1. MELONI, IL COLLE E L'URGENZA CHE NON C'È
Estratto dell’articolo di Ugo Magri per “La Stampa”
SERGIO MATTARELLA GIORGIA MELONI
Giorgia Meloni ha un'occasione concreta, tangibile per dimostrare che al ruolo del Quirinale tiene davvero, e le sue espressioni di ossequio nei confronti del presidente della Repubblica non sono solo un esercizio retorico.
La premier può, se vuole, dare retta al suggerimento che proprio in queste ore le viene rivolto in via riservata da Sergio Mattarella: mettere un freno all'eccesso di decretazione, rinunciare a qualche provvedimento già annunciato […], la cui urgenza pare giustificata solo ed esclusivamente dalla scadenza elettorale ormai alle porte.
sergio mattarella giorgia meloni
Non è un ultimatum, assicurano dalle parti del Colle, tantomeno una pistola puntata all'indirizzo della premier. […] Semmai si tratta di un appello al buonsenso: se nelle prossime settimane venissero approvati dal governo tutti e cinque i decreti di cui si parla, a cominciare dal mini-condono che Matteo Salvini ha annunciato tra le polemiche dei suoi stessi soci di maggioranza, l'unico risultato tangibile sarebbe quello di ingolfare il Parlamento, di intasarne i lavori.
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Meglio rinunciare a qualche decreto legge, è l'invito del Quirinale; oppure rinviarne due-tre a un secondo momento; o magari accorparli tra loro là dove ciò si rivelasse possibile per affinità di argomenti, evitando di mettere insieme le pere con le mele.
Tra i palazzi sono in corso «interlocuzioni» […] utili e costruttive. I rapporti in fondo sono cordiali, come s'è visto in occasione del recente decreto sull'Agricoltura dove il testo iniziale presentato dal ministro Francesco Lollobrigida è stato modificato in alcuni passaggi critici su input presidenziale, con molta soddisfazione di tutti.
SERGIO MATTARELLA E GIORGIA MELONI
Lo stesso dialogo è stato impostato per i nuovi provvedimenti in cantiere, dunque si spera in un esito altrettanto positivo. Non si vede perché […] dovrebbe finire diversamente. […] Tra l'altro, non è la prima volta che Mattarella sollecita un freno all'eccesso di decreti, né è il primo tra i presidenti della Repubblica. […] Tra i compiti che la Costituzione assegna al capo dello Stato c'è proprio quello di vigilare sui decreti, verificando che abbiano i requisiti di necessità e di urgenza. Nel caso della necessità, la valutazione è politica; contestarla spesso è difficile per non dire impossibile. Ma l'urgenza, perlomeno quella, deve risultare chiara […]
2. DECRETI, DALLA SANITÀ ALLO SPORT LA «SORVEGLIANZA» DEL COLLE SU URGENZA E TESTI OMNIBUS
Estratto dell’articolo di Marzio Breda per il “Corriere della Sera”
SERGIO MATTARELLA GIORGIA MELONI
[…] Ecco qualche traccia sulle «interlocuzioni in corso», secondo l’espressione tratta da un vetusto lessico giuridico e rianimata dal leader 5 Stelle, Giuseppe Conte. In concreto, che cosa significa? Potremmo tradurla con la pratica di collaborazione tra presidenza della Repubblica e governo per segnalare che alcuni punti di una legge ancora in itinere sono minati da una precaria costituzionalità o, nel caso di decreti, dalla mancanza di specifici requisiti, fra i quali la necessità, l’omogeneità e l’urgenza.
Un monitoraggio, diciamo pure un additivo di sorveglianza che, se rimane nelle forme di uno scambio di esperienze tra istituzioni e non si trasforma in minaccia, serve ad appianare situazioni di potenziale conflitto e a tenerle lontane da approdi di crisi.
GIORGIA MELONI - LAURA E SERGIO MATTARELLA
[…] Nel caso di Sergio Mattarella, le interlocuzioni di questi giorni con Palazzo Chigi lasciano intendere una cosa. Fermo restando che il presidente non sta alzando barricate contro il governo (semmai è dentro la stessa maggioranza che, per fratture interne, a volte imputano a lui fisime e rilievi mai espressi) e non intende bloccarne a priori l’azione, dev’essere comunque chiaro che non è un notaio distratto e pronto a firmare tutto.
Dunque, non lascerà passare forzature inaccettabili. Per esempio, i decreti privi di urgenza e certi decreti-monstre, sovraccarichi di norme disomogenee e fra loro estranee, che si sono visti spesso e criticati esplicitamente dal Quirinale all’epoca degli esecutivi Renzi, Conte e Draghi. Stavolta cerca di imporre un colpo di freno, insomma. Con il decreto agricoltura del ministro Lollobrigida, modificato anche con qualche cancellatura, lo schema ha funzionato.