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    “ORA TI SPACCO TUTTO” – UN RISTORATORE DI ROMA INCAZZATO PER I POCHI INCASSI PICCHIA UN BENGALESE, REO DI VENDERE BIRRETTE 24 ORE SU 24: “NON SONO RAZZISTA, GLI HO DETTO CHE DEVE SMETTERE DI DARE DA BERE AGLI UBRIACHI CHE POI VOMITANO PER STRADA” – MA LA SUA DIFESA NON HA CONVINTO IL GIUDICE CHE LO HA CONDANNATO A UN ANNO...


     
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    Marco Carta per “il Messaggero”

     

    alcol in vendita nei minimarket bangla alcol in vendita nei minimarket bangla

    Prima le minacce: «Smetti di vendere alcolici». Poi la violenza senza freni: il negozio devastato, le bottiglie rotte, i calci e gli insulti alle forze dell'ordine. Ha perso la testa di fronte agli incassi modesti del suo ristorante nel quartiere Prati, a pochi passi da Castel Sant' Angelo.

     

    E allora, in un impeto di follia, ha pensato bene di vendicarsi con il proprietario di un alimentari, accusandolo del degrado della zona. «Non devi vendere più le birre agli sbandati». Il 50enne Gianluca Nicoletti, titolare di un ristorante in via Vespasiano 25, voleva dare una lezione esemplare al suo dirimpettaio, un commerciante del Bangladesh, che gestisce un minimarket sulla stessa strada.

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    E così si è presentato nel suo negozio con un manico da scopa, pronto a farsi giustizia da solo: «Ora ti spacco tutto». Un vero raid in piena regola, che rischia di costare caro al ristoratore, condannato ieri a un anno per aver aggredito le forze dell'ordine, e denunciato per il danneggiamento del minimarket dalla vittima.

     

    MEME SUI NEGOZI DI ALIMENTARI BANGLA MEME SUI NEGOZI DI ALIMENTARI BANGLA

    La cui colpa sarebbe stata quella di vendere birre a poco prezzo, alimentando un continuo viavai di disperati a tutte le ore. Tutto ha inizio nel tardo pomeriggio di martedì, quando Nicoletti, abbandona la cucina del suo ristorante e si reca nel minimarket di Rahaman Juwel, che si trova sempre sulla stessa strada. Tra i rapporti i due non sono idilliaci. Tutt' altro. Più volte.

     

    Il commerciante del Bangladesh si è rivolto alle forze dell'ordine per segnalare la situazione tesa. Ma questa volta le intenzioni del ristoratore italiano, che ha avviato da poco l'attività, sembrano più bellicose del solito. «Non devi vendere alcolici ai clienti», grida l'uomo che, alla risposta ferma del commerciante del Bangladesh, diventa una furia. «Questo è il mio negozio e faccio quello che mi pare. Vattene».

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    Juwel non si lascia intimorire dall'atteggiamento del ristoratore, che invece diventa ancora più violento. Con un manico di scopa, prima, poi con una sedia, inizia a danneggiare la merce in esposizione. Bottiglie di vetro, cibo in scatola e le insegne iniziano a volare in aria per poi frantumarsi in terra. Juwel, che rimane ferito nel corso della confusione, è terrorizzato. Ma trova la lucidità di riprendere le violenze con il suo smartphone.

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    Nicoletti, invece, è inarrestabile. E nemmeno l'intervento di suo cugino, il cuoco del suo ristorante, riesce a placare la sua rabbia. Anche quando arrivano i poliziotti del commissariato Prati, il ristoratore è fuori di sé.

     

    Si dimena e scalcia, tanto che per fermarlo sono costretti a intervenire sei agenti, che l'uomo minaccia «per impedire la sua identificazione», come si legge nel capo di imputazione: «Maledetti, venite qua che vi spacco la faccia. Appena vi becco in strada, vi ammazzo».

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    IL PROCESSO

    Arrestato per resistenza a pubblico ufficiale, ieri Nicoletti si è ritrovato di fronte al giudice monocratico per la convalida dell'arresto. Il 50enne, difeso dall'avvocato Lara Troiano, ha negato di aver aggredito i poliziotti, ma ha rivendicato, di fatto, il raid presso il minimarket, sostenendo di essere esasperato dal degrado della zona. Una mancanza di decoro, a suo dire, causata dal continuo viavai dei clienti del piccolo alimentari, soprattutto nelle ore serali.

     

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    «Non sono razzista. Gli ho detto che deve smettere di dare da bere agli ubriachi, che poi vomitano per strada di fronte al mio ristorante. Non è la prima volta che succede, mi ero anche rivolto ai carabinieri per questo problema».

     

    A nulla, però, sono valse le sue giustificazioni. La duplice aggressione per il giudice monocratico, che ha convalidato l'arresto dopo aver visionato le immagini riprese dallo smartphone della vittima, sarebbe il sintomo di «un'indole violenta, incontenibile e trasmodante all'ira senza alcun freno inibitorio».

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    Il ristoratore che ha perso la testa, come si legge nel dispositivo, «ha candidamente ammesso la sua volontà, ancora persistente, di danneggiare il negozio del suo dirimpettaio ritenendolo la causa dei mancati guadagni del suo ristorante».

     

    Condannato con rito abbreviato a un anno per la resistenza ai poliziotti, nei confronti del ristoratore il giudice monocratico ha disposto l'obbligo di firma quotidiano presso il commissariato Prati. Per il danneggiamento del minimarket, rischia invece un nuovo processo. Rahman Juwel, che ha riportato ferite giudicate guaribili in quattro giorni, ha già denunciato il suo vicino di strada. Che ora, oltre al degrado, dovrà fare i conti anche con la giustizia.

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