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    IN TV SI PORTA LA MONACA (E LA TONACA) – ORMAI GLI ITALIANI GUARDANO SOLO PRETI E SUORE: “DON MATTEO 13” HA CHIUSO LA STAGIONE COL BOTTO, NONOSTANTE L’ADDIO DI TERENCE HILL, SOSTITUITO DA QUEL PESCE LESSO DI RAUL BOVA. PRIMA A INCOLLARE ALLA TV ERA STATA LA SUOR ANGELA DI “CHE DIO TI AIUTI” MENTRE TV2000 HA SCODELLATO “CANONICO”, UNA VERSIONE DI “DON MATTEO” SENZA OMICIDI – NEL REALITY “TI SPEDISCO IN CONVENTO” UN GRUPPO DI SUORE TENTA DI RIMETTERE SULLA RETTA STRADA CINQUE SVALVOLATE E… - VIDEO


     
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    Andrea Fagioli per “Avvenire”

    raoul bova in don matteo 9 raoul bova in don matteo 9

     

    Da "Don Matteo" a "Che Dio ci aiuti", tra repliche e nuove serie un'altra stagione ha visto trionfare dei film-tv con protagonisti religiosi.

     

    Basti pensare che il primo tormentone televisivo è stato il «Pace e bene a tutti» con cui padre Mariano, a metà degli anni Cinquanta, salutava i telespettatori della neonata Rai. Poi, a parte i casi come suor Cristina a The voice of Italy e a Ballando con le stelle, più che i religiosi veri, hanno prevalso quelli delle fiction: da Padre Brown (tralasciando il collega Ralph di Uccelli di rovo) fino al più recente grande successo di personaggi come Don Matteo, nella serie omonima, e Suor Angela in Che Dio ci aiuti, entrambi targati Rai1.

     

    che dio ci aiuti can yaman che dio ci aiuti can yaman

    Preti e suore che in questo momento sembrano tornati particolarmente in auge, sia in tv che al cinema. L'arrivo di Don Massimo a Spoleto, ovvero Raoul Bova al posto di Terence Hill nella tredicesima stagione di Don Matteo conclusa ieri sera, ha fatto il botto in termini di ascolti. E non era scontato, nonostante la lunga e insistita promozione per cui il cinquantenne attore romano ha girato negli ultimi mesi tutti i programmi televisivi da Sanremo in giù.

    un ciclone in convento un ciclone in convento

     

    Alla fine, però, è stato lui stesso come interprete, insieme agli autori della serie, ad azzeccare un personaggio che, pur discostandosi nettamente dal predecessore, è ugualmente credibile e affascinante, nel senso che desta ammirazione non solo per l'aspetto fisico, ma anche per il suo modo di agire e di pensare.

     

    Del resto, lo stesso Bova dice che Don Massimo è il prete che avrebbe sempre voluto incontrare: un amico, una persona saggia, non un saccente, che non cita a ogni costo il Vangelo, ma che ha voglia di sporcarsi le mani, di lottare per la giustizia, di stare vicino alla gente con la sua spiritualità. È un religioso in evoluzione, dai grandi ideali, che ha trovato da adulto nel sacerdozio la sua strada.

    i ragazzi di padre tobia i ragazzi di padre tobia

     

    Il pubblico lo ha accolto con favore facendo felici i fratelli Luca e Matilde Bernabei della Lux Vide, società ormai del gruppo Fremantle, che produce la serie in collaborazione con Rai Fiction. Un successo, dunque, per questa nuova figura di prete che si inserisce in un format collaudato (il mix tra giallo, commedia e buoni sentimenti) a fianco di comprimari ben caratterizzati come il Maresciallo Cecchini interpretato da Nino Frassica e di altri negli ultimi tempi un po' meno convincenti, ma dopo tredici edizioni un cedimento a livello di scrittura è pure ammissibile.

