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    “NOSTRA FIGLIA SI POTEVA SALVARE, MA I MEDICI ERANO OBIETTORI” – I GENITORI DI VALENTINA MILLUZZO ACCUSANO I DOTTORI DELL’OSPEDALE CANNIZZARO DI CATANIA PER LA MORTE DELLA 32ENNE, INCINTA AL QUINTO MESE DI GRAVIDANZA – IN AULA ALLA TERZA UDIENZA CONTRO SETTE MEDICI LA MADRE TUONA: “NON LA LIBERARONO DALLE CREATURE PER LE QUALI NON C’ERA PIÙ NULLA DA FARE” – “RICORDO ANCORA L’INVOCAZIONE ACCORATA: “MAMMA STO MORENDO”. E RICORDO LE PAROLE DEL MEDICO DI TURNO CHE…”


     
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    Felice Cavallaro per "www.corriere.it"

     

    valentina milluzzo 9 valentina milluzzo 9

    Sono passati 3 anni da quando la loro Valentina morì in ospedale con due gemellini, al quinto mese di gravidanza. E l’accusa dei genitori, alla terza udienza contro 7 medici del Cannizzaro di Catania, è che in quel reparto non la fecero abortire, nonostante una gravissima setticemia esplosa con l’effetto di avere già spento tante ore prima il cuore di uno dei due feti.

     

    i genitori di valentina milluzzo 2 i genitori di valentina milluzzo 2

    «Non la liberarono dalle creature per le quali non c’era più nulla da fare perché dissero di essere tutti obiettori di coscienza», ripetono Salvatore e Giusi Milluzzo, direttore di banca in pensione lui, casalinga lei, dal 16 ottobre 2016 inchiodati a quei 17 giorni trascorsi in ginecologia.

     

    Drammatico il racconto echeggiato in aula davanti al giudice Maria Elena Calamita, turbata dalla foto che quella mamma in pena teneva fra le mani come per abbracciare ancora Valentina, 32 anni.

     

    valentina milluzzo 7 valentina milluzzo 7

    Continuando a ripetere che se le avessero detto in tempo di esser obiettori lei e suo marito avrebbero cambiato ospedale: «Oggi sarebbe viva. L’ha detto pure un cardinale che in quel caso bisognava occuparsi della madre e non dei piccoli». E il papà: «Siamo vittime di ignoranza e negligenza. Ricordo ancora l’invocazione accorata: “Mamma sto morendo”. E ricordo le parole del medico di turno: “Fino a quando sento battere i cuoricini non posso intervenire perché sono obiettore”...».

    i genitori di valentina milluzzo 1 i genitori di valentina milluzzo 1

     

    Ecco il contesto che accende i riflettori dei mass media, perfino del Financial Times e di una tv russa, per capire se in un ospedale siciliano si possa ancora morire di «obiezione». Ma questa chiave interpretativa è contestata dagli imputati in camice bianco, esclusa come ipotesi accusatoria dalla stessa Procura, decisa a insistere sull’omicidio colposo per errore medico, non su altro.

     

    valentina milluzzo 10 valentina milluzzo 10

    Come si affanna a ripetere il primario, il professore Paolo Scollo, a lungo presidente della Società italiana di ginecologia e ostetricia, un’autorità nel suo campo, sotto indagine per «gli obblighi di vigilanza e organizzazione», seppure assente nei giorni della tragedia: «Il fatto che siamo obiettori non significa niente. Abbiamo un collega esterno che chiamiamo per le interruzioni di gravidanza. E non esiste lista d’attesa: zero giorni. Tutto documentato. Valentina purtroppo è deceduta per una sepsi che l’ha consumata in 12 ore e che non siamo riusciti a bloccare, come dimostreremo in aula».

    MORTE VALENTINA MILLUZZO CONFERENZA MORTE VALENTINA MILLUZZO CONFERENZA

     

    Duro lo scontro con l’avvocato della famiglia, Salvatore Catania Milluzzo. Ma per Scollo bisogna valutare «esami e perizie». «L’affermazione di un genitore, pur comprensibilissimo nella sua angoscia per una figlia che muore in gravidanza, non può trasferire il processo dall’aula alle pagine dei giornali». Di opposto tono il papà di Valentina che rivela un retroscena inquietante: «Hanno nascosto i risultati di un esame, il cosiddetto tampone, fatto due giorni prima della morte.

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    Prova che l’infezione era individuata, che bisognava intervenire. Sparito. Poi ritrovato perché un’anima buona l’ha inviato in modo anonimo all’avvocato. Frattanto era comparso un nuovo esame fatto secondo il referto alle 14 del 15 ottobre, il giorno prima del decesso, con esito perfetto, prova che la sepsi non ci fosse. Ma a quell’ora eravamo con nostra figlia e nessuno fece il prelievo. Una bugia». Echeggiano accuse gravi, mentre resta aperto il nodo dei tanti obiettori in corsia.

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