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Case senza elettricità, fabbriche costrette a fermare la produzione e negozi a lume di candela. Succede nel Nord-Est della Cina, dove da settimane è aumentata la carenza di elettricità.
Sono almeno 17 le province e le regioni che hanno già annunciato tagli alla produzione di energia nel contesto di una crisi che si sta allargando sempre di più e che coinvolge un'area a cui si deve circa il 66% del prodotto interno lordo del Paese asiatico.
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Questa grave situazione è causata dalle scarse forniture di carbone e dall'inasprimento degli standard sulle emissioni. Nel nord-Est le fabbriche sono rimaste ferme per evitare di superare i limiti al consumo energetico imposti dal governo centrale per promuovere l'efficienza.
Gli economisti affermano che i produttori hanno esaurito la quota di quest'anno più velocemente del previsto poiché la domanda di esportazione è rimbalzata in seguito alla pandemia di coronavirus.
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Le autorità, scrive il quotidiano Economic Information Daily, hanno intrapreso misure per assicurare la produzione di energia ed evitare ulteriori tagli, anche se la situazione non sembra in via di miglioramento.
I blackout hanno colpito anche il funzionamento degli ascensori nei grattacieli più alti, dei semafori e anche dell'illuminazione stradale. I problemi del sistema energetico hanno costretto però molti impianti a tagli alla produzione, e due grandi banche, nelle ultime ore, hanno rivisto al ribasso le stime di crescita della Cina.
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Dietro la crisi che pesa sui mercati assieme ai rischi legati al possibile default del colosso immobiliare Evergrande, il secondo sviluppatore immobiliare cinese, che è alle prese con una gravissima crisi finanziaria e un fardello di 305 miliardi di dollari di debiti, ci sono i prezzi record raggiunti dal carbone. Inoltre, vi è anche il rafforzamento delle misure per il taglio delle emissioni inquinanti nell'ottica del contrasto al cambiamento climatico.
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Sulle difficoltà della rete energetica pesano, sia i fattori derivanti dalle dispute di carattere geopolitico – come la drastica riduzione di import di carbone dall'Australia – , sia l'aumento dei prezzi del gas naturale.
Goldman Sachs ha tagliato al 7,8% le stime di crescita della Cina per il 2021 (dall'8,2%) e le ha portate al 5,5% per il 2022. La Cina potrebbe adottare presto misure per cercare di raffreddare i prezzi del carbone saliti alle stelle e alleviare così la carenza di energia.