     

    i racconti di padre brown 2 i racconti di padre brown 2

    Intanto altri preti si sono affacciati nei giorni scorsi in altre serie tv, ma non tutti sono come Don Matteo o Don Massimo. È il caso, ad esempio, del prete spacciatore e del prete pedofilo che in modo piuttosto gratuito compaiono sulla piattaforma di Amazon Prime Video in Bang Bang Baby, che racconta una storia di malavita con risvolti da sitcom in un misto di generi e di citazioni che solo come sperimentazione desta un qualche interesse.

     

    A compensare i due ci ha pensato anche il Don Michele di Canonico, in replica nelle settimane scorse su Tv2000, interpretato da Michele La Ginestra, che racconta di un parroco dal volto umano, reduce da una missione in Colombia, che si inserisce con delicatezza e partecipazione nella piccola comunità nostrana che gli è stata affidata diventandone non solo guida spirituale, ma anche portavoce dei problemi quotidiani.

    don luca don luca

     

    E non è il solo religioso in replica. Ne troviamo altri qua e là tra le reti: ad esempio Don Luca con Luca Laurenti su Rete 4 oppure le suore di Un ciclone in convento su Rai 2, senza parlare di RaiPlay dove si possono rivedere anche I racconti di padre Brown con Renato Rascel o I ragazzi di padre Tobia con Silvano Tranquilli.

     

    Tra l'altro da giovedì prossimo rivedremo su Rai1 anche Don Matteo 12 con Terence Hill. Passando dalle fiction ai docu-reality, diciamo che escono sempre bene, televisivamente parlando, le suore di Ti spedisco in convento, giunto alla seconda stagione su Real Time e su Discovery+, che porta cinque ragazze tutto sesso, alcol, cellulari e social, a trascorrere alcune settimane in un istituto religioso (l'anno scorso delle Oblate del Bambino Gesù, quest' anno della Congregazione delle Figlie del Divino Zelo) condividendo la vita e le regole di altrettante suore.

    bang bang baby bang bang baby

     

    Va anche detto che qui, rispetto a docu-reality simili, la finzione è ridotta al minimo, ma soprattutto nel confronto tra stili di viti incompatibili le suore, come detto, escono vincenti e le ragazze (anche se qualcuna interrompe l'esperi- mento anzitempo) mantengono un ricordo positivo di questa convivenza, sia pure dettata da esigenze televisive e quindi di spettacolo.

     

    un ciclone in convento un ciclone in convento

    Alcune di loro, oltre ad ammettere la propria fragilità camuffata dietro false certezze, iniziano a interrogarsi su cosa conta davvero nella vita. Lo fanno perché qualcuno per la prima volta le ha aiutate a farlo, cosa che non succede nelle loro famiglie dove il padre nella maggior parte dei casi è assente e la madre distratta. Rispetto alla prima stagione, c'è stata questa volta da parte delle ragazze un po' di volgarità in più nel linguaggio e qualche esagerazione negli atteggiamenti che in fase di montaggio potevano essere limitate.

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    Passando infine dalla tv al cinema, arriviamo al don Simone di Leonardo Pieraccioni nel film Il sesso degli angeli, uscito nelle sale il mese scorso preceduto dalla notizia della trama che fece storcere il naso a molti: un moderno sacerdote fiorentino, parroco con una chiesa da ristrutturare, che eredita dallo zio libertino una lussuosa e ben avviata casa d'appuntamenti a Lugano, in Svizzera. In realtà, il film, se pur non si possa definire puritano, è tutt' altro che boccaccesco.

     

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    Nel senso che Pieraccioni mette in positivo il sesso, inteso più come gioco che come altro, e al tempo stesso difende la personale scelta di castità del suo personaggio che non cede alle tentazioni. Anzi, almeno in parte don Simone converte e riconverte (quindi anche in senso professionale) le prostituite con tanto di lieto fine. Il vero limite è la debolezza del film, che si ferma alle buone intenzioni. Tra l'altro, contrariamente a quanto si possa pensare di fronte a una pellicola di Pieraccioni, Il sesso degli angeli non fa ridere.

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