MARIO DRAGHI
PaNa. per "il Giornale"
Un anno fa il presidente del Consiglio Mario Draghi aveva la strada spianata verso il Colle: chiamato a furor di popolo a salvare l'Italia dal disastro economico e sociale era il candidato, senza rivali, per il dopo Mattarella. Destinazione certa: Quirinale. Un anno dopo il quadro è cambiato. Negli ultimi mesi qualcosa si è inceppato. La corsa di Draghi verso la presidenza della Repubblica rallenta. È quasi ferma. Non imbocca la strada giusta. Se avverrà, non sarà per acclamazione. Si cerca un colpevole del flop inaspettato.
funiciello
Si analizzano i passi falsi nella scalata verso il Colle. I malumori hanno un bersaglio preciso. Una fonte del governo, tra i sostenitori dell'operazione Draghi, si sfoga al Giornale: «L'errore è stato quello di affidare le trattative al suo capo di gabinetto Antonio Funiciello». Un errore fatale. Giorgetti o Tabacci sarebbero stati più produttivi di Funiciello. «Come si fa - rincara la fonte di governo - a giocare una partita politica così importante con una guida tecnica».
GIANCARLO GIORGETTI E MARIO DRAGHI
«Un passo falso da dilettante - spiega la fonte al Giornale - quell'auto-candidatura di Draghi in conferenza stampa. In un momento in cui era già in campo l'ipotesi della candidatura di Silvio Berlusconi, leader di un partito che sostiene il governo». Una serie di mosse sbagliate. I contrasti con i partiti di maggioranza mai superati. Una fonte di governo: «Funiciello ha gestito male trattative e rapporti»
Ma soprattutto pare che all'origine dei malumori contro Funiciello - ci sia la scelta (non condivisa dagli altri consiglieri del premier) di non ricucire i rapporti con Conte e Salvini. Eccola la resa dei conti tra i draghiani. Che ora può avere strascichi anche in caso di permanenza di Draghi a Palazzo Chigi. Un affondo duro contro l'eminenza grigia del capo del governo. Funiciello è il braccio operativo di Draghi a Palazzo Chigi.
MARIO DRAGHI
Casertano d'origine, con mille ramificazioni nella Pubblica amministrazione, esperto di comunicazione, il capo di gabinetto del premier non ha gestito in maniera impeccabile le mediazioni con i partiti. Su Draghi sono piombati i veti di Lega e M5s (area Conte). Veti che Funiciello, forse per inesperienza, non è stato bravo a superare. Errori che ora possono costare il sogno quirinalizio di Draghi.
Nella cerchia del premier l'irritazione per la strategia non proprio eccezionale del suo più stretto collaboratore è forte. Draghi si fida di Funiciello. Ha affidato al suo capo di gabinetto tutti i dossier più delicati: Rai, nomine, Servizi. Ma ora a dossier Quirinale chiuso, potrebbero cambiare anche gli equilibri nella scala di potere a Palazzo Chigi.
MARIO DRAGHI GIANCARLO GIORGETTI