Estratto dell’articolo di Mario Sensini per “il Corriere della Sera”
renato brunetta foto di bacco
Renato Brunetta è presidente del Cnel dall’aprile di quest’anno Certo, il salario minimo. Ma anche i contratti collettivi farlocchi, firmati da sigle fantasma, quelli seri che però non vengono rinnovati per decenni, gli appalti nei servizi come le pulizie, dove i ribassi si fanno sul costo del lavoro, e poi le tasse, che si mangiano buona parte dello stipendio, la disoccupazione e il precariato, che creano lavoro povero anche se la paga oraria supera i 10 euro.
Per Renato Brunetta il tavolo sul salario minimo che gli ha affidato Giorgia Meloni è l’occasione giusta per mettere a posto un po’ di cose nel mercato del lavoro, opportunità che forse non ha avuto neanche da ministro, l’ultima volta proprio alla Funzione pubblica con Mario Draghi.
CNEL
E magari anche per ridare un peso al Cnel, il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, organismo di rango costituzionale salvato dalla soppressione dal referendum del 2018,di cui da aprile è presidente. Sul cui rinnovo, proprio in questi giorni, è in corso un emblematico braccio di ferro tra il governo e i tre maggiori sindacati.
Nel Cnel sono rappresentati il mondo delle imprese, quello sindacale, il volontariato, e ci sono alcuni esperti. È il governo che stabilisce il numero dei seggi, in tutto 64, da assegnare a ciascuna rappresentanza.
cnel 1
Nel nuovo Consiglio, che deve ancora insediarsi, il governo ha tolto un posto a Cgil, Cisl, Uil, facendo spazio a Usb e Confintesa, e dando un posto in più a Confsal, e uno a Confindustria, andato alla Confapi. Con ricorsi a catena che si stanno discutendo a Palazzo Chigi.
La rappresentatività dei sindacati (e anche delle imprese), proprio secondo il Cnel, è uno dei problemi all’origine dei tanti malfunzionamenti del mercato del lavoro. Registrati nell’archivio del Consiglio ci sono 975 contratti collettivi di lavoro, che riguardano 14 milioni di lavoratori. Ce ne sono, per dire, 242 nel terziario e nei servizi, 59 in agricoltura, 81 nei trasporti, 72 nell’edilizia.
sede Cnel
Il 97% di questi 14 milioni di lavoratori, però, aderisce ai contratti stipulati da Cgil, Cisl e Uil. Il 3% a una miriade di accordi siglati da sindacati quasi improvvisati, ma perfettamente legittimi.
Tranne pochissimi casi, quasi tutti stanno sopra i 7/9 euro l’ora formalmente. Anche se poi sui lavoratori si scaricano i ribassi degli appalti, sia pubblici che privati. […]
Cosa che non si è mai potuta fare. Come non si è mai affrontato il tema dei rinnovi tempestivi dei contratti. Per la metà di quei 14 milioni di lavoratori sono già scaduti da due anni. Nell’archivio Cnel ce ne sono di scaduti da oltre un decennio. […]
renato brunetta foto di bacco (1)
Il problema, sintetizza, non è quello del salario minimo, che l’Italia è uno dei pochi Paesi europei che non stabilisce per legge, ma del salario medio. Il suo primo obiettivo, ora, sarà la produzione di tre o quattro rapporti sui contratti collettivi di lavoro, per evidenziare le debolezze del sistema. […]
renato brunetta