1. MUELLER AL CONGRESSO, IL SUO VICE AUTORIZZATO A CONSIGLIARLO
(ANSA) - La commissione giustizia della Camera ha autorizzato Aaron Zebley, ex braccio destro del procuratore speciale Robert Mueller, a sedersi oggi accanto a lui e a consigliarlo nelle sue risposte durante l'attesa testimonianza al Congresso sul Russiagate. Mueller aveva chiesto che avesse lo status di testimone, ma la richiesta è' stata negata: Zebley non potrà quindi rispondere direttamente alle domande.
mueller trump
Donald Trump ha già reagito su Twitter: "Sono appena tornato solo per sentire di un cambio all'ultimo minuto che consente ad un investigatore 'never Trump' di aiutare Robert Mueller con la testimonianza davanti al Congresso. Che vergogna per il nostro sistema. Mai sentito prima. Molto ingiusto, non dovrebbe essere consentito. Una corrotta caccia alle streghe!". Non c'è pero' nessuna evidenza che Zebley abbia mai aderito al movimento anti Trump né che abbia fatto donazioni al partito democratico.
2. PARLA MUELLER, TUTTA L'AMERICA SI FERMA
Flavio Pompetti per “il Messaggero”
«Non penso che guarderò in televisione la testimonianza di Robert Mueller. dice Donald Trump, e poi si corregge: - Forse solo un po'». E' difficile credere che il primo spettatore d'America, il presidente che la mattina alle cinque è già pronto a twittare contro i notiziari televisivi della sera prima a lui sfavorevoli, e più tardi a intervenire in diretta sulla sua amatissima Fox, si asterrà dall'ascoltare l'investigatore che gli è stato messo alle calcagna due anni fa, e che lo ha tormentato con un'inchiesta dura a morire.
LE DOMANDE
ROBERT MUELLER JAMES COMEY
Il resto del paese comunque sarà con gli occhi e le orecchie sbarrate questa mattina alle 8, quando l'attempato ex pubblico ministero varcherà la porta del Campidoglio per sedersi a rispondere alle domande della Commissione Giustizia della camera. Ogni bar, ogni stazione ferroviaria e terminal d'aeroporto avrà gli schermi puntati su questo funzionario di giustizia schivo e poco avvezzo alla pubblicità, che per la prima volta dalla sua nomina ha accettato quello che aveva promesso che non avrebbe mai fatto: commentare le quattrocento e più pagine del rapporto sul Russiagate che ha consegnato al dipartimento di Giustizia lo scorso aprile.
LA STRATEGIA
ROBERT MUELLER
I democratici si stanno preparando a dare la massima risonanza possibile nei giorni a venire alle parole del procuratore speciale. La loro grande recriminazione è che tre mesi fa il ministro William Barr è riuscito a giocare d'anticipo quando ha annunciato in televisione, mentre ancora nessun altro oltre a lui aveva letto il rapporto, che la conclusione dell'indagine era una sentenza di assoluzione per il presidente. Questa volta i parlamentari progressisti saranno tutti schierati insieme a contraddire quell'affermazione.
Ognuno dei 235 deputati e dei 45 senatori del partito sono riuniti in una sorta di war room virtuale, dalla quale pubblicheranno per i prossimi tre giorni su tutte le piattaforme del web i brani salienti della testimonianza di Mueller. Anche il rapporto è stato sezionato in cerca di titoli da scolpire nella mente degli statunitensi. Undici citazioni del primo libro, sulle interferenze russe nella campagna elettorale del 2016, e dieci dal secondo, sull'ostruzione della giustizia operata da Trump in tanti, maldestri tentativi di mettere a tacere l'inchiesta.
IL TESTO
william bill barr
Il testo è raccolto in cinque pagine dattiloscritte che è stato consegnato a tutti i parlamentari democratici, i quali lo ripeteranno come un mantra nei comizi estivi e nelle interviste televisive dei prossimi giorni. La vittoria per i progressisti sarebbe far confessare a Mueller che Trump si è reso colpevole almeno di ostruzione della giustizia, e che lui non l'ha scritto nel rapporto solo perché non crede che un presidente possa essere incriminato mentre è in carica. Mueller sa bene che su questo singolo punto verterà l'intera seduta. Ha già detto che il rapporto parla per lui e che non ha altro da aggiungere. Il ministro per la Difesa ha cercato di blindare la testimonianza del procuratore, e lo ha ammonito a non esulare dal testo.
LA COMMISSIONE
donald trump putin
Il presidente della commissione Giustizia ha già detto che quel testo contiene verità esplosive, che non sono state ancora messe a fuoco. L'opinione pubblica altrettanto divisa tra innocentisti e colpevolista farà il tifo da casa, in attesa di parole che potrebbero segnare l'esito della partita.