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    MO’ VE STATE A FA LE “FISIME SULLA PRIVACY” (COPYRIGHT BURIONI)? – ISRAELE ADOTTERÀ METODI DI SORVEGLIANZA DIGITALE, IL CUI USO È NORMALMENTE LIMITATO ALL’ANTI-TERRORISMO – L’IDEA È DI METTERE IN CAMPO LE SPIE E DI GEOLOCALIZZARE GLI SPOSTAMENTI DEI CONTAGIATI TRAMITE I TELEFONINI, COME HA GIÀ FATTO LA COREA DEL SUD CHE INFATTI STA RIUSCENDO NEL CONTENIMENTO…


     
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    1 – CORONAVIRUS, GLI 007 IN CAMPO: COSÌ ISRAELE SPIA I CONTAGIATI

    Davide Lerner per “la Repubblica”

     

    BENNY GANTZ BENJAMIN NETANYAHU BENNY GANTZ BENJAMIN NETANYAHU

    Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato che Israele adopererà metodi di sorveglianza digitale, il cui uso è normalmente limitato all'anti-terrorismo, per la "guerra" contro il coronavirus, che per ora nel Paese registra 200 casi.

    netanyahu netanyahu

     

    "Siamo in guerra con un nemico invisibile, e quando si è in guerra le decisioni si prendono sulla base degli sviluppi in battaglia", ha detto Netanyahu, la cui retorica è spesso condita con metafore militari. "Fino ad oggi ho evitato di usare queste misure con la popolazione civile ma ora non abbiamo scelta. È un passo che comporta l'invasione della privacy di certe persone, controlleremo con chi siano state in contatto quando erano malate, cosa è successo prima e dopo. Avremo uno strumento molto efficace per stanare il nemico, isolare il virus invece di isolare l'intero Paese", ha detto nell'ultimo discorso alla nazione sulla pandemia.

     

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    L'idea è insomma quella di utilizzare la geolocalizzazione dei telefonini per verificare gli spostamenti di chi risulta positivo al virus, capire chi si sia trovato sul suo percorso, e probabilmente anche monitorare l'ottemperanza della quarantena. Gli agenti dello Shin Bet, i servizi di sicurezza interna, faranno recapitare un sms a chi sia stato, nei 14 giorni precedenti, nei pressi di un paziente risultato positivo, comunicandogli l'obbligo d'isolamento. Il via libera del governo è per ora valido per trenta giorni di "emergenza", dopo i quali i dati entrati in possesso dei servizi verrebbero distrutti.

    yuval noah harari 8 yuval noah harari 8

     

    Sono misure che Yuval Noah Harari, lo storico e scrittore israeliano, aveva in parte pronosticato durante un'intervista con Cnn venerdì: "Uno dei rischi di questa epidemia è che giustifichi misure di sorveglianza estrema, specialmente di sorveglianza biometrica, che dopo la crisi rimangano con noi", ha detto. "Ci sarà una grande battaglia fra privacy e salute, e probabilmente vincerà la salute, ma se non stiamo attenti questa epidemia può giustificare un'accelerazione nello sviluppo di regimi totalitari", ha concluso. Meno pessimista è Ya'akov Peri, ex capo dello Shin Bet, il servizio di intelligence interna, che al telefono con Repubblica si dice favorevole alle misure.

     

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    "Voglio sottolineare che per ora si parla solo di strumenti digitali, e non di sorveglianza biometrica, come il riconoscimento facciale, di cui Israele pure dispone", premette. "Conosco bene lo Shin Bet e la polizia israeliana e non credo abuserebbero delle informazioni acquisite nel contesto dell'emergenza, sono sicuro si limiterebbero ad agire per arginare il coronavirus", dice. "Sono misure eccezionali per una sfida eccezionale, la democrazia israeliana non è in pericolo".

     

    CoronaVirus Israele vaccino CoronaVirus Israele vaccino

    Dopo il via libera del gabinetto di governo anche il ministro dei Trasporti di estrema destra Bezalel Smotrich è andato sulla difensiva: "Non ci sarà nessun Grande Fratello", ha scritto su Twitter. Israele ha già imposto misure molto severe per cercare di evitare un'esplosione del contagio.

    sanificazione in corea del sud sanificazione in corea del sud

     

    Le strade di Tel Aviv hanno cambiato volto da quando, ieri mattina, è entrato in vigore l'obbligo di serrata per bar e ristoranti. Scuole, università, cinema, teatri e altri luoghi di aggregazione non strettamente lavorativa avevano già chiuso i battenti, mentre il traffico in entrata e uscita dal Paese è ridotto quasi a zero.

