Da https://www.lavocediasti.it/
tamponi
Questa seconda e peraltro attesa ondata di Covid, sta mettendo nuovamente a dura prova il sistema sanitario, le famiglie, le aziende, le scuole.
È notizia delle ultime ore che la Regione Piemonte e l'Ordine dei Medici, si stanno attivando per potenziare i Medici di famiglia e, in Regione è nato un nuovo settore per l'emergenza Covid. Evidentemente ci si è resi conto che ci sono enormi difficoltà nel sistema di comunicazione una volta che si viene a conoscenza di casi di positività.
La storia di Martina e la sua famiglia
Martina che vive nell'Astigiano, ci racconta l'odissea della sua famiglia composta da lei, dal marito e due bambini.
"Tutto comincia giovedì 8 ottobre, mio marito si sveglia lamentandosi di non sentire né più gusti né più odori. Chiudiamo subito l'attività e teniamo i due bimbi a casa da scuola".
TAMPONI
Procedura senza dubbio corretta, ma iniziano i problemi. Il marito di Martina prenota un tampone presso una struttura privata effettuato il giorno stesso, ma il giorno dopo sviene e Martina lo porta in pronto soccorso e racconta quanto successo. Viene nuovamente fatto il tampone che dà esito positivo e la famiglia viene presa in carico dal Sisp.
Le scuole dei bambini rimangono fuori da questo "giro" perché vengono tracciati i contatti delle ultime 48 ore e i bimbi non sono andati a scuola da giovedì.
Lunedì 12 il resto della famiglia fa il tampone, Martina e il bimbo più grande sono negativi, la piccola invece è positiva.
Le procedure sono cambiate tre volte
"Vengo nuovamente contattata dal Sisp - spiega Martina - che mi dice che io e il bimbo dovremmo fare nuovamente il tampone in quanto stati a contatto con la piccola. Per fortuna riesco ad evitare la tortura al bambino anche perché in ogni caso vivendo tutti insieme nonostante avessimo adottato tutte le misure precauzionali sarei nuovamente rientrata in un caso di contatto diretto".
tamponi
Si arriva così al decimo giorno e il Sisp richiama per dire che Martina e il suo bimbo (negativi), avrebbero dovuto fare un altro tampone e poi un altro alla fine della quarantena dei positivi.
"In tutto questo tempo - dice ancora Martina - vengono cambiate le procedure tre volte. La prima ci hanno detto che il tampone lo facevano solo i positivi a fine quarantena e i negativi erano a posto.
La seconda volta ci dicono che al decimo giorno lo avremmo fatto tutti insieme.
La terza volta ci dicono che noi negativi lo dovevamo fare il decimo giorno e i postivi al 14, e poi al massimo un altro noi negativi dopo l'esito dei positivi".
Indubbiamente non semplicissimo per una famiglia trovarsi alle prese con questi "cambiamenti" discordanti, intanto lunedì saranno quasi 20 giorni che la famiglia è a casa. Lavorano in proprio e la situazione rischia di diventare gravissima dal punto di vista economico. Che fare?
tamponi
Non ci hanno risposto, cosa facciamo?
"Per la piccola scadono i 14 giorni, vorremmo capire quale sia la procedura corretta. Questa mattina abbiamo effettuato ben 270 chiamate al sisp senza ricevere risposta".
SISP
Nel marasma di informazioni, richieste e procedure sui tamponi, ma anche sulle regole da tenere per evitare il contagio e, non da ultimo, gli eventuali sintomi sospetti, l’appena rieletto presidente dell’Ordine dei medici di Torino, Guido Giustetto insieme all’epidemiologo Paolo Vineis professore all’Imperial College di Londra e tra i consulenti della Regione, ha predisposto un breve vademecum per i colleghi che operano sul territorio.
tamponi coronavirus
Con la premessa che “occorre sottolineare con i propri assistiti quanto sia cruciale che vengano rispettate rigorosamente tutte le norme di distanziamento, ribadendo ai pazienti più giovani, verosimilmente oggi il gruppo più critico nel guidare l’epidemia, l’invito ad astenersi da comportamenti a rischio e ai pazienti più anziani a mantenere le precauzioni al massimo livello”, le indicazioni fornite ai medici di medicina generale vertono in particolare sulle modalità di richiesta dei temponi e dei test rapidi da oggi disponibili, anche se non presso i medici di famiglia in attesa di una accordo con la Regione.
“Per la diagnostica dei casi con sintomi è irrinunciabile il tampone molecolare, per gli altri casi è sufficiente il test antigenico”, ricordano Giustetto e Vineis. Nel dettaglio, “tamponi e test vanno richiesti solo in pazienti sintomatici sospetti per Covid-19 e nei contatti stretti di un caso positivo, il tampone molecolare è necessario per i pazienti chiaramente sintomatici, mentre il il test rapido antigenico va effettuato per i pazienti con sintomatologia non chiaramente Covid e per i contatti di pazienti Covid.
ALBERTO CIRIO CON LA MASCHERINA
Una novità contenuta nel vademecum riguarda le richieste da parte dei medici di famiglia: “Secondo la raccomandazione della task force Regionale e del Dirmei, - si legge - l’esecuzione del tampone molecolare o del test rapido può essere richiesta direttamente dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta sulla piattaforma regionale, senza che sia più necessaria la validazione del Sisp”.
Raccomandazione certamente ben accolta dai camici bianchi che chiedevano da tempo di superare il collo di bottiglia dei Servizi di igiene pubblica e sanità. Resta da capire se la procedura è già stata comunicata a tutti i medici che fino all’altro giorno, come sottolineato dal segretario regionale della Fimmg, Roberto Venesia, aspettavano indicazioni tecniche su questo punto. Ovviamente su tutto il territorio regionale. E questo ad oggi non risulta. Di questo (e altro) parlerà domani il presidente dell'Ordine Giustetto in un colloquio programmato con il governatore Alberto Cirio.
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