Video di Veronica Del Solda’
Orlan: la mostra al MACRO di Roma
Edoardo Sassi per il Corriere della Sera (ed. Roma)
ORLAN MUSEO MACRO
È conosciutissima, nel mondo, come una delle più radicali ed estreme rappresentanti dell' arte contemporanea, soprattutto a causa delle sue «performance chirurgiche».
Quelle vere e proprie operazioni, sia pure un po' folli - medici in sala, ma anche musicisti e attori - con cui dagli anni Novanta diede vita ad auto-metamorfosi ispirate a grandi icone della storia dell' arte tipo Monna Lisa o la Venere di Botticelli. Il tutto ripreso in video.
Ora la francese Orlan - all' anagrafe Mireille Suzanne Francette Porte, nata a Saint-Étienne, classe 1947 - dopo aver ripetutamente modificato il suo corpo (in un intervento, il settimo, si fece applicare due corna di silicone sulla fronte come i raggi divini del Mosè di Michelangelo), ha da tempo intrapreso un cammino di ricerca artistica finalizzato a opere che usano molto la «realtà aumentata» e le tecnologie 3D.
ORLAN MUSEO MACRO
Ed è in particolare questa Orlan versione-futuro - transitata dalla Body Art all' hi-tech - quella che ieri ha intrattenuto il pubblico per l' inaugurazione della sua personale al Macro di via Nizza, una mostra curata da Alessandra Mammì e dal titolo VideOrlan-Technobody (fino al 3 dicembre, martedì-domenica 10-30-19.30).
Capigliatura vertical-monumentale bicolore, abito con catarifrangenze varie, Orlan - sempre appariscente ma meno estrema di un tempo - ha spiegato le caratteristiche di questa sua mostra che molto punta su opere recenti virtual-digitali. Tra queste, Expérimental mise en jeu (2015-2016), videogioco con relativa installazione interattiva presentato per la prima volta in Italia . A questo esprit appartiene anche la serie Self-hybridations , opere di realtà aumentata che partendo dalle maschere dell' Opera di Pechino includono una Orlan versione-avatar che all' improvviso salta fuori dal «quadro» occupando acrobaticamente il telefonino dei visitatori (previo scaricamento di app).
ORLAN MUSEO MACRO
Una componente interattiva e perfino ludica (c' è anche un' opera-bersaglio in cui l' immagine può essere presa a pallettate dal visitatore) caratterizza questa esposizione che nel suo insieme bilancia l' immagine nota di una Orlan dark-madame della Body Art.
Quella che comunque si ritrova - corpo, sessualità, metamorfosi, opposizione alla supremazia maschile, opere vietate ai minori - nella parte più strettamente antologica di questa esposizione che, pur in sintesi, ripercorre l' intera avventura artistica di Orlan, dalle prime sculture fotografiche a oggi: «Non mi interessa la tecnologia a priori - ha detto ieri l' artista - ma al momento la considero il miglior mezzo per dire ciò che voglio dire».
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