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DAGOREPORT
La "tagliola" che ha mandato a ramengo il Ddl Zan è solo l'ultimo dei problemi in casa Pd. La vittoria alle amministrative ha inebriato il Nazareno, galvanizzato i lettiani di complemento ma dietro i tappi di champagne prendono forma le prime rogne.
nicola zingaretti enrico letta
I sindaci dem vincitori - Beppe Sala a Milano, Matteo Lepore a Bologna, Gaetano Manfredi a Napoli, Stefano Lo Russo a Torino - hanno già provveduto a mettere insieme le rispettive giunte. Chi è in cosmico ritardo? Quel merluzzone lesso di Roberto Gualtieri a Roma.
massimo d'alema con roberto gualtieri
Come dago-anticipato, una settimana fa Enrico Letta aveva consigliato a Gualtieri di non tendere l'orecchio alle solite sirene che, a elezioni vinte, hanno iniziato a elemosinare incarichi, prebende e poltrone. Gli aveva "consigliato" di non ascoltare le richieste delle correnti del Pd, in modo particolare quelle recapitate da Zingaretti e dal suo ex nume, Massimo D'Alema.
zingaretti gualtieri
Gualtieri non deve essere stato coriaceo, forse non ha fatto muro, magari si è lasciato confondere e stordire. Fatto sta che a quasi dieci giorni dal ballottaggio, non ha ancora formato la sua squadra. Letta non vuole che la città-simbolo del trionfo Pd si inceppi al primo ostacolo e ha dato a Gualtieri una "dead line" precisa: non oltre il primo novembre. Il neo-sindaco, con quel bel faccione da assaggiatore di caciocavallo, ha opposto le sue ragioni: "E' complicato, Enrico, bisogna trovare l'equilibrio".
MAURIZIO VENAFRO
Ma gli "addetti ai livori" leggono dietro questi "ritardi" un sommovimento che ha inquietato Letta. Sono in molti alla Pisana, sede della Regione Lazio, che sperano di fare il bagaglio per trasferirsi in Campidoglio da Gualtieri e mettere il sederino in sicurezza. Come Maurizio Venafro, ex capo di Gabinetto di Zingaretti, che punta alla direzione dell'Auditorium o alla guida della società di eventi, Zètema.
draghi franceschini
La ragione di questa "transumanza" dalla Regione verso il Campidoglio fu Raggi è che la permanenza di Zingaretti non è più così scontata. Il suo secondo mandato scadrà nel 2023 ma già ora l'ex segretario del Pd si sta guardando intorno. Sta ragionando persino sulla possibilità di candidarsi alle suppletive per la Camera dei deputati per il seggio che Gualtieri libererà a breve. E i suoi uomini, che hanno fiutato l'aria, stanno provando a ricollocarsi nell'amministrazione "amica" che si è insediata al Comune.
conte franceschini
Non solo. Al Nazareno è scoppiata un'altra patatona bollente: i mal di pancia di Su-Dario Franceschini. Il ministro della Cultura non è entusiasta del governo Draghi. Nel passaggio da Peppiniello Conte a SuperMario ci ha rimesso alla grande, in termini di influenza politica e posizione di potere. Con Conte era capodelegazione al governo del Pd, aveva in mano anche il Turismo (oltre ai Beni culturali) ed era molto ascoltato a palazzo Chigi.
franceschini di biase fuortes
Draghi, invece, l'ha messo ai margini. Non ha chiesto il suo parere neanche per la nomina di Carlo Fuortes in Rai e l'ha preso a pesci in faccia in Consiglio dei ministri quando Su-Dario ha chiesto di reintrodurre i fondi per la ristrutturazione delle facciate e Mario pio è sbottato: "Adesso basta! Le risorse sono finite, ministro".
abbraccio enrico letta nicola zingaretti
Franceschini, per ritorsione, si è messo a fare il Pierino nelle riunioni del consiglio dei ministri. E come se non bastasse, ha iniziato a brigare per un’alleanza con la corrente di Zingaretti per realizzare il suo grande sogno: ascendere al Quirinale. Chissà se la sua smisurata ambizione finirà per confliggere, e soffriggere, con i piani di Enrico Letta…
LETTA FRANCESCHINI