Estratto dell’articolo di Matteo Milanesi per www.nicolaporro.it
paola ferrari
Paola Ferrari, partirei dalle sue origini: la difficile adolescenza, l’abbandono della casa a soli 15 anni, le violenze della madre. Quanto hanno inciso questi eventi nella sua vita professionale?
Hanno avuto un impatto fortissimo nella mia vita emozionale e nella mia crescita emotiva, ma dal punto di vista professionale è stato quasi un bene perché ho imparato fin da piccola a cavarmela da sola. Essendo una bambina ai tempi molto sensibile, ho imparato a difendermi e lottare per le cose importanti della vita.
santanche ferrari
[…] Gli uomini hanno cercato sicuramente di bloccarla, ma lei ha parlato anche di donne.
Esatto, io sono una femminista di destra. Non sono per le quote rosa, anche se ho partecipato a due gruppi parlamentari con il ministro Prestigiacomo delle Pari Opportunità, ma allora c’era una situazione in cui la presenza femminile in Parlamento era al 7,8 per cento: bisognava smuovere le acque.
Un altro tema caldo è la rivoluzione in corso alla Rai, Repubblica parlava di lottizzazione da parte della destra.
Io sono in Rai da 33 anni, quindi ho visto cambi di ogni tipo. Io vengo da una televisione pubblica in cui il primo canale era della Dc, RaiDue del Partito Socialista e RaiTre di quello Comunista. Adesso, in realtà, vedo una pluralità.
E invece cosa ne pensa del “caso” Fazio?
paola ferrari
Secondo me, la trasmissione era un circolo di radical-chic di sinistra, dove si vedevano sempre le stesse facce. Sicuramente, non mi sento di definire sfortunato o bistrattato uno che guadagna 2 o 3 milioni di euro all’anno, dove potrà esprimersi da un’altra parte. […] Su Fazio non verso molte lacrime: ha cercato di portare avanti un’egemonia di pensiero di sinistra in Rai. E l’ho vissuto sulla mia pelle.
Cosa nello specifico?
Questa egemonia l’ho vissuta già dai tempi della diatriba con Ilaria D’Amico. Lei era di sinistra e improvvisamente tutto il centrosinistra creò un personaggio D’Amico, mentre io ero quella brutta di destra. Me ne hanno fatte di tutti i colori: per anni, ho dovuto sopportare body shaming contro di me, solo con l’obiettivo di screditarmi perché di centrodestra.
Cosa ne pensa invece degli addii di Gramellini e Annunziata?
Gli spazi di opinione ci devono essere a 360 gradi e questa dirigenza Rai lo sta facendo. Sinceramente, mi dava più fastidio Fazio. Se vado dall’Annunziata e mi provoca, io posso rispondere, anche litigarci con un dibattito spigoloso. Non mi piace, invece, quando c’è il senso di sufficienza e superiorità che hanno le persone radical-chic. Gramellini e Annunziata sono più persone d’attacco: mi piace molto di più confrontarmi con loro.
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Lei si è detta entusiasta per il cambio di guardia avvenuto alla direzione di RaiSport, dove Jacopo Volpi ha preso il posto della dimissionaria Alessandra De Stefano. Non le piaceva la De Stefano?
Preferisco non esprimermi sulla signora De Stefano, anche perché è una giornalista Rai e giustamente bisogna mantenere un comportamento etico. I fatti parlano da soli, ma non sta a me sottolinearli.
Sono contenta per Volpi perché è un giornalista di razza e una persona di grande dignità, riportando grande armonia. Questa direzione aziendale pensa allo sport come asset determinante per il servizio pubblico. […]
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