Novak Djokovic 2
1. DJOKOVIC DEVE LASCIARE L'AUSTRALIA: NON È VACCINATO, VISTO CANCELLATO
Adesso è ufficiale: Novak Djokovic, numero 1 del tennis mondiale, è stato informato che il suo visto è stato rifiutato e che in giornata sarà espulso dall'Australia. "Djokovic non è riuscito a fornire prove adeguate per soddisfare i requisiti di ingresso in Australia - si legge nella nota dell'Australian Border Force - e il suo visto è stato successivamente annullato". Scott Morrison, primo ministro australiano, conferma: "Le regole sono regole, e valgono per tutti".
MEME SU NOVAK DJOKOVIC IN VERSIONE TOM HANKS IN THE TERMINAL
NOTTE D'INTERROGATORIO
Djokovic era atterrato a Tullamarine – l’aeroporto internazionale di Melbourne – la notte scorsa alle 23.30 locali, le 13.30 italiane. Subito il tennista, assieme al suo staff, è stato fermato alla dogana per un problema legato al passaporto. Questa la ricostruzione del Times: "Un membro del suo team ha commesso un errore nel richiedere una sottoclasse di visto che non si applica a coloro che hanno ricevuto esenzioni mediche da un vaccino contro il Covid-19". Da qui il fermo, che ben presto si è trasformato in un interrogatorio durato oltre cinque ore, tre dei quali senza il suo telefono e comunque piantonato in ogni momento da due poliziotti. Tanto da scatenare la rabbia del padre del giocatore, che in serata si è lasciato andare: "Se non lo liberano entro mezz'ora, scendiamo in strada".
MEME SU NOVAK DJOKOVIC IN VERSIONE TOM HANKS IN THE TERMINAL
CASO POLITICO Per tutto il giorno si sono rincorse le prese di posizione politiche, dal primo ministro australiano Scott Morrison ("Fornisca prove sul vaccino o torni a casa") al presidente della Serbia Aleksandar Vucic, che in serata si è messo in contatto con il tennista serbo, assicurandogli che "la Serbia si batterà per lui, per la giustizia e la verità". Di sicuro, per il momento, c'è il provvedimento d'espulsione nei confronti di Djokovic, che attraverso i propri avvocati starebbe pensando di fare ricorso.
2. NON DJOKO PIÙ
Massimo Gramellini per Il "Corriere Della Sera"
Quando ci eravamo rassegnati a vederlo scendere in campo agli Australian Open, e magari sputacchiare sulla mano con cui avrebbe stretto quella dell'avversario, Novax Djokovid - come ormai viene chiamato - è stato prima bloccato per ore all'aeroporto di Melbourne e poi rispedito in patria con una motivazione burocratica e perciò implacabile: la richiesta di visto da lui presentata non prevede esenzioni per i renitenti al vaccino.
Novak Djokovic
Quindi, che Djokovic soffra di celiachia, che abbia già avuto il Covid nei mesi scorsi, o semplicemente che lui sia lui, il marchese del Djokovic, e noi... (con quel che segue), poco importa: lo Stato australiano di Victoria ha deciso di negargli ciò che l'organizzazione del torneo gli aveva concesso in nome del business. Col consueto piacere intellettuale che lo porta a sostenere l'insostenibile pur di fare stecca sul luogo comune, Giuliano Ferrara ha difeso il privilegio del Grande Esentato perché «sa giocare a tennis».
DJOKOVIC E IL PADRE
Un classico esempio di realismo marxista, per cui nella Storia l'unica cosa che conta sono i rapporti di forza, il resto è piagnisteo da vittime. Secondo tale visione del mondo, la vita è sempre com' è e mai come dovrebbe essere: i ricchi, i potenti, gli spregiudicati e i più dotati possono infischiarsene delle regole che ingabbiano gli invidiosi e i mediocri. Sia reso grazie all'oscuro burocrate australiano che, fermando Djokovic sulla porta di casa, ci ha ricordato che i vincenti non devono vincere sempre.
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