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    “OGNI MEMBRO DI HAMAS È UN UOMO MORTO” – BENJAMIN NETANYAHU TORNA A PARLARE AGLI ISRAELIANI PER ANNUNCIARE IL GOVERNO DI EMERGENZA NAZIONALE E FA IL DURO CONTRO I TERRORISTI – IL BILANCIO DELLE VITTIME DELLA “VENDETTA” CRESCE DI ORA IN ORA: I MORTI NELLA STRISCIA DI GAZA PER I BOMBARDAMENTI SONO ALMENO 1200. I FERITI SONO 5600, GLI SFOLLATI 339MILA - IERI SI È SPENTA L'UNICA CENTRALE ELETTRICA DELLA STRISCIA: LA STRISCIA È AL BUIO, GLI OSPEDALI SI ATTACCANO AI GENERATORI. AL CONFINE CI SONO 300MILA SOLDATI ISRAELIANI PRONTI A ENTRARE... - VIDEO


     
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    BENJAMIN NETANYAHU BENJAMIN NETANYAHU

     

    GAZA: BILANCIO RAID ISRAELE SALE A 1200 MORTI, 5600 FERITI

    (ANSA-AFP) - Il numero delle vittime nella Striscia di Gaza per i bombardamenti israeliani degli ultimi sei giorni è salito ad almeno 1.200 morti e circa 5.600 feriti, ha detto oggi il Ministero della Sanità palestinese.

     

    GAZA: ONU, GLI SFOLLATI SONO SALITI A QUASI 339 MILA

    attacchi israeliani a gaza attacchi israeliani a gaza

    (ANSA-AFP) - Secondo l'Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Ocha), quasi 339.000 persone sono state costrette a fuggire dalle proprie case nella Striscia di Gaza sotto assedio e bombardata dall'esercito di Israele. Il numero degli sfollati nel territorio palestinese da 2,3 milioni di abitanti a ieri sera "è aumentato di altre 75.000 persone e ha raggiunto la cifra di 338.934", ha affermato l'ufficio Onu in un comunicato pubblicato oggi.

     

     

     

    cadaveri portati via dai soldati israeliani dal kibbutz di kfar aza cadaveri portati via dai soldati israeliani dal kibbutz di kfar aza

    "Lo sfollamento di massa nella Striscia di Gaza continua", ha sottolineato l'Ocha spiegando che quasi 220.000 persone hanno cercato rifugio nelle scuole gestite dall'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (Unrwa); circa 15.000 sono fuggite nelle scuole gestite dall'Autorità palestinese; oltre 100.000 hanno trovato rifugio presso parenti e vicini o in in altre strutture religiose e civili della città di Gaza.

     

    BOMBARDAMENTI ISRAELIANI SU GAZA BOMBARDAMENTI ISRAELIANI SU GAZA

    GAZA: OLTRE 50 MORTI E 280 FERITI IN RAID NOTTURNI ISRAELE

    (ANSA) - Almeno 51 persone sono morte e altre 281 rimaste ferite in attacchi aerei compiti stanotte sulla Striscia di Gaza dall'esercito di Israele, secondo il Ministero della Sanità palestinese citato dai media locali.

     

    "Il dicastero ha affermato che gli attacchi hanno colpito Sabra, Al Zaytoun, Al Nafaq e Tal Al Hawa e Khan Younis; le operazioni di ricerca e salvataggio sono ancora in corso", riferisce l'emittente Al Jazeera. Il canale tv Al Mayadeen afferma che 450 obiettivi terrestri sono stati attaccati tra Gaza, Jabaliya e Khan Younis.

     

    ESERCITO, COLPITA FORZA D'ELITE NUKHBA DI HAMAS

    SISTEMA ANTI MISSILE ISRAELIANO IRON DOME SISTEMA ANTI MISSILE ISRAELIANO IRON DOME

    (ANSA) - Nei raid della notte scorsa sulla Striscia l'esercito ha più volte colpito le forze di elite 'Nukhba' di Hamas, in particolare i suoi centri operativi di comando.

     

    Quelli - ha spiegato l'esercito - che hanno gestito l'infiltrazione nei kibbutz al di la del confine sabato scorso. "Queste forze - ha spiegato - sono costituite da terroristi selezionati da alti funzionari di Hamas, designati per effettuare attacchi terroristici come imboscate, incursioni, assalti, infiltrazioni attraverso tunnel terroristici, nonché missili anticarro, razzi e fuoco di cecchini".

     

    macerie a gaza macerie a gaza

    NETANYAHU, OGNI MEMBRO DI HAMAS È UN UOMO MORTO

    Massimo Lomonaco per l’ANSA

     

    "Ogni membro di Hamas è un uomo morto". La minaccia arriva direttamente dal premier israeliano Benyamin Netanyahu dopo l'annuncio del varo di un governo di emergenza nazionale per guidare il Paese nella guerra contro il gruppo islamico. "Abbiamo messo da parte le differenze", ha scandito per spiegare una scelta obbligata a fronte anche di quello che sta succedendo al confine con il Libano, dove la situazione scivola sempre più verso il conflitto aperto con Hezbollah.

