Cesare Zapperi per il “Corriere della Sera”
MARIKA CASSIMATIS
Adesso Marika Cassimatis porge il ramoscello d' ulivo. «La soluzione amichevole è possibile. Attendiamo di essere convocati dallo staff». Ma lo dice da una posizione di forza, a poche ore dall' ordinanza con cui il giudice civile Roberto Braccialini ha annullato contemporaneamente la sua esclusione dalla lista del Movimento Cinque Stelle uscita vincitrice alle Comunarie del 14 marzo scorso e la votazione, estesa a tutta Italia, con cui è stata sostituita come candidata sindaco dei pentastellati da Luca Pirondini. I tempi sono ristrettissimi (le liste vanno presentate entro il 12 maggio).
marika cassimatis
La via «amichevole» per il vertice pentastellato non è praticabile. Esiste solo la strada del ricorso (da presentare entro 15 giorni, su cui si pronuncia entro 20 giorni un collegio di tre giudici). «Marika Cassimatis è stata sospesa e la votazione del 14 marzo è stata annullata - taglia corto una breve nota pubblicata sul blog di Beppe Grillo nel tardo pomeriggio - pertanto la stessa non è e non sarà candidata con il M5S. Non possiamo non rilevare come in nessun passo della predetta sentenza si sostenga che la Cassimatis è la candidata del Movimento».
In controluce, ciò significa che o l'appello rimette le cose a posto e dà via libera a Pirondini oppure i genovesi sulla loro scheda elettorale non troveranno il simbolo con le Cinque Stelle. Terze vie non ne esistono, pensano i vertici del Movimento. «Piuttosto ci chiamiamo fuori».
Cassimatis grillo
Ma l' imbarazzo è grande, la consegna del silenzio per gli anti-Cassimatis è totale (impossibile avere reazioni da Alice Salvatore, fedelissima di Grillo, e dallo stesso Pirondini). Anche perché l' ordinanza del giudice genovese rischia di avere un peso che va ben al di là della pur importante causa locale. Nelle 18 pagine del provvedimento c'è una analisi dell' organizzazione pentastellata, uno scandaglio, codice civile alla mano, delle regole statutarie che mostra crepe in cui potrebbero insinuarsi anche altri attivisti delle diverse realtà non allineate.
Il giudice Braccialini parla di «conduzione dirigista», di «regole poco chiare». E pone un altolà: «Grillo ha un ruolo di indirizzo e impulso particolarmente penetrante - è scritto nell'ordinanza - che però, in materia di candidature locali, non si identifica nel diritto di ultima parola». Capo politico sì, insomma, ma non fino al punto di poter fare e disfare a proprio piacimento.
giovanni toti a firenze
Anche perché, con riguardo alla seconda votazione che ha incoronato Pirondini, «alle votazioni su tematiche locali - spiega il giudice - possono partecipare solo gli iscritti residenti in quell' ambito territoriale». «Grillo ha fatto una belinata - si lascia scappare in modo poco protocollare ma efficace una toga genovese -. Ammetta l' errore e ricominci daccapo». «Il Tribunale - osserva il presidente Claudio Viazzi - si è pronunciato in meno di una settimana. La giustizia è stata veloce, ma non vorrei che toccasse ai giudici stabilire chi debba essere il capolista di un partito».
alessia morani
La partita, infatti, è tutta politica. Difficile che basti il tono conciliante della Cassimatis. Parte da un presupposto («La candidata sono io e il simbolo posso usarlo solo io») che non potrà mai essere riconosciuto dal Movimento Cinque Stelle.
E mentre già si comincia a fantasticare sui possibili beneficiari dei voti in libertà nel caso di una clamorosa assenza dall' agone elettorale (attenzione alla lista Effetto Genova, guidata dall'ex M5S Paolo Putti in cui potrebbe confluire la stessa Cassimatis), crepitano le critiche di tutti gli avversari politici. Per il governatore ligure Giovanni Toti (FI) «è andato in scena il terzo atto di una farsa avvincente», mentre per Alessia Morani (Pd) «le false regole dei clic si fermano davanti alle leggi dello Stato». Lapidario Fabrizio Cicchitto (Ap): «Chi è causa del suo mal pianga se stesso».