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     “NON NASCONDO CHE SPERAVO DI FARE MENO” – A ROMA, ALLO STADIO DEI MARMI, IL CAMPIONE OLIMPICO MARCELL JACOBS VINCE I 100 METRI E MASTICA AMARO PER NON ESSERE SCESO SOTTO I 10 SECONDI – “STAMATTINA MI SONO SVEGLIATO SOTTO UN TRENO PER L’ALLERGIA. NON CHE IN GARA ABBIA INFLUITO...” - ASSOLUTAMENTE INSODDISFATTO (E COME NON ESSERLO?) FILIPPO TORTU: HA VINTO SÌ I 200, MA IN 20’’72. “HO SBAGLIATO TUTTO...” – VIDEO


     
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    Piero Mei per “il Messaggero” - Estratti

     

    marcell jacobs stadio dei marmi roma marcell jacobs stadio dei marmi roma

    Jacobs, che vuol rifarsi d'oro, sta costruendosi pepita per pepita: ci va piano. E ci parte piano. Ma va quanto basta per vincere in 10.07 i 100 sprint che hanno ri-inaugurato i Marmi al Foro Italico, uno stadio pieno di bambini e adolescenti, il popolo di Marcell.

     

    Il crono è appena un ritocchino al 10.11 dell'esordio americano a Jacksonville: «Non nascondo che speravo di fare meno» dice, dopo che si è tolto le scarpe fumanti. Respira grosso, ma chiunque dopo una corsa allo spasimo e specie appena scoperta un'allergia che manco sapeva di avere e «stamattina mi sono vegliato sotto un treno. Non che in gara abbia influito» sottolinea. Marcell non cerca scusa: cerca l'angolo giusto per uscire dai blocchi, «in allenamento mi riesce molto di più».

     

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    Cerca di mettere insieme tutti quei dettagli che separatamente pare funzionino bene (lo dice lui, lo guarda Rana Raider, il nuovo coach) ma che poi «devi collegarli». Il famoso amalgama, quello che un presidente di calcio, Massimino, all'allenatore che si giustificava che il Catania non era squadra e mancava l'amalgama, diceva: «E compriamolo questo Amalgama», con la maiuscola perché credeva fosse un calciatore

     

    Marcell lo sa che fra lo scatto e il lanciato ci vuole la connessione, e non la prendi con la fibra veloce ma con le gare: «Ne farò due prima degli Europei, ma il picco di forma, che due in un'estate non puoi averne, dovrò sfoggiarlo a Parigi». «Qui aggiunge volevo divertirmi di nuovo, sentire il calore della gente». Lo ha sentito: c'era la fila allo stand dei suoi gadget che potevi prendere girando gratuitamente la ruota della fortuna. Il «sotto 10 secondi» che tutti gli chiedevano? «Non l'ho fatto, vorrei farlo sempre, come vorrei migliorare sempre e vincere sempre». Diamo tempo al crono.

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    Sembra più tirato, Jacobs: mancanza di amatriciana? «Ma no, in America stessa dieta, anche se gli ingredienti qui sono più buoni». Jacobs ha battuto il gigante Ali, che ha fatto 10.11 («Buono per il ranking, buono per Parigi» diceva il sorridente Chituru) che era di fianco a Marcell e che, diceva, «buona la partenza, buono tutto, ma nel finale mi sono scomposto un po'») e la bella novità Melluzzo, 10.13, suo personale, che bussa alla porta della staffetta e preme il pulsante dell'ascensore per un podio. Assolutamente insoddisfatto (e come non esserlo?) Filippo Tortu: ha vinto sì i 200, ma in 20.72. «Ho sbagliato tutto, devo rivedere la gara».

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