cominciare da Le juge, del 1984, interpretato da Jacques Perrin nel ruolo di Pierre Michel, ma va detto che i film più belli sulla mala marsigliese del tempo sono quelli dei primissimi anni ’70, Il clan dei marsigliesi con Jean-Paul Belmondo, Michel Constantin, Claudia Cardinali e i nostri Luciano Catenacci e Aldo Bufi Landi, Contratto marsigliese di Robert Parrish con Michael Caine, James Mason e Marcel Bozzuffi, senza scordare ovviamente il film di Friedkin e il grandioso sequel diretto da John Frankenheimer.

     

    French Connection di Ce?dric Jimenez French Connection di Ce?dric Jimenez

    Anche se Dujardin e Lellouche ce la mettono tutta per fare i duri in quel di Marsiglia, e hanno delle belle donne a loro fianco, come Céline Sallette e Mélanie Doutey, va detto che quello che manca al film non è né l’ispirazione né la ricostruzione storica, anzi, c’è anche un grande uso del repertorio tv e della musica del tempo, quanto i piccoli e medi attori degli anni ’70 che riempivano i polar francesi e i poliziotteschi nostrani.

     

    Come in Italia, non è facile neanche in Francia ricostruire un genere popolare che produceva decine e decine di film all’anno e che era popolato di facce e di presenze ben riconoscibili. Ma riconosciamo a Cédric Jimenez, che ha scritto il film assieme a Audrey Diwan, e al produttore Ivan Goldman, che ha racimolato 26 milioni di euro per il film, un gran lavoro di recupero di un genere che anche per i francesi sembra ormai lontano.

     

    French Connection di Ce?dric Jimenez French Connection di Ce?dric Jimenez

    Ripescano per l’occasione anche il logo anni ’70 della Gaumont che farà un certo effetto ai cinéphiles più antichi, per non parlare di una finale della Coppa di Francia tra Marseille e Bastia che i gangster vedono alla tv o il momento delle elezioni di François Mitterand, che portò per la prima volta un socialista al potere.

     

    Dujardin vola in moto per le strade di Marsiglia, mentre Lellouche beve solo acqua minerale Vittel. Se qualcuno della banda gli obietta, “Ma vuoi qualcosa di più forte? Ti farebbe bene…”, piglia d’acido e lo gonfia di botte. Gran divertimento. E finalone a sorpresa con una canzone famosa di Townes Van Zandt. Non si bene perché. Distribuisce una nuova società, la CamiMovie, legati a Medusa. In sala dal 26 marzo. 

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