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“NON SONO UN TERRORISTA” – MARCO VICINI, EX PRESIDENTE DEL CIRCOLO ARCI “TUNNEL” A REGGIO EMILIA, È STATO ASSOLTO DALLE ACCUSE DI ISTIGAZIONE AL TERRORISMO PER L’ESIBIZIONE DEI “P38 -LA GANG” NEL LOCALE, AVVENUTA NEL 2022 – LA BAND DEVE IL SUO NOME ALL’ARMA PREFERITA DAI BRIGATISTI: SI ESIBISCE CON IL PASSAMONTAGNA, LA STELLA A CINQUE PUNTE DELLE BR E CANTA BRANI CHE INNEGGIANO AGLI ANNI DI PIOMBO – PER I GIUDICI, SI TRATTA DI “UN’OPERAZIONE ARTISTICO MUSICALE PROVOCATORIA” - A SOLLEVARE IL CASO È STATO… - VIDEO

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Estratto dell’articolo di Ambra Prati per www.gazzettadireggio.it

 

marco vicini 2

Reggio Emilia «Sono contento che il tribunale di Torino abbia confermato ciò che ho sempre sostenuto. Non sono un terrorista. Credo che chi mi conosce non abbia mai avuto dubbi a riguardo». Questa la reazione a caldo di Marco Vicini, 41 anni, l’ex presidente del circolo Arci Tunnel di via del Chionso finito nei guai per l’esibizione dei P38-La Gang.

 

A distanza di tre anni e mezzo da quel polverone il gip di Torino Anna Mascolo, accogliendo la proposta dello stesso pm Paolo Scafi, ha disposto l’archiviazione per Vicini e per i quattro della band indagati per istigazione al terrorismo (il gruppo musicale anche per diffamazione e vilipendio delle istituzioni).

P38 LA GANG

 

«Le condotte contestate costituirebbero soltanto un’operazione artistico musicale provocatoria che affonda le sue radici nel genere rap/trap e che costituisce la sua voluta novità nel proporre come modello antisociale il terrorista degli anni ’70», recita la sentenza.

 

Per il primo maggio 2022 Vicini organizza il concerto della band (che deve il suo nome all’arma preferita dai brigatisti), che si esibisce con il passamontagna, la stella a cinque punte delle Br e brani che inneggiano agli anni di piombo. Apriti cielo: scoppia una bufera politica, il circolo viene chiuso per irregolarità (ha poi riaperto con un altro presidente), l’Arci e il sindaco prendono le distanze.

P38 LA GANG

 

A sollevare il caso su Reggio è Bruno D’Alfonso, figlio di un carabiniere ucciso dalle Br; intervengono pure Maria Fida (la figlia di Moro, senatrice deceduta nel 2024) e Lorenzo, figlio di Marco Biagi. […]

 

«Il contenuto della canzone non contiene espressioni offensive in senso tecnico nei confronti di Aldo Moro («presidente mi sembra stanco, la metto dentro una Renault 4») ma si limita a rievocare (in modo eticamente spregevole) la tragica uccisione senza attribuire alla vittima qualità negative». Tesi sposata in toto dal gip: «La rilevata non sussistenza dell’ipotesi di reato si coniuga con la inidoneità degli elementi di formulare una favorevole prognosi di condanna». Caso chiuso. […]

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