CARMINATI
Beatrice Nencha per “Libero quotidiano”
Alle centinaia di intercettazioni riportate dalla stampa subito dopo i loro arresti, adesso si aggiungono altrettante pagine di verbali di colloqui captati in carcere tra i principali imputati di Mafia Capitale. Le intercettazioni dei colloqui in carcere (esclusi quelli con gli avvocati) di tutti i protagonisti arrestati nell' operazione «Mondo di Mezzo» con l' accusa di associazione mafiosa - da Massimo Carminati a Riccardo Brugia al «benzinaio» Roberto Lacopo fino allo «spezza pollici» Matteo Calvio - sono state utilizzate in modo massiccio dalla Procura per procurarsi nuovi riscontri investigativi.
Il 9 dicembre 2014 la Procura emette il «decreto di intercettazione urgente di conversazioni o comunicazioni» con cui delega al Reparto anticrimine di Roma le intercettazioni audio/video «in occasione dei colloqui che i predetti detenuti avrebbero intrattenuto in carcere con le persone ammesse». Carminati, recluso a Parma, già il 7 febbraio 2015 mette però in guardia la compagna Alessia Marini e il figlio Andrea «sull' elevata probabilità» che siano in atto intercettazioni.
CARMINATI
Un sospetto tanto forte che fa dire al «Cecato», che pure vorrebbe farsi portare le foto di alcuni suoi animali, di non esibirle in carcere né di riferirsi ad essi con i loro nomi («il maiale», «il cinghiale») perché potrebbero essere «interpretate come un codice».
massimo carminati
Ancora, lamentandosi del blocco effettuato sulla pensione della madre della compagna, il Nero si lascia andare ad un duro sfogo contro gli inquirenti: «Ho visto sui mandati di cattura le mogli, le amiche... ma che meritavano un trattamento del genere? Veramente vogliamo parlare che questa era un' associazione mafiosa? Io avrei preferito la banda armata capito? Certo che se non ce se piega, se non se vive in ginocchio nella vita, si vive in piedi sempre, comunque vada... è questa la cosa, gli sputo... gli scaracchio in faccia».
La preoccupazione di essere braccato, anche in carcere, non dà tregua all' ex esponente dei Nar, che sempre con la sua compagna si duole dell' accanimento della Procura: «Pure le comunicazioni con l' avvocato sono registrate, ma a me non me ne frega niente, capito? Invece io quando faccio il processo con l' avvocato, ci devono essere delle cose che devono essere riservate... perché se le sa il pm prima, cioè una strategia processuale quello te la tampona prima...».
MASSIMO CARMINATI
Ma se a Parma i contenuti delle intercettazioni non danno agli inquirenti novità, si rivela «preziosa» una lettera ricevuta in via prioritaria il 18 dicembre 2014 nel carcere di Tolmezzo da Nito Pirone, un detenuto recluso a Saluzzo e «già in passato accostato al Carminati».
MASSIMO CARMINATI DA GIOVANE
Il collaboratore di giustizia Sebastiano Cassia, in un interrogatorio del 21 maggio 2013 e acquisito agli atti del processo, riferisce infatti di aver appreso proprio da Pirone che Carminati, con il quale aveva trascorso un periodo di comune detenzione, «era un punto di riferimento per soggetti votati al compimento di rapine ai danni di istituti di credito, anche in relazione al supporto logistico e operativo, tra cui rientrava la fornitura di armi».
CARLO PUCCI - RICCARDO BRUGIA - FABRIZIO TESTA
Ulteriori intercettazioni riguardano il braccio destro di Carminati, Riccardo Brugia, intercettato il 3 gennaio 2015 nel carcere di Terni a colloquio con la compagna Annalisa Ugazio, dipendente della stazione di servizio di Corso Francia, ritenuta sede operativa dell' associazione: «L' accanimento è tutto per Massimo... quel deficiente de Matteo (Calvio) e Bobo (lacopo Roberto) poveraccio e io, semo tre disgraziati in tutta sta storia» si lamenta Brugia.
matteo calvio lo spezzapollici di massimo carminati 9