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    CHI DOPO LA MERKEL? - OLAF SCHOLZ STRAVINCE L'ULTIMO TELE-DIBATTITO ELETTORALE IN GERMANIA E HA ESCLUSO L'IPOTESI DI UN'ENNESIMA GRANDE COALIZIONE: "DOPO TANTI ANNI AL GOVERNO È GIUSTO CHE LA CDU-CSU VADA ALL'OPPOSIZIONE" - A UNA SETTIMANA DAL VOTO, I SOCIALDEMOCRATICI SONO AL 26%, CDU-CSU AL 21%, I VERDI SONO AL 16-17% - LO SCONTRO PIÙ SIGNIFICATIVO È STATO SUL TEMA DEL SALARIO MINIMO GARANTITO CHE SIA SCHOLZ SIA BAERBOCK PROPONGONO DI PORTARE DA 9 A 12 EURO L'ORA…


     
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    Paolo Valentino per il "Corriere della Sera"

     

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    A volerlo riassumere, Olaf Scholz si è preoccupato soprattutto di proiettare calma e autorevolezza. Armin Laschet ha cercato di uscire dall'angolo tirando fuori a sorpresa il tema della sicurezza e mostrandosi meno aggressivo. Mentre Annalena Baerbock è andata all'attacco non avendo più nulla da perdere. Ma alla fine è successo poco, almeno nella percezione del pubblico.

     

    Il candidato socialdemocratico ha vinto anche il terzo e ultimo duello televisivo, o Triell secondo il neologismo, della campagna elettorale tedesca. Secondo il sondaggio a caldo condotto da Sat 1, il 42% degli intervistati lo ha infatti trovato più convincente del suo avversario cristiano-democratico (apprezzato dal 27%) e della candidata ambientalista, giudicata vincitrice dal 25%.

     

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    A una settimana dal voto, la Spd di Scholz rimane in testa nelle intenzioni di voto, con il 26%, davanti alla Cdu-Csu che recupera un punto, passando dal 20% al 21%, non abbastanza cioè per parlare di inversione di tendenza. I Verdi rimangono indietro, al 16%-17%. Giustizia sociale, cambiamenti climatici, pandemia e digitalizzazione sono stati i quattro temi principali del dibattito. E ancora una volta, la politica estera si è confermata la grande assente di questa campagna elettorale.

     

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    Lo scontro più significativo è stato sul tema del salario minimo garantito che sia Scholz sia Baerbock propongono di portare da 9 a 12 euro l'ora. «È una riforma necessaria e importante, per me sarà la condizione per qualsiasi coalizione di governo. È una questione di dignità delle persone», ha detto il candidato socialdemocratico. La candidata dei Verdi ha ricordato che in 16 anni il divario tra ricchi e poveri è aumentato e che in Germania un bambino su 5 è sotto la soglia di povertà: «Un dato inaccettabile».

     

    Laschet, paladino del sistema renano, si è detto contrario all'aumento, perché «è compito delle parti sociali non del governo accordarsi su salari più giusti». Ma è stato facile per gli altri due ricordargli che molti occupati non sono più iscritti al sindacato. Sia Scholz che Baerbock si sono espressi in favore di un maggior peso fiscale sulle fasce di reddito più alte. È stata sicuramente la migliore prestazione di Annalena Baerbock, che troppo tardi ha acquistato sicurezza e forza di argomenti.

     

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    «Io mi batto per una svolta dove la difesa del clima non sia più una mezza cosa, per una politica che metta al suo centro le famiglie e per una politica estera guidata dai diritti umani nel cuore dell'Europa» ha detto in chiusura, unica fra i tre candidati a evocare il ruolo internazionale della Germania. Tra Scholz e Laschet non ci sono state le scintille della volta precedente, ma questo ha finito per avvantaggiare il candidato spd, apparso sempre calmo e padrone degli argomenti. Sulle possibili coalizioni, Scholz ha escluso (come gli altri due) ogni alleanza con l'AfD, ma ha anche detto che «dopo tanti anni al governo è giusto che la Cdu-Csu vada all'opposizione». Un epitaffio sulla Grosse Koalition .

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