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    NON POTEVA NON SAPERE - BABYSQUILLO, L’INCHIESTA SI ALLARGA: IL PAPPONE SAPEVA CHE LE PROSTITUTE PARIOLINE ERANO MINORENNI


     
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    Da "Repubblica - Edizione Roma"

    «MIrko faceva finta di non sapere che siamo minorenni ». Una nuova rivelazione si aggiunge al pozzo di orrori senza fine dell'inchiesta sulle due baby prostitute dei Parioli. Un'altra mazzata giudiziaria che si abbatte su Mirko Ieni, uno degli arrestati. Ascoltata con l'aiuto di uno psicologo, una delle due ragazzine di 14 e 15 anni ha spiegato che l'uomo in realtà, sapeva benissimo qual' era la loro vera età.

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    «Non ha mai voluto vedere i documenti, come per far capire che andava benissimo così» ha aggiunto l'adolescente. Ieni si era sempre difeso dicendo che, secondo lui, le ragazzine erano già maggiorenni. Una versione a cui magistrati e investigatori non sembrano dare alcun credito. La vittima (top secret assoluto su quale delle due giovani donne abbia parlato) ha anche aggiunto che due o tre clienti, dopo averle incontrate, si erano rifiutati di avere rapporti con loro perché avevano capito che erano troppo giovani.

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    Altri, invece, dopo qualche perplessità iniziale, non si erano tirati indietro. E nel frattempo l'indagine si allarga ad altre imputazioni e altri personaggi già nel mirino. Le due ragazzine erano cadute in un giro piuttosto esteso di prostituzione e di spaccio di droga e chi indaga sta cercando di delineare un traffico di cocaina e di hashish destinato sia alle baby prostitute che ai loro clienti.

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    Quella che, all'inizio, sembrava una vicenda atroce ma ristretta sembra assumere contorni completamente diversi: un'autentica organizzazione criminale. Le ragazzine, infatti, non avrebbero incontrato i clienti solo a Roma ma anche in altre città d'Italia e in particolare a Milano, Bologna e Firenze dove gli sfruttatori avevano alcune basi operative e dove, spesso, "lavoravano" anche altre escort, molte delle quali maggiorenni. In alcune occasioni le due adolescenti (e forse anche altre baby prostitute) sarebbero state ospitate a Ponza su una barca di lusso.

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    «Io e Serena» ha raccontato una delle baby squillo «non spacciavamo ma, a Ponza, abbiamo offerto della coca a due amici che ce l'avevano chiesta». Sullo yacht sarebbero state scattate anche alcune foto hard: «Mi hanno fatto alcune foto, tra cui una con una canna in mano» si legge nei verbali degli interrogatori «un'altra col costume rosso, un'altra ancora senza reggiseno e poi le ho mandate a Mimmo... Ho anche inviato alcune foto a seno nudo ad alcune persone che cercavano un contatto per la prestazione sessuale, le ho spedite col telefonino».

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    E intanto gli inquirenti stanno lavorando anche sugli spostamenti dei clienti: al setaccio, oltre ai contatti telematici sul sito "Bakecaincontri », anche le spese con le carte di credito e i bancomat e gli spostamenti registrati ai caselli autostradali. Le targhe delle auto erano state annotate dai carabinieri durante gli appostamenti ai Parioli e, nei prossimi giorni, scatteranno, a raffica altre convocazioni in caserma.

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