Estratto dell'articolo di Pierfrancesco Carcassi e Alice D'Este per www.corriere.it
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«Conferiamo a Giulia Cecchettin la laurea in Ingegneria biomedica». Un lungo applauso ha sancito le parole della rettrice Daniela Mapelli: Giulia Cecchettin è finalmente dottoressa. È il giorno della sua laurea all'università di Padova. Un traguardo dal grande valore simbolico per la giovane 22enne, la cui vita è stata stroncata dall'ex fidanzato Filippo Turetta a soli 5 giorni dalla laurea in Ingegneria biomedica.
Al palazzo del Bo, sede dell'aula magna della cerimonia di laurea, il papà di Giulia, Gino Cecchettin, è arrivato in anticipo, accolto da Mapelli e dal sindaco di Padova, Sergio Giordani. Su una parete esterna del palazzo è apparso uno striscione: «Contro la violenza di genere abbiamo bisogno di educazione, per Giulia, per tutti».
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Gino Cecchettin: «Eppure non riesco ad essere felice»
Al termine della cerimonia Gino Cecchettin ha preso la parola: «Eppure non riesco a essere felice», ha esordito. «Mi sono chiesto spesso se avesse senso e a cosa potesse servire una cerimonia per la laurea postuma. La risposta viene ancora una volta da lei, da Giulia: penso sia un atto d'amore nei tuoi confronti. […] non hai potuto godere di questo traguardo, ha senso per tutto quello che hai fatto per gli altri e ancora stai facendo. Per oggi vorrei che la tua memoria non sia legata al tuo femminicidio ma ad onorare la tua assenza, sei stata un esempio emblematico di generosità […] Hai provocato uno squarcio nelle nostre coscienze, nella mia per prima […] ».
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La sorella Elena: «Sono fiera di te, piccolo genietto»
Dopo il padre, è toccato alla sorella Elena condividere un ricordo di Giulia. «Non sai quanto io sia fiera di te - ha detto - sono sempre stata fiera di te, ti ho sempre ammirato tanto, così carina, dolce, un piccolo genietto. Guarda cosa sei riuscita a fare! […] Hai fatto tante belle cose per te stessa e per noi, ma non dobbiamo dimenticare, mai, quante altre cose belle avresti potuto fare se la tua vita non fosse stata interrotta, perché a nessun altra donna venga tolta la possibilità di farlo. […]».
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La rettrice: Giulia un primo violino
La rettrice dell’ ateneo padovano ha dedicato alla studentessa questa parole: «È con grande pudore che chiedo a tutti e a tutte di regalare oggi a giulia un sorriso», ha detto. «Le diamo la laurea e vogliamo festeggiare la laurea di una nostra studentessa. Giulia sapeva lasciare un segno nelle persone che incrociava.
Giulia era sorridente e interessata. Giulia era quello che si dice un primo violino. Ogni docente individua in aula uno studente che può dare un feedback sulle lezioni. Il primo violino. Ecco, era lei». Dopo di lei sono intervenuti il direttore del Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione Gaudenzio Meneghesso, la relatrice della tesi di laurea di Giulia, Silvia Todros.
La ministra Bernini: l'indifferenza un insulto a Giulia
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Poi il discorso della ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini. Questa è la giornata delle emozioni»: lo ha detto la ministra dell'Università e ricerca, Anna Maria Bernini, partecipando alla cerimonia della laurea alla memoria di Giulia Cecchettin. Per la ministra si tratta di «un atto dovuto», poiché quelli del femminicidio sono temi «che non hanno un colore politico ma ci uniscono tutti». «Ognuno di noi deve fare qualcosa - ha aggiunto -. Non esiste l'indifferenza, perché è un insulto a Giulia».
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