Alberto Bellotto per “il Giornale”
PUTIN E I RUBLINETTI - BY EMILIANO CARLI
Ogni settimana gli Stati Uniti staccano un assegno da circa un milione di dollari che finisce nelle casse di Mosca. Non si tratta di una transizione diretta, ma poco ci manca. È un flusso continuo che le basi militari americane pagano ai russi per l'accesso ai combustibili fossili, gas e petrolio in particolare. Soldi che alla fine finanziano anche la guerra in Ucraina.
La cifra è frutto di un calcolo della Brown University. Il Watson Institute dell'ateneo americano ha provato a stimare quanto spende ogni base a stelle e strisce presente in territorio europeo per restare operativa. Conti alla mano circa il 30% del fabbisogno energetico annuo viene soddisfatto da materie prime russe.
AVIANO BASE AEREA
Ma quante sono le basi americane nel mondo e, soprattutto, in Europa? Secondo una stima dell'analista David Vine, oggi ci sarebbero almeno 750 strutture sparpagliate in 80 Paesi. Nel conteggio c'è di tutto: piste di atterraggio in mezzo all'oceano, dormitori, centri logistici, avamposti nel deserto e ovviamente depositi per armamenti e munizioni. Di queste poco meno di 300 sono nel Vecchio continente.
vertice ramstein
E tutte hanno fame di energia. Secondo il Pentagono, le installazioni militari americane in Europa consumano 2,6 miliardi di kilowatt. Se poi consideriamo che la dieta energetica di ogni base comprende circa il 37% di gas e il 6% di petrolio è facile immaginare quanto ogni punto della rete americana nel Vecchio continente sia legato a Mosca.
Queste strutture dipendono fortemente dai Paesi che le ospitano, come Italia, Germania o Polonia che a loro volta sono legati alle forniture degli oligarchi. In questo senso è emblematico il caso della base aerea di Ramstein, in Germania. Il sito ospita oltre 53mila americani, tra personale militare e civile.
PUTIN E BIDEN
Ogni anno la struttura consuma poco meno di 293mila kilowatt. Se teniamo conto che il 37% sono consumi di gas e che a sua volta il 65% del gas importato da Berlino arriva da Mosca (dato del 2020), è facile calcolare che il 24% dell'energia bella base è made in Russia, il tutto per una bolletta da 4 milioni di dollari l'anno. Un conto simile può essere fatto anche per le basi presenti in Italia.
Il complesso di Vicenza, che tra gli altri comprende la Caserma Ederle e l'aeroporto Dal Molin e che ospita i paracadutisti della 173rd Airborne Brigade, consuma ogni anno 163 milioni di kilowatt. Tenendo conto di fabbisogno e dipendenza dell'Italia per il gas russo (43% delle importazioni secondo l'Eurostat), il conto finale è di circa 70 milioni di kilowatt, che si traduce in poco più di 1,5 milioni di euro l'anno.
LORENZO GUERINI AL VERTICE DI RAMSTEIN
Unendo tutte queste spese, scrivono ancora i ricercatori, la proiezione dei costi per l'anno in corso (tenuto conto dell'aumento dei prezzi) potrebbe arrivare quasi a 60 milioni di dollari. Le stime della Brown University non sono un esercizio stilistico, ma un campanello di allarme. L'intera valutazione è stata fatta solo sul mantenimento delle basi e non sui costi di eventuali operazioni militari ed è quindi molto conservativa.
I GASDOTTI VERSO L EUROPA
I leader della Nato riuniti a Madrid hanno dato un nuovo slancio all'Alleanza con obiettivi ambiziosi. Solo gli americani hanno aumentato il proprio contingente da 80 a 100mila uomini, mentre l'intero dispositivo dell'Alleanza dovrebbe arrivare a 300mila uomini oltre che navi e aerei, mezzi che hanno bisogno di combustibili per essere pronti all'azione. Ma al momento, in attesa che i piani di approvvigionamento alternativi dell'Europa decollino, tutto resta appeso a Mosca. Lo stesso nemico della Nato che rifornisce i suo i stessi mezzi.
AVIANO BASE AEREA aerei Usa in decollo da aviano JOE BIDEN VLADIMIR PUTIN MEME PUTIN putin gas AVIANO BASE AEREA DRAGHI PUTIN GAS