Rosamund Lewis
Simona Pletto per “Libero quotidiano”
«Gli uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini sono al momento a più alto rischio di infezione da vaiolo delle scimmie». A dichiararlo è Rosamund Lewis, una dei maggiori esperti della nuova infezione che si sta diffondendo soprattutto in Europa, Italia compresa, nonché voce autorevole dell'Organizzazione mondiale della Sanità.
vaiolo delle scimmie uomini gay
Secondo la stessa autrice in un articolo appena pubblicato, è doveroso avvertire la comunità omosessuale perché, allo stato attuale della conoscenza scientifica, i maschi omosessuali sono i soggetti più a rischio contagio. Non si tratta dunque di voler discriminare in base agli orientamenti sessuali, ma di un doveroso allarme che l'Oms ha appena lanciato per cercare di mettere un freno alla crescente diffusione della malattia.
vaiolo delle scimmie
LESIONI CUTANEE
Mercoledì scorso, infatti, l'Oms ha raccomandato agli uomini gay e bisessuali di limitare il numero di partner sessuali per proteggersi dal vaiolo delle scimmie e aiutare in questo modo a rallentare la trasmissione del virus.
Tutto questo è avvenuto dopo le parole lanciate durante una conversazione scientifica pubblicata il 9 giugno scorso sul sito ufficiale della Who (World health organization). In questa occasione, la dottoressa Lewis ha messo in evidenza che i contagi al di fuori dell'Africa avvengono in alta prevalenza nei soggetti omosessuali, poiché questo virus si trasmette attraverso lesioni cutanee, escoriazioni, contatto salivare, liquido seminale, ma soprattutto attraverso rapporti sessuali violenti e non protetti.
vaiolo delle scimmie
Sempre l'esperta del vaiolo delle scimmie, in questo incontro con massimi esperti, ha spiegato che: «Circa il 99% dei casi riguarda gli uomini e almeno il 95% di quei pazienti sono uomini che hanno rapporti sessuali con uomini».
Rosamound Lewis ha anche spiegato che il salto dalla scimmia all'uomo non è stato recente. Il primo caso di infezione fu scoperto nel 1970 in un piccolo bambino del Congo. Ma solo negli ultimi cinque anni c'è stata una rapida diffusione di questa infezione. La cosa più interessante, è che ora si sta propagando in parti del mondo quali Europa e America, finora mai interessate dal vaiolo delle scimmie.
VAIOLO DELLE SCIMMIE
Un virus che provoca un'eruzione cutanea che può essere assai fastidiosa e causare dolore. «La cosa più importante è prendersi cura della pelle e dei sintomi quali dolore e prurito». Infine la Lewis ha ricordato che esistono nuovi prodotti e nuovi vaccini per la cura di questa malattia. Ma attualmente sono ancora poco disponibili, per cui la prevenzione rimane fondamentale.
A rinforzare il messaggio lanciato agli omosessuali dalla Lewis, è intervenuto anche il capo dell'Oms Tedros Adhnom Ghebreyesus. «È fondamentale per le autorità sanitarie pubbliche- ha detto, - coinvolgere le comunità di uomini che hanno rapporti sessuali con uomini per ridurre la trasmissione del virus, e prendersi cura delle persone infette, proteggendo al contempo i diritti umani combattendo lo stigma e la discriminazione».
Vaiolo delle scimmie
E sempre il numero uno dell'Oms «per gli uomini che fanno sesso con uomini, questo include per il momento la riduzione del numero di partner sessuali, la riconsiderazione del sesso con nuovi soggetti occasionali e lo scambio di dettagli di contatto con eventuali nuovi partner per consentire il follow-up, se necessario».
DNA VIRALE
L'Oms non è sola ad evidenziare questa diffusione tra la popolazione omosessuale. In un articolo pubblicato il 21 giugno su New England journal of Medicine, si spiega come avviene il contagio tra gay. I casi accertati in 16 Paesi diversi tra aprile e giugno 2022 erano 528, complessivamente il 98% delle persone con infezione erano gay o bisessuali. In questa serie dicasi, il 95% delle persone presentava eruzioni cutanee, il 73% aveva lesioni anogenitali e il 41% lesioni della mucosa.
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Altro dato importante: il dna virale è stato rilevato in 29 dei 32 uomini in cui è stato analizzato il liquido seminale. Tornando all'Oms, il numero uno ha invitato le piattaforme di social media, le società tecnologiche ele testate giornalistiche a contrastare le informazioni dannose, che non fanno che alimentare l'epidemia.
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