DAGOREPORT - A.A.A. ATTENZIONE ALLA MONETA: RITORNA MINACCIOSA SULLA SCENA GEOPOLITICA DEL MONDO -…
Estratto dell'articolo di Luca Beatrice per “Libero quotidiano”
Prima di diventare arte a tutti gli effetti, la fotografia è stata a lungo la fonte di informazione iconografica sulla carta stampata. Quel meccanismo di accompagnare uno scritto attraverso uno scatto illustrativo fu il principale e più efficace linguaggio della comunicazione.
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Vedere oltre 400 esemplari in uno spazio prestigioso come Palazzo Grassi a Venezia può subito far pensare alla museificazione della foto stessa e invece la mostra che si apre oggi Chronorama. Tesori fotografici del XX secolo è piuttosto l’omaggio a una professione forse decaduta con l’avvento del digitale che ha spinto verso la presa diretta sulla realtà, da quando ciascuno di noi vive perennemente accompagnato da un personale strumento per produrre un numero sempre più indiscriminato e inutile di immagini.
Soggetto è la foto di moda perché François Pinault, proprietario di decine di marchi, tra cui Gucci, Yves St. Laurent e Balenciaga, di recente ha acquisito l’intero archivio fotografico Condé Nast, dove sono raccolte le migliaia di foto pubblicate su Vogue, Vanity Fair, House & Garden, Glamour, GQ, dagli anni’10 agli anni ’70, ovvero dal trionfo dell’Art Deco alla rivoluzione dei costumi post Sessantotto.
mick jagger fotografato da david bailey
Viene da citare la frase di Anna Wintour, storica direttrice di Vogue: «Il giornalismo è arte? Certamente. Ma le fotografie delle riviste sono anche qualcosa di leggermente diverso dall’arte e per questo mi appaiono tanto coraggiose. Raccontare il tempo in cui si vive non è sempre facile. Chi è importante? Cosa è rilevante in questo momento? Cosa sta succedendo davvero? Le risposte possono dare adito a dibattiti infuocati».
Passano in rassegna una carrellata di abiti che dimostra come è cambiata la moda nei decenni, i costumi e i comportamenti in particolare della donna. A una sensualissima Francesca Bertini ritratta su Vanity Fair nel 1919 fa da contraltare il primo seno nudo pubblicato nel 1935 mentre la prima foto a colori è del 1953 e immortala Lisa, la moglie di Irving Penn, sdraiata in un prato mentre legge il “Picasso” di Gertrude Stein.
A proposito di sensualità, il salto qualitativo avviene con Helmut Newton, dove si contempla il passaggio della fotografia nell’arte, con le sue serie più provocanti che facevano impazzire gli editori, incerti se pubblicarli o no per non incorrere negli strali dei censori.
marlon brando in un ritratto di jacob howard
La forza di un ritratto sta certo nella bravura del fotografo ma anche, se non soprattutto, nel viso e nel carisma del soggetto. In questo strepitoso pantheon di celebrities del secolo passato ci compaiono davanti quei volti che hanno fatto la storia - Chaplin, Duchamp, Joyce, Matisse, Hemingway, Beatles e Rolling Stones, Welles, Twiggy, Veruschka- e che per decenni sono stati apparsi sui giornali e sulle riviste che il pubblico conservata e custodiva, tutt’altra storia rispetto al vertiginoso consumo, e per niente selettivo, di immagini nel presente.
jack robinson melba moorefoto di toni frissellpalazzo grassi venezia francesca bertinihelmut newton lisa taylorfoto di david baileyirving pennfrancois pinaultmarlene dietrich in uno scatto di cecil beaton
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