Marco Antonellis per Dagospia
GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO
Dal Pd (ma anche dalle parti di Palazzo Chigi) lo sapevano e aspettavano al varco. Non bastavano i due Matteo, Renzi e Salvini. Ora c'è il timore che contro il governo Conte sia pronto ad uscire allo scoperto anche Giggino Di Maio. "Da quando si è dimesso si è posizionato in un angolo, nascosto, ma ha un solo vero obiettivo: riprendersi il centro della scena, ostacolare gli accordi Pd-5Stelle per le regionali sperando che il Movimento vada male alle ormai prossime elezioni per poi ripresentarsi ai suoi e dire: ridatemi fiducia, quando c'ero io almeno non stavamo messi così male. Una logica alla muoia Sansone con tutti i filistei", commenta un autorevole dirigente del Pd.
conte salvini
"Conte di tutto ciò è avvisato. Se non si muove lui, a maggio i grillini gli faranno pagare il conto" aggiunge sempre lo stesso parlamentare del Pd dove, seppur sommessamente, si comincia a ragionare se non sia necessario un governo istituzionale per sconfiggere la pesante recessione in arrivo tanto più dopo che, come Dagoanticipato nei giorni scorsi, anche il Vaticano (sempre molto influente sul Quirinale) avrebbe cominciato a prendere le distanze da "Giuseppi". "Del ritorno di Di Maio ce ne siamo resi conto anche sulla vicenda Rai. Di Maio sta nuovamente bloccando tutto, non vuole nessun cambio specialmente al Tg1", spiegano ora i dem.
RENZI CONTE
Nel frattempo i 5Stelle anche a Roma, terra del sindaco Raggi, sono letteralmente spariti. Nelle suppletive che hanno eletto Gualtieri col 62% i grillini non sono arrivati neanche al 5%. Una vera debacle per la sindaca Raggi, che ha ancora l'idea (ma forse da oggi meno) di ripresentarsi per il Campidoglio. "E poi il problema saremmo noi che incontriamo sindacati e Confindustria al Nazareno", commentano sconsolati dal Pd.