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    QUANTO È MICRON, 'STO MACRON - IN VISTA DELLE ELEZIONI PRESIDENZIALI, ARRIVANO BASTONATE DA TUTTE LE PARTI: MOSCOVICI LO DESCRIVE COME "UN POPULISTA CHIC, DELLE ÉLITE, MAINSTREAM" - UN'INCHIESTA DI "LE MONDE" HA RACCOLTO I PARERI DI 110 POLITICI E FILOSOFI CHE L'HANNO CONOSCIUTO DA VICINO: "MA QUALE INTELLETTUALE, HA UN PARTITO CHE NON ESISTE, LA SUA È LA POLITICA DEL VUOTO" - E PER HOLLANDE "È TUTTO E IL CONTRARIO DI TUTTO. UN TRASFORMISTA"


     
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    Mauro Zanon per "Libero Quotidiano"

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    «Emmanuel ha ipnotizzato Hollande, gli ha fatto credere che era di sinistra. Per certi aspetti, non è totalmente di destra. È un populista chic, un populista delle élite, un populista di velluto (...) La soppressione dell'Ena (la superscuola delle élite, ndr) è una mossa populista, cancellare i privilegi di un presidente della Repubblica è populista (...). È un populista "mainstream"».

     

    pierre moscovici pierre moscovici

    Le parole al vetriolo sono del socialista Pierre Moscovici, ex commissario europeo ed ex ministro delle Finanze, il bersaglio degli attacchi, invece, è Emmanuel Macron, attuale presidente della Repubblica francese nonché colui che ha nominato Moscò alla Corte dei Conti.

     

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    Alla faccia della gratitudine, viene da dire. Ma Moscovici non è l'unico personaggio politico a sguainare giudizi velenosi sull'attuale inquilino dell'Eliseo. I giornalisti del Monde Gérard Davet e Fabrice Lhomme hanno appena pubblicato un'inchiesta, Le Traître et le Néant (il traditore e il nulla), che ritrae l'ascensione di Macron alla presidenza della Repubblica, «una successione di tradimenti per arrivare al potere», e «il nulla della République en marche, un partito che nemmeno i suoi sostenitori sanno definire», secondo le parole degli autori.

     

    HOLLANDE HOLLANDE

    Ma il libro, uscito per le edizioni Fayard, è soprattutto una raccolta di testimonianze, 110, di chi ha avuto modo di conoscere da vicino Macron. «L'idea è stata quella di intervistare il maggior numero di persone attorno a lui e di procedere per cerchi concentrici affinché l'investigazione fosse la più completa possibile», ha dichiarato Davet.

     

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    Tra i più spietati commentatori, spicca il predecessore di Macron, François Hollande, che non ne ha mai digerito il tradimento: «È il nulla. È un continuo travestimento. È tutto e il contrario di tutto. È un trasformista!».

     

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    L'economista Jacques Attali, presidente della celebre Commissione per la liberazione della crescita dove Macron mosse i primi passi, nel 2007, ha detto ai due giornalisti che la sua è «la politica del vuoto».

     

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    Le critiche vengono anche dagli insider. Come il senatore Lrem François Patriat, uno dei pilastri della macronia. «La visione di Emmanuel è: nessun partito e una squadra attorno a lui. Abbiamo dunque un movimento che non esiste. Per la gente che cos'è Lrem? Il nulla», ha tuonato Patriat.

     

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    Ma i contenuti più imbarazzanti per l'attuale presidente riguardano le testimonianze di una serie di intellettuali secondo cui dietro le parole altisonanti dei suoi discorsi c'è ben poco di concreto. «Abbiamo incontrato alcuni filosofi e alcuni storici e tutti hanno distrutto la tesi del Macron intellettuale: dicono che il suo è soprattutto facile populismo», ha rivelato Davet.

     

    Nel libro si racconta anche che François Bayrou, leader del MoDem e principale alleato di governo di Macron, rischiò di venire alle mani con Richard Ferrand, attuale presidente dell'Assemblea nazionale. I macronisti, venendo meno a una promessa fatta per le elezioni legislative, offrirono a Bayrou 16 circoscrizioni invece di 114. Per calmare la furia di Bayrou, decisivo per la vittoria delle presidenziali, Macron e i suoi pasdaran si presentarono nella sede del MoDem con un assegno da 4 milioni di euro.

     

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