     

    il sistema iron dome in funzione il sistema iron dome in funzione

    L'obiettivo, almeno per ora, resta però Hamas a Gaza, dove si susseguono senza sosta gli attacchi dal cielo contro le strutture strategiche della fazione palestinese ma anche contro i suoi capi. Oggi è stata uccisa in un raid la famiglia di Mohammed Deif, il leader militare nella Striscia, ma sotto le bombe ci sono anche i civili. Hamas intanto ha annunciato la liberazione di tre ostaggi, una donna e i suoi due figli: "Una colona israeliana e i suoi due figli sono stati rilasciati dopo essere stati detenuti durante gli scontri", hanno detto in un comunicato le Brigate Ezzedine al-Qassam, braccio armato del gruppo islamico.

     

    cadaveri portati via dai soldati israeliani dal kibbutz di kfar aza cadaveri portati via dai soldati israeliani dal kibbutz di kfar aza

    Gaza tra l'altro è rimasta totalmente al buio visto che, dopo il taglio delle forniture da parte di Israele, l'unica centrale elettrica funzionante ha finito il carburante e si è spenta. Gli attacchi aerei "su scala senza precedenti" stanno martellando la Striscia e la strategia sembra volta a preparare il terreno per l'ingresso di terra - i militari si dicono "pronti" a farlo - che dovrebbe avvenire, secondo gli analisti, da nord e da sud.

     

    Gli obiettivi colpiti finora sono stati oltre 2.600. Mentre da Gaza si è infittito il lancio di razzi: secondo le stime dell'esercito israeliano, finora ne sono stati impiegati oltre 5.000. Missili sono caduti non solo nelle comunità attorno alla Striscia ma anche su Ashkelon (dove è stato centrato un ospedale) e su tutta l'area centrale di Israele, Tel Aviv compresa, nella cui area è incluso l'aeroporto internazionale Ben Gurion. I morti in Israele sono oltre 1.200 (189 soldati), con 2.700 feriti.

     

    soldati israeliani in un kibbutz soldati israeliani in un kibbutz

    […] Su tutto pesa il destino dei circa 150 ostaggi (17 sono anche cittadini Usa e c'è un terzo italo-israeliano di cui non si hanno notizie) razziati da Hamas nei kibbutz di frontiera e portati a Gaza. L'esercito ha detto di aver contattato le famiglie di 60 prigionieri, una parte di quelli trattenuti nell'enclave palestinese. Mentre il presidente turco Erdogan ha fatto sapere che negoziati sono in corso con Hamas per ottenerne la liberazione.

     

    bombardamenti israeliani a gaza foto di motaz azaiza 5 bombardamenti israeliani a gaza foto di motaz azaiza 5

    Ma su ogni possibilità di tregua - hanno fatto notare i commentatori in Israele - pesano anche le immagini delle atrocità commesse dai miliziani nei kibbutz di Beeri o Kfar Aza, che hanno scioccato e inviperito l'opinione pubblica. Il premier Benyamin Netanyahu lo sa benissimo e per questo ha scelto la strada del governo di emergenza nazionale: dopo il clamoroso buco della sua intelligence, ora nessuna scelta potrà essere fatta senza l'adesione di maggioranza e opposizione.

     

    Non a caso nella ristretta cellula di comando che guiderà il Paese "in una guerra lunga e dura" - per usare le parole del ministero degli Esteri - ci saranno lo stesso Netanyahu, Benny Gantz (uno dei leader dell'opposizione), il ministro della Difesa Yoav Gallant, l'ex capo di stato maggiore Gadi Eisenkot (anche lui ex opposizione) e il ministro degli Affari strategici Ron Dermer. Molti auspicano che anche l'altro capo dell'opposizione, Yair Lapid, entri al più presto nel nuovo governo.

     

    benny gantz benjamin netanyahu benny gantz benjamin netanyahu

    Uno dei cardini dell'accordo è che fino alla fine della guerra non si parlerà più di riforma giudiziaria, il tema che per 8 mesi ha spaccato in due Israele. Anche il super falco di estrema destra Itamar Ben Gvir ha chinato la testa, ma come ministro della Sicurezza nazionale ha invitato tutti gli israeliani ad armarsi per timore di una "rivolta araba" nelle cittadine miste del Paese. Ad offririgli un assist d'altra parte è stato l'appello alle masse arabe di Giordania, Egitto, Libano e Siria lanciato dall'ex capo di Hamas Khaled Meshal a "scendere in piazza" venerdì prossimo, primo giorno di preghiera per gli islamici dall'attacco di Hamas di sabato scorso.

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