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    OGGI SAMUELE SORATO, AD DELLA POPOLARE DI VICENZA, SI PRESENTERÀ DIMISSIONARIO AL CDA - SERVIVA UN CAPRO ESPIATORIO CHE NON POTEVA CHE ESSERE CHI HA GUIDATO OPERATIVAMENTE LA BANCA


     
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    SAMUELE SORATO BANCA POP VICENZA copia SAMUELE SORATO BANCA POP VICENZA copia

    Oggi Samuele Sorato, attuale Amministratore delegato della Popolare di Vicenza, si presenterà dimissionario al CdA e si appresta a lasciare una delle poche banche che ha avuto il merito di continuare ad erogare credito in questi anni di crisi. 

     

    È bene infatti ricordare come i grandi istituti bancari abbiano lasciato sole le migliaia di imprese medie e piccole che rappresentano da sempre la grande risorsa industriale del nostro paese.   

     

    Come sempre quando vi sono dimissioni inaspettate, anche in questo caso si rincorrono indiscrezioni, interpretazioni fantasiose e versioni più o meno benevole fatte trapelare sull'andamento del lavoro degli ispettori di CONSOB e Banca d'Italia. 

     

    Ma riservatezza e prudenza sarebbero quanto mai opportune anche alla luce di palesi cantonate, come per il caso Brontos che coinvolse tra gli altri l'allora capo di Unicredit Alessandro Profumo il quale è stato recentemente assolto con gli altri 18 imputati perché il fatto non sussisteva.

     

    antonio patuelli premia gianni zonin antonio patuelli premia gianni zonin

    Ma torniamo alle vere motivazioni delle dimissioni. Sorato, ha da sempre spinto per una integrazione con altri istituti (Veneto Banca) che avrebbe consentito di far crescere la popolare di Vicenza e farla uscire da una dimensione locale non più sostenibile con le nuove direttive comunitarie e che le avrebbe consentito inoltre di avere un accesso diretto al mercato dei capitali. 

     

    Era evidente che per restare nelle dimensione locale, si sarebbe alimentato un sistema non più sostenibile tra soci e clienti della banca. 

     

    BANCA POPOLARE DI VICENZA BANCA POPOLARE DI VICENZA

    Si prendano ad esempio gli ultimi aumenti di capitale: ebbene era del tutto evidente che a quei prezzi (ben superiori rispetto ai multipli delle altre banche quotate), solo i clienti e i vecchi soci potevano sottoscriverlo ad un valore chiaramente fuori mercato come la recente svalutazione di oltre il 20% ha confermato. 

     

    Il tacito accordo tra le popolari e clienti era che la banca avrebbe sostenuto imprese e famiglie e chiedeva a sua volta un analogo e reciproco atto di fede investendo in azioni sul medio termine. 

     

    Tutto il resto è thecnicaleties utile solo a gettare fumo sulla sostanza del problema. E sorge spontanea la domanda su dove fossero nel frattempo tutte queste anime candide che oggi si sorprendono e scandalizzano? Forse vivevano sulla luna. 

    GIOVANNI ZONIN P BANCA POP VICENZA GIOVANNI ZONIN P BANCA POP VICENZA

     

    La verità è che per venir fuori da questa impasse serviva un capro espiatorio che non poteva che essere chi ha guidato operativamente la banca, il quale essendo uomo di mondo ha capito e ha fatto buon viso a cattivo gioco.

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