Simone Cosimi per “www.repubblica.it”
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Boom di aggressioni e scippi a Barcellona. Obiettivo prediletto dei ladri: i turisti. I tanti, per alcuni forse troppi, turisti che approdano ogni anno nel capoluogo catalano, meta letteralmente esplosa a partire dal 1990. Se all’epoca erano appena 1,7 milioni all’anno, 27 anni più tardi sono diventati quasi nove milioni stando solo a chi pernotta in hotel a cui, come vedremo, vanno aggiunti crocieristi e chi si organizza in case e appartamenti privati.
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Lo scorso mercoledì il consolato degli Stati Uniti della seconda città spagnola ha infatti pubblicato un avviso rivolto ai visitatori americani rispetto all’“aumento dei delitti violenti” verificatosi questa estate e ha consigliato loro di non sfoggiare beni di valore, gioielli e orologi mentre visitano la metropoli di Antoni Gaudí, passeggiano sulla rambla o gustano una paella. Il quadro è talmente grave che molti cittadini si sono organizzati in “ronde” contro i furti, orientate a sensibilizzare i turisti e a tenerli al sicuro.
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O almeno a provarci, costringendo i sospettati a lasciare i vagoni e le stazioni a suon di fischi, urla e insulti. Non tutti, insomma, sembrano odiare l’invasione di massa come accade per esempio a Maiorca, dove pochi giorni fa un gruppo di estremisti catalani ha sfregiato le auto noleggiate dai visitatori, rei di intossicare le Baleari con i loro veicoli in affitto.
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Diversi altri fatti di cronaca confermano in effetti una situazione tesa, che approfitta del roboante turismo di Barcellona e mette a rischio l’immagine così attraente che ne ha decretato il successo negli ultimi vent’anni, proiettandola fra le mete evergreen praticamente per tutto l’anno grazie a un mix fatto di arte e architettura, cucina, calore e voli low-cost.
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Per esempio, l’ambasciatore dell’Afghanistan in Spagna è stato aggredito e derubato dell’orologio, la famiglia reale del Qatar beffata in albergo per beni da 100mila euro mentre una donna francese di 91 anni è stata ricoverata dopo una caduta provocata da uno scippo: i ladri le hanno strappato una collana.
Non solo. Da giugno si contano in città otto omicidi, una dozzina allargando lo sguardo all’inizio dell’anno: una cifra piuttosto rara certo non del tutto da collegare a questa fiammata che ha per obiettivo principale i turisti. Fatto sta che una funzionaria sudcoreana è morta a causa delle ferite subite durante una rapina.
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E altri quattro turisti tedeschi sono finiti in ospedale lo scorso fine settimana dopo essere stati aggrediti sulla spiaggia di Barceloneta da una gang di balordi. Tanto che il quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung ha accusato Barcellona con un titolo molto forte, “città di ladroni”, raccontando di oltre 40 denunce al giorno per furto.
Dal canto loro le agenzie di viaggi tedesche starebbero distribuendo avvisi e opuscoli ai clienti per allertarli dei rischi e consigliare loro come comportarsi nelle stradine del barrio Gotico o del Raval. Non è un caso che la potente associazione cittadina degli albergatori sia molto preoccupata e si sia lamentata più volte delle “gravi mancanze” in materia di sicurezza che possono “danneggiare seriamente la reputazione della città”.
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Dal comune non negano l’emergenza, lo stesso Albert Battle, responsabile della sicurezza, ha riconosciuto una “crisi di sicurezza” anche se ha chiesto di fare un’“analisi seria e responsabile” del fenomeno. Insomma, di non esagerare. Per la polizia, per esempio, i furti sarebbero aumentati del 28% fra 2016 e 2018 e la frequenza delle rapine violente sarebbe in aumento del 31% nella prima metà del 2019.
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Al contrario, omicidi e aggressioni sarebbero in diminuzione dall’inizio dell’anno e il tasso di uccisioni per abitante rimane comunque di molto inferiore a quello di città come Londra, Berlino o Bruxelles. Insomma, secondo l’esperta di politiche di sicurezza Sonia Andolz, “Barcellona resta una città molto sicura. C’è stato un aumento ma non è sufficiente a giustificare l’allarme che si è prodotto”. Probabilmente, però, qualcosa si è rotto negli equilibri cittadini.
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L’esperta collega il fenomeno proprio all’esplosione del turismo, che più volte e in diversi modi - basti ricordare la battaglia contro gli alloggi di Airbnb della sindaca Ada Colau, lanciata addirittura nel 2015 - si è tentato di contenere per evitare invasione e impennata degli affitti.
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Oltre ai dati citati in precedenza e forniti dall’Osservatorio municipale del turismo occorre infatti aggiungere i 2,7 milioni di passeggeri che arrivano in città sulle maxinavi da crociera e 2,4 milioni di inquilini di case e appartamenti turistici, per brevi o medi periodi. Il saldo totale sfiora dunque i 16 milioni di visitatori all’anno. Con tutta la prudenza del caso nel mettere insieme i diversi pezzi rimane tuttavia un altro fatto: il 60% di scippi, furti e rapine si verifica proprio nelle zone più gettonate, dalla città vecchia (che secondo alcuni residenti sarebbe “abbandonata a se stessa”) al quartiere dell’Eixample dove sorge l’incompiuta e affascinante Sagrada Família.
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Colau, accusata di lassismo, si è difesa ricordando l’aumento del budget dedicato alla sicurezza mentre la regione ha schierato più poliziotti, comprese le unità antisommossa (non in realtà non si capisce in che modo possano essere utili a contrastare il microcrimine). Il punto, in Spagna come altrove, è la certezza del diritto: solo un ladro su dieci arrestato per furto con violenza fra 2018 e 2019 è effettivamente finito in carcere.
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Così i cittadini hanno messo in piedi le ronde che girano per i luoghi turistici e la metropolitana con avvisi in diverse lingue: “Vediamo tanta insicurezza, tanta ansia che viene da dirsi: o facciamo qualcosa per recuperare Barcellona o si trasformerà in una metropoli sudamericana” ha spiegato Eliana Guerrero, una colombiana che 12 anni fa ha inaugurato il fenomeno delle “ronde” e da sempre pattuglia la metro cercando di allertare i turisti. Ma come sempre affidarsi al fai-da-te della sicurezza non è la scelta giusta né la più efficace.
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