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    PERDIAMO I PETALI - PER I FIORI ITALIANI SI RISCHIA UN CRAC DA UN MILIARDO E MEZZO: RISCHIANO IL LAVORO IN 200 MILA - IL RINVIO DI MATRIMONI, CERIMONIE, FIERE ED EVENTI PUBBLICI HA PRATICAMENTE AZZERATO I RICAVI DELLE 27MILA AZIENDE CHE OPERANO NELLA FILIERA FLOROVIVAISTICA. GLI ISCRITTI ALLA COLDIRETTI ADDOBBANO LE CITTÀ CON BOCCIOLI E CORONE: “ORA SERVONO AIUTI CONCRETI”


     
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    Adriano Bascapè per “Libero quotidiano”

     

    Il coronavirus non risparmia neppure i fiori made in Italy che rischiano un crac da un miliardo e mezzo di euro e la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro. Ad incidere su una filiera molto variegata che va dal chiosco all'angolo della strada fino ai vivai di decine di ettari ciascuno, sono gli effetti indiretti della pandemia, con il blocco di matrimoni, eventi e cerimonie che ha colpito un settore strategico per il Paese.

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    A lanciare l'allarme, ancora una volta, è la Coldiretti, maggi9ore organizzazione di rappresentanza del nostro settore primario che ieri ha presentato uno studio sulla terribile congiuntura di settore, in occasione dell'iniziativa «Ripartiamo con un fiore», che a livello nazionale, da Venezia a Roma, da Milano a Napoli, da Trieste a Palermo, da Lecce a Matera e in molte località turistiche lungo la Penisola, ha portato in piazza il grido di dolore degli operatori che con fiori e fronde hanno realizzato decorazioni artistiche in piazze, strade, panchine, statue, fontane e scalinate ma anche gondole e le tradizionali botticelle romane, per ribadire la voglia di resistere e ripartire per continuare a garantire ai consumatori il meglio della produzione made in Italy.

     

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    Una richiesta di aiuto, sottolinea la Coldiretti, da un settore strategico per l'economia, il lavoro e la qualità della vita messo a rischio prima dalla concorrenza sleale con le importazioni dall'estero e adesso dal crollo delle vendite causato dalla pandemia con il record storico negativo di miliardi di piante e fiori mandati al macero.

     

    SENZA PRECEDENTI

    «Una situazione senza precedenti nella storia dell'Italia», fa sapere l'organizzazione guidata da Ettore Prandini, «visto che per effetto delle misure di sicurezza antivirus e dei timori legati al contagio sono stati rinviati, addirittura al prossimo anno, quasi 60mila matrimoni, ai quali si aggiungono mancate cresime, comunioni, battesimi, eventi pubblici, fiere e assemblee, con la sospensione persino dei funerali e la chiusura dei cimiteri, in un periodo in cui per molte aziende si realizza oltre il 75% del fatturato annuale, grazie anche ai tanti appassionati dal pollice verde che con l'aprirsi della stagione riempiono di piante e fiori case, balconi e giardini».

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    Insomma si è trattato di un vero e proprio tsunami per il settore florovivaistico al quale la pandemia ha creato problemi all'export con blocchi al confine e in dogana di tanti paesi Ue ed extra Ue, cui si sono aggiunti ritardi e difficoltà nei trasporti e nella vendita. Il risultato - precisa la Coldiretti - è stata la perdita di fiori e piante appassiti e distrutti nei vivai in Italia.

     

    A rischio c'è il futuro di un settore chiave del Made in Italy agroalimentare con il valore della produzione italiana di fiori e piante stimato in 2,57 miliardi di euro. Nel comparto» sono coinvolte 27mila imprese con circa 200mila posti di lavoro che ora si trovano in gravissime difficoltà. Il settore ha bisogno di misure urgenti per dare liquidità alle aziende senza la quale non potranno essere avviati nuovi cicli colturali per la ripresa delle attività commerciali normali che si stima, visto l'evolversi dell'emergenza sanitaria e la stagionalità del settore, non avverrà prima di settembre.

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    INTERVENTI URGENTI

    «Per salvare imprese e posti di lavoro sono necessari interventi urgenti e concreti su tutte le scadenze, fiscali e non, per la gestione dei dipendenti e l'accesso agli ammortizzatori sociali. La Coldiretti - ricorda l'associazione - ha chiesto indennizzi a fondo perduto per coprire i danni subiti dalle imprese e garantire la liquidità necessaria a ripartire con i nuovi cicli produttivi, esonerando il settore dal pagamento di imposte e tasse e dei contributi previdenziali e assistenziali per il 2020».

     

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    Un'altra misura auspicata è quella di ampliare il bonus verde, oltre a rilanciare le esportazioni attraverso una adeguata attività diplomatica per la rimozione dei blocchi fitosanitari che ancora sussistono per le produzioni vivaistiche italiane in alcuni paesi. Il mese di maggio si è chiuso con cali di prezzo a due cifre per molte varietà di fiori. Si segnalano ad esempio il -37,5% dell'amarillis, il -27,2 dei crisantemi, il -28,8 delle fresie, il -58,1% dei gladioli e il -42,9% delle ortensie.

     

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