Estratto dell’articolo di Nadia Ferrigo per www.lastampa.it
CAMPAGNA PUBBLICITARIA DELLA CONTROL PER LA FESTA DELLA MAMMA
Partorire con dolore va bene, darsi piacere invece no. Vanno bene fiori, cioccolatini, profumi, qualsiasi cosa. Accostare l’idea della festa della mamma a quella della masturbazione? No, non si può fare. Per qualcuno insomma le mamme non cercano piacere, non conoscono l’orgasmo, non lo desiderano. Non ci azzeccano nulla, anzi: regalare un vibratore a una mamma è contro il pudore.
E non importa che a regalarlo non debba essere la figliola o il figliolo, ma magari il compagno o la compagna. L’amica o l’amico, la nuora, la zia, magari pure i figli, che di norma non restano per sempre infanti. E così Control Italia decide di lanciare sui suoi canali social la pubblicità «che non vedremo sui cartelloni pubblicitari».
sex toy per donne
«Questa affissione non è mai uscita e il motivo non vi piacerà. Per la Festa della mamma volevamo rompere un tabù che da troppo tempo esiste e dire a chiare lettere che, sì, anche le mamme possono provare piacere. Ma proprio come dice il nostro messaggio, l’immagine stereotipata e anacronistica della mamma non si tocca, tanto che la nostra campagna non si può promuovere sui canali social e non è potuta diventare una vera affissione.
Noi abbiamo deciso di farla uscire lo stesso, amplificandola attraverso il media più importante: le persone. Se anche voi credete che il piacere sia un diritto di tutti, condividete. Una società senza pregiudizi è il miglior regalo che possiamo fare a tutte le mamme». […]
orgasmo
La pubblicità di Control Italia è stata condivisa e commentata molto sui social da due schieramenti opposti. Chi non ci vede niente di male, anzi li ringrazia. E chi invece si indigna, appellandosi al «natural pudore». «L'obiettivo non è tanto far acquistare i sex toys ai figli o alle figlie per le madri – rispondono su Facebook -, sappiamo anche noi che potrebbe essere poco naturale (anche se non ci sentiamo assolutamente di escluderlo). Il nostro obiettivo è più quello di rompere dei tabù sull'idea che ci facciamo delle mamme e dare loro voce in una nuova conversazione». […]