     

    Ogni sera Netanyahu sventola il suo fazzoletto in televisione raccomandando la massima igiene, e nel frattempo incassa il rinvio del processo per corruzione causa emergenza coronavirus.

    test anche ai guidatori test anche ai guidatori

     

    2 - GLI INFETTI «SEGUITI» DA APP E TELEFONINI: IL GOVERNO TENTATO DAL METODO COREANO

    Giuseppe Marino per “il Giornale”

     

    Che non esistano ricette magiche per sconfiggere il virus è ormai chiaro. Resta però il fatto che la Corea del Sud si è trovata nel mezzo di un' emergenza che fino a pochi giorni fa era seconda solo a quella cinese e ha adottato un approccio in parte diverso dal nostro. Che comincia a interessare le autorità italiane.

     

    netanyahu gantz netanyahu gantz

    A Seul il contagio è esploso dopo che la setta religiosa Shincheonji ha spinto i suoi 300mila seguaci ad attuare di nascosto (perfino dai familiari) un rito di purificazione da condurre mano nella mano. A fronte di una conseguente rapida diffusione del virus, la Corea ha seguito l' istinto di un Paese che nutre una passione smodata per le tecnologie, attuando una massiccia campagna di tamponi (ventimila test al giorno) e l' uso di tecnologie cosiddette di geotracking, basate sui dati del gps contenuto in ogni smartphone. In sostanza, si può controllare a distanza dove va e chi incontra il sospetto contagiato. E un' app sul telefonino avvisa del rischio chi si trova a 100 metri di distanza.

    paziente sospetto a daegu, corea del sud paziente sospetto a daegu, corea del sud

     

    Si tratta evidentemente di una pratica di controllo di massa abbastanza accettata dalla società coreana. Ma in quella italiana andrebbe certamente verificata alla luce delle normative sulla privacy. E, dopo una prima fase in cui pare che la possibilità di adottarla non sia stata nemmeno stata presa in considerazione, ora almeno «sono in corso interlocuzioni», dice al Giornale una fonte istituzionale.

    in corea del sud tutti con le mascherine in corea del sud tutti con le mascherine

     

    Nei giorni scorsi l' economista Carlo Alberto Carnevale Maffè, docente di Strategia alla Sda Bocconi, e Alberto Fuggetta, direttore del Cefriel, centro di ricerca sull' innovazione del Politecnico di Milano, hanno presentato alle autorità la proposta di adottare il sistema di «georeferenziazione» che avrebbe sostituito l' autocertificazione fatta con i modelli riempiti a mano, così cara alla burocrazia all' italiana.

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    Finora la richiesta non ha avuto seguito ma si sarebbe aperto uno spiraglio e nel Dpcm del 9 marzo compare una deroga alle norme sulla privacy per la raccolta dei dati sanitari, anche se non si fa cenno all' uso a scopo di tracciamento. Del resto, ancora lo scorso 9 marzo la Corea del Sud aveva più contagi dell' Italia e pochi morti, cinque giorni dopo l' Italia è a 2500 contagi al giorno contro i 110 di Seul. Facile capire perché l' esperienza stia attraendo interesse. Il governo israeliano, altro Paese tecnologicamente avanzato, ha annunciato che farà ricorso a questo genere di strategie informatiche contro il virus.

    disinfestazione nella metro di seul disinfestazione nella metro di seul

     

    Maffè e Fuggetta parlano di un modello basato sui «big data» che garantisce l' anonimato.

    Ma gli esperti predicano cautela. «In Corea del Sud - dice Francesco Paolo Micozzi, docente di Informatica giuridica all' Università di Perugia- sono anche stati rivelati dettagli in grado di rendere individuabili i contagiati: strumenti di analisi di dati personali sono consentiti dalle norme sulla privacy, ma solo se i dati sono trattati esclusivamente da soggetti istituzionalmente deputati alla gestione dell' emergenza e soltanto se i dati relativi allo stato di salute non vengano diffusi.

     

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    E, infine, se in seguito, vengano cancellati, garantendone la distruzione: l' emergenza non può mettere in stand-by un diritto fondamentale quale quello alla protezione dei dati». Eccesso di cautela? La stessa esperienza coreana segnala i rischi. Un reportage della Bbc segnala che l' app in uso nel lontano Paese fornisce informazioni molto dettagliate.

    corea del sud coronavirus corea del sud coronavirus

     

    Del tipo: «Un 43enne residente nel distretto di Nowon è risultato positivo», aggiungendo che ha contratto il virus dal suo istruttore nel «corso per molestatori sessuali». Per integrare i dati sugli spostamenti, in alcuni casi sono stati usati quelli di carta di credito e telecamera del telefono. Contro il virus vale proprio tutto?

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