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    VOLARE OH OH - 90 ANNI FA CHARLES LINDBERGH RIUSCI’ NELLA PRIMA TRASVOLATA ATLANTICA SENZA SCALO: NEW YORK-PARIGI IN 33 ORE - TRA GELO E COLPI DI SONNO, IL 25ENNE AMERICANO PERCORSE MILLE MIGLIA E FU CELEBRATO DA EROE PURE DA HITLER - ONORI, GLORIE E DONNE PAZZE DI LUI MA LA SUA VITA FU ANCHE SEGNATA DA UN DRAMMA…


     
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    Gianni Riotta per la Stampa

     

    l aereo della traversata l aereo della traversata

    «Da che parte per l' Irlanda?» urla il giovane americano, ma il pescatore non apre bocca, impietrito dalla sorpresa. È la chiara mattinata del 21 maggio 1927, il minuscolo aeroplano, venuto giù dal cielo, volteggia sulla barca, al largo della costa irlandese. Il pilota, viso segnato da 50 ore insonni, ha 25 anni, si chiama Charles Augustus Lindbergh, è partito il giorno prima da Long Island, New York, con un apparecchio battezzato «Spirit of St. Louis», gli imprenditori di quella città gli han dato i fondi per la prima trasvolata New York-Parigi, in palio 25.000 dollari (340.000 euro oggi).

     

    charles lindbergh charles lindbergh

    Lindbergh ha una bussola per orientarsi in mare, comuni carte stradali per la terra. Non vede neppure fuori, ha fatto montare sul muso del velivolo un extra serbatoio di carburante, sbircia da un periscopio. «Spesso nei voli di esercitazione mettevo la folle, chiedevo informazioni ai contadini, a gesti ci capivamo, ma quel pescatore rimase immobile, andai avanti». «Lindbergh ce la fa. A Parigi in 33 ore e mezza. Vola per mille miglia tra neve e pioggia gelida. I francesi felici lo portano in trionfo sulla pista»: con questo titolone di prima il New York Times celebra il 22 maggio 1927, firma del corrispondente Edwin James, l' impresa di Lindbergh, cortese figlio di un deputato, giubbotto con pelliccia per proteggersi senza pressurizzazione o riscaldamento.

     

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    Le 33 ore, 30 minuti e 29 secondi e 8 decimi che legano America ed Europa - dal campo di Long Island da cui l' aereo pesante di benzina decolla a stento, solo un metro impedisce di schiantarsi sui pali del telegrafo, al parigino aerodromo Le Bourget - fanno del ragazzo Lindbergh l' eroe del tempo. Ovunque vada, folle in festa, le linee aeree dei pionieri, Transcontinental Air Transport e Pan American, oggi scomparse, se ne contendono le consulenza e gli affidano nuove rotte, l' aviazione militare - ancora reparto dell' Esercito - lo nomina ufficiale della Riserva. Nel 1927 non si sospetta la crisi del '29, la memoria della Grande guerra recede, Hitler è un pezzente estremista, di Mussolini perfino Churchill apprezza i treni in orario.

     

    La tecnica è romantica, di Lindbergh si innamorano le ragazze, quanti cuori spezzati quando sposa Anne Morrow, bella figlia dell' ambasciatore in Messico, maggio '29. Il volo è l' epica del secolo, quando lo racconterà in un libro di memorie riceverà il Pulitzer Prize, riservato ai grandi scrittori. Già alle 11 del primo giorno Lindbergh è però esausto, freddo intenso, vibrazioni squassanti. Per svegliarsi sorvola la costa atlantica ad appena tre metri di altezza col monomotore, l' adrenalina lo tiene allerta. Presto incontra nuvole sulle catene montuose tra Canada e Terranova, deve riprender quota. È allora il gelo a tormentarlo, chiude gli oblò, ricade nel torpore, li spalanca perché l' aria lo scuota.

     

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    Sull' Oceano Atlantico nuvole e maltempo sbarrano la rotta. Lo «Spirit of St. Louis» cerca a trecento metri le stelle da bussola, il sonno non concede tregue, «Avrò dormito in volo per secondi, forse minuti, occhi sbarrati senza coscienza» ricorderà, salvato dal disastro da un vuoto d' aria, un tuono. Viaggia ora a 3000 metri per scampare neve, grandine, gelo, il ghiaccio morde la fusoliera del monoelica progettato da Donald Hall, in California, 240 cavalli. Quando il maltempo passa e Lindbergh spera di intravedere la costa europea, il sonno è battuto. Per arrivare a Parigi prima di notte, spinge a 150 chilometri orari, poi è il tripudio dei centomila parigini, scortato dagli assi dell' aria di Francia.

     

    Charles Lindbergh è ebbro di fatica, tra ghirlande e fanfare: non sa che la notte del 21 maggio sarà la più bella della vita, i dolori che lo attendono non sono eludibili volando a pelo d' acqua sulla Storia. Nel marzo del '32 il figlio primogenito di due anni, Charles jr, viene rapito da malviventi, nella villa di Hopewell, New Jersey. La reazione di stampa e fan è folle, non si parla d' altro, le immagini affollano i cinegiornali, le radio gracchiano le ultime notizie. Quando uno dei colpevoli, Bruno Hauptmann, verrà giustiziato, nel '36, i Lindbergh, devastati, si trasferiscono in Europa.

     

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    Celebrato con pingui contratti di lavoro, Lindbergh visita la Germania nazista, che gli concede medaglie al valore e gli permette di visitare le basi della nascente Luftwaffe. Adora l' ordine di Hitler, l' antisemitismo in cui è cresciuto riprende foga, avvisa gli americani che l' aviazione tedesca diverrà formidabile. Quando infine la guerra scoppia, nel 1939, Lindbergh opta per la politica isolazionista e diventa campione di America First, movimento che vuol venire a patti con Hitler e restar fuori da quella che lo storico Barraclough chiamerà «Guerra civile europea». Oggi Donald Trump rilancia il grido «America First!», prima l' America, e tanti l' associano a elettori rurali, poco istruiti.

     

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    Errore: America First nasce nella celebre Università di Yale, il suo manifesto è firmato da 800.000 persone inclusi il genio dell' architettura Frank Lloyd Wright, il mago di Hollywood Walt Disney, il futuro presidente Ford. Lindbergh ne è anima, cita l' antico presidente Adams: «L' America non va a caccia di mostri nel mondo». Il presidente Roosevelt, che vuol persuadere il riluttante Congresso a intervenire contro Hitler, radia Lindbergh dalla Riserva, ma ci vorrà il raid giapponese contro Pearl Harbor, dicembre 1941, per portare l' America nel conflitto (il Congresso non voleva comunque dichiarare guerra a Germania e Italia, è la cecità strategica dei due dittatori a spingerli in armi contro gli Usa).

     

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    America First si scioglie, imbarazzata, Lindbergh si impegna da consulente militare e volerà per 50 missioni sul Pacifico. Negli Anni 50 il presidente Eisenhower gli darà ancora una medaglia al valore, senza però cancellare l' onta di America First. Lindbergh muore, alle Hawaii, nell' agosto del 1974, notizia oscurata dalle dimissioni di Nixon per lo scandalo Watergate. Non avrebbe immaginato che «America First» potesse tornare a scaldare i cuori, giusto a 90 anni dal suo solitario volo, quando carezzava insonne le onde scure dell' oceano.

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