Sergio Rizzo per “la Repubblica”
E la casa? L'appartamento in zona signorile, tipo Parioli, a un costo «di non oltre tremila euro» al mese? Beh, quello è anche per «la mia personale sicurezza sanitaria a fronte dell'emergenza Covid-19, che a mio parere sarebbe garantita solo dal soggiorno in appartamento». Dice Domenico Parisi, detto Mimmo, che in più si risparmia. Non soltanto rispetto a un «soggiorno in albergo a 4 stelle» previsto dal "Regolamento spese degli organi".
di maio mimmo parisi
Ma perfino sui costi indicati dal direttore generale. Proprio lei, Paola Nicastro, che non ha voluto bollinare le sue note spese: ma questo, Mimmo Parisi, presidente dell'Anpal, l'ente pubblico che dovrebbe essere l'ariete della rivoluzione grillina nel lavoro, non lo scrive nella lettera con cui il 18 giugno chiede un parere «sulla possibilità di utilizzare un appartamento invece di un albergo».
E lo chiede al presidente del suo collegio sindacale, Stefano Castiglione. Non uno qualsiasi. Bensì un consigliere della Corte dei conti che è anche il capo di gabinetto, ossia il braccio destro, della sindaca di Roma Virginia Raggi: esponente non solo dello stesso partito, il Movimento 5 stelle, ma anche della stessa corrente, quella di Luigi Di Maio, che ha nominato Parisi.
Mimmo Parisi
E che nel collegio sindacale dell'Anpal si ritrova accanto la presidente del comitato di vigilanza del Bioparco di Roma, per nomina del Campidoglio di Virginia Raggi. Volendo proprio evitare i sussurri dei maligni, si poteva fare di meglio. In quella lettera al braccio destro della sindaca del partito che l'ha nominato c'è decisamente qualcosa che non va. A cominciare dal fatto che il presidente dell'Anpal occupa l'appartamento da ben prima che l'emergenza Covid-19 scoppiasse.
Viene così in mente che sia una mossa difensiva nella guerra che ormai è scoppiata da mesi. Almeno dal 4 marzo, come ha raccontato quel giorno per Repubblica Rosaria Amato dando conto di una interrogazione parlamentare che ha sollevato il caso. Su Parisi, nel Movimento 5 stelle, adesso volano gli stracci. Volano all'indirizzo del suo dante causa Di Maio. E come sempre quando ci sono di mezzo i grillini volano su fatti solo all'apparenza marginali.
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Con il campo di battaglia che ormai si è allargato a dismisura. Nel mirino, l'auto con autista da 55 mila euro l'anno e i viaggi in business class per 71 mila euro del presidente dell'Anpal in America, dove ancora ha un incarico all'università del Mississippi. Che poi il vero mistero è perché per mettere uno a capo dell'agenzia statale che dovrebbe studiare il modo di trovare il lavoro ai disoccupati si è dovuto andare a prendere un signore italiano nel Mississipi. O su Marte, sarebbe stato lo stesso. E con quali risultati, poi. Zero.
Mimmo Parisi
Intervistato dal Corriere della sera , lui ha dichiarato: «Non mi fanno lavorare». Sarà. Ma il capo dell'Anpal, 400 persone, è lui. Ed è anche il capo del braccio operativo, l'Anpal servizi. Su per giù un altro migliaio di persone. Che comanda senza nemmeno condividere il minimo potere, essendo l'amministratore unico: che non deve rendere conto delle proprie azioni, nemmeno delle note spese, all'ente Anpal di cui il medesimo Parisi è presidente. Cioè a sé stesso.
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Lo certifica per lettera nientemeno che il presidente del collegio sindacale dell'Anpal Castiglione, in un'arrampicata del 22 aprile scorso. Ma chi, in tutta sincerità, si sentirebbe di questionare se almeno con quelle note spese si portasse a casa qualcosa? Il fatto è che non si è portato a casa nemmeno un fico secco. Di fronte a questo, è troppo anche la spesa di un caffè.
Parisi sarebbe il direttore d'orchestra dei tremila "navigator" assunti da un annetto che dovrebbero accompagnare per mano nel mondo del lavoro i disoccupati beneficiati dal reddito di cittadinanza. Peccato che quei tremila non siano evidentemente riusciti a trovare un posto di lavoro neppure a sé stessi; in più nessuno gli ha ancora spiegato che cosa devono fare.
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Così, al costo per i contribuenti di oltre 70 milioni di euro l'anno, la maggior parte di loro si gira i pollici continuando a incassare lo stipendio. Certo, il momento è difficile, ma nessuno muove un dito. Non lo muove nemmeno un inesistente ministero del Lavoro, dove prima c'era Di Maio e ora è arrivata un'altra grillina: Nunzia Catalfo. Dovrebbe vigilare sull'Anpal, ma che fa? Peggio ancora, la riforma dei centri dell'impiego, che Di Maio aveva giurato essere il pilastro della grande rivoluzione grillina per il mondo del lavoro, è morta e sepolta. Nessuno se n'è mai occupato.
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Anzi, quella in atto è un'autentica controriforma: per dare il reddito di cittadinanza, "l'assegno del divano", si è smontato il meccanismo del cosiddetto "assegno di ricollocazione" che per una volta tanto avevamo copiato nel 2015 da un sistema che funziona, quello della Svezia. «Oggi inizia una rivoluzione nel mondo del lavoro», proclamava Di Maio un anno fa. Di quella rivoluzione restano ora penosamente soltanto le note spese contestate di un signore arrivato dal Mississippi. Triste davvero.