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    SENZA LA GUERRA IN UCRAINA, IL GOVERNO SAREBBE GIÀ CADUTO - OLTRE AGLI SCAZZI SULLA DELEGA FISCALE, LA MAGGIORANZA SI SPACCA SULLA RIFORMA DEL CSM, CHE RISCHIA CONCRETAMENTE DI SALTARE - IL PUNTO PIÙ DIVISIVO È LA LEGGE ELETTORALE CON CUI VOTARE I RAPPRESENTANTI NELL’ORGANO DI AUTOGOVERNO DELLA MAGISTRATURA, MA I NODI SONO LONTANI DA SCIOGLIERE. E IL TEMPO STRINGE: IL 19 APRILE SI DEVE VOTARE IL TESTO DEFINITIVO…


     
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    Francesco Grignetti per “La Stampa”

     

    mario draghi marta cartabia 1 mario draghi marta cartabia 1

    A questo punto, è allarme rosso. La riforma del Consiglio superiore della magistratura rischia grosso. Oggi ci sarà una ennesima riunione di maggioranza, che al ministero della Giustizia auspicano come definitiva. Intanto la commissione Giustizia della Camera, dove comunque si va avanti su tanti piccoli tasselli, lancia il cuore oltre l'ostacolo e decide che lunedì della settimana prossima, l'11 aprile, si inizia e si andrà avanti ad oltranza perché i tempi sono ristrettissimi: il 19 aprile l'Aula della Camera dovrà affrontare il testo definitivo.

     

    il plenum del csm il plenum del csm

    L'allarme è suonato fino ai piani più alti delle istituzioni, ed è al centro di telefonate ai massimi livelli, perché è evidente che i partiti si sono incartati.

     

    «Se mettere la fiducia, lo stiamo valutando ora. Io ho promesso in Consiglio dei ministri di non mettere fiducia sulla riforma del Consiglio superiore della magistratura. Spero di mantenere fede alla promessa. Spero che tutte le forze politiche prendano atto di questo segnale e si mostrino collaborative nel giungere a una soluzione per un compromesso che deve tuttavia essere ragionevole», si esprime il premier stesso, Mario Draghi.

     

    MARIO PERANTONI MARIO PERANTONI

    Il punto è che i principali nodi della riforma non sono ancora stati sciolti e il clima della vigilia non è dei migliori. «Alla riunione con la ministra Cartabia affronteremo i punti di divergenza, e il risultato finale dei lavori della Commissione è legato a un accordo complessivo. In assenza del quale è difficile chiudere il testo», riconosce il presidente della Commissione Giustizia, Mario Perantoni, M5S.

     

    MARTA CARTABIA MARIO DRAGHI DANIELE FRANCO MARTA CARTABIA MARIO DRAGHI DANIELE FRANCO

    Anche Anna Rossomando, che è la responsabile Giustizia del Pd, vede il rischio che salti tutto: «Da parte nostra - dice - c'è la preoccupazione che il lavoro fatto insieme da tutti i gruppi di maggioranza vada perduto e che la riforma venga affossata. Se abbiamo applaudito Mattarella nel discorso del suo insediamento quando parlava delle riforme e del ruolo centrale del Parlamento, allora dobbiamo essere coerenti».

    ANNA ROSSOMANDO ANNA ROSSOMANDO

     

    Non è però facile trovare una mediazione a fronte di spinte così diverse e così tenaci. Il punto più divisivo, quello che a risolverlo tutto il resto dovrebbe andare a posto, riguarda la legge elettorale con cui i magistrati voteranno i loro rappresentanti nell'organo di autogoverno.

     

    C'è un'ipotesi dell'ultim' ora che viene dalla Lega e che piace alla ministra, per un sorteggio non dei candidati, ma dei collegi. Messa così, non sarebbe palesemente incostituzionale. Il Pd potrebbe starci, e così anche Leu e Azione. Non è chiara invece la posizione di Italia Viva. E c'è la strenua resistenza di Forza Italia. «Il tema è estremamente delicato, c'è un equilibrio fragilissimo», annota Perantoni.

    sede csm consiglio superiore della magistratura sede csm consiglio superiore della magistratura

     

    Al di là degli aspetti tecnici, è lo spirito di fondo che conta. I leghisti insistono nel loro mantra: «Vogliamo una riforma incisiva». Ma da quelle parti, si sa, l'attenzione è tutta per il referendum, e questa riforma gli sembra una questione minore. Dalle parti dei renziani, poi, viene fuori solo un'ira funesta. Di sicuro contro i magistrati. Forse contro la ministra Cartabia. E chissà se non contro il governo tutto.

     

    MARTA CARTABIA MARIO DRAGHI MARTA CARTABIA MARIO DRAGHI

    Il senatore Giuseppe Luigi Cucca, vicepresidente del gruppo, è particolarmente ruvido: «Qui si tratta di lavorare affinché la riforma del Csm sia davvero efficace. E quella proposta non lo è, come purtroppo sta accadendo sempre più spesso sui temi della giustizia». Una sconfessione clamorosa per la ministra Cartabia. Cucca insiste poi che al Senato dovrà esserci un nuovo esame approfondito. Così dicono anche Lega e Forza Italia. Ma si rischia di sforare sulle tabelle di marcia.

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