
DAGOREPORT – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI…
Foto di Luciano Di Bacco alla presentazione del libro di Renzo Arcore con Lorenza Foschini “E se la vita fosse una jam session?” (Rizzoli)
Paolo Isotta per il “Fatto Quotidiano”
In occasione del trentennale di "Quelli della notte", il Macro di Roma, dal 19 dicembre, dedica una grande mostra a Renzo Arbore ai 50 anni della sua carriera e alla sua collezione unica di oggetti e memorabilia.
Renzo Arbore ha conservato l'accento foggiano sia quando parla italiano che quando parla napoletano: nondimeno, napoletano di studi (la gloriosa Giurisprudenza della Federico II ), è fra coloro che per Napoli hanno fatto di più. Come cantante e uomo di spettacolo; come intrattenitore; e come ideologo.
raffaele la capria saluta renzo arbore
Giacché tutta la sua attività rampolla da un'ideologia: una battuta di spirito vale più di una carica, e per una battuta una carica si sacrifica; il nonsense beckettiano e pinteriano, trasformato in un cazzeggio da eterni fuoricorso (fuoricorso della vita) diviene cosa naturaliter napoletana.
renzo arbore firma il suo nuovo libro
Mi vien fatto di pensare - e forse sono il primo - che qualcosa di simile fa un mio amico del cuore, Ruggero Cappuccio. Questi è un intellettuale (direbbero i catalogatori), regista che da Thomas Bernhard passa a Donizetti e Verdi, romanziere, lettore di Virgilio: eppure l' ultimo suo spettacolo, scritto, diretto e interpretato da lui, in pretto napoletano, Spaccanapoli times, manifesta proprio la stessa Weltanschauung.
Arbore mi riderebbe in faccia se a suo proposito adoperassi questo termine in uso presso i pensosi filosofi: ma siccome significa "visione del mondo" (Giorgio Locchi m'insegnò a preferirgli Weltgefühl, "sentimento del mondo") ecco che il suo cazzeggio da fuoricorso della vita è una Weltanschauung.
renzo arbore saluta simona marchini
Le sue benemerenze verso Napoli ovviamente rampollano anche da tutto quello ch' egli ha fatto per un patrimonio di civiltà quale la canzone napoletana. Oggi io che sono napoletano di lontane origini piemontesi desidero fargli gli auguri perché, nel giorno della vergine siracusana a Napoli veneratissima, egli compie cinquant' anni di radio.
Li rivendica con orgoglio e io sono con lui perché considero non solo la radio superiore alla televisione (i veri intenditori di calcio le partite le seguono per radio, non le guardano sul teleschermo) ma anche il mezzo del futuro.
Or io non posseggo la preparazione per fare di Arbore un ritratto completo; naturalmente ascoltavo Bandiera gialla con devozione: la folgorazione l' ebbi tuttavia proprio da una trasmissione televisiva, Quelli della notte, con la bellissima canzone Ma la notte no, e dalla successiva Indietro tutta.
Arbore riusciva a padroneggiare una cosa improvvisata che, parafrasando quel che Stendhal dice del Finale primo dell' Italiana in Algeri di Rossini, chiamerò une folie organisée et complète.
paolo franchi
pippo baudo saluta renzo arbore
pippo baudo e gianni boncompagni
natalia e giuseppe ayala
Da Frassica a Pazzaglia la passerella era un Teatro dell' Assurdo che avrebbe deliziato Totò e mi auguro abbia deliziato Fellini - penso in ispecie a Roma. Un' idiozia metafisica si susseguiva a idiozia metafisica. Poi c' era il Cacao meravigliao. Capii di trovarmi di fronte alla manifestazione del Genio allo stato puro.
Che un foggiano sia così intriso di spirito napoletano non deve meravigliare: nel Regno straordinaria era la simbiosi fra le provincie e la capitale. Il più grande concittadino di Arbore, Umberto Giordano, che al Conservatorio napoletano si era formato, parlava napoletano persino con Verdi, che di tutti i giovani compositori voleva bene solo a lui.
La sua città, nata fra le mani di Roberto il Guiscardo, ha per protettrice la Madonna dei Sette Veli: che io prego affinché Renzo ci dia almeno altri cinquant' anni di radio, teatro e persino televisione. Nel 2016 si celebra il secondo centenario della morte di uno dei sommi compositori italiani, il tarentino pur esso di scuola napoletana Giovanni Paisiello, sovrano parimenti nel tragico, nel patetico, nel comico, nella musica sacra, in quella pianistica. Voglio ricordare una sua Cantata scenica il titolo della quale sembra fatto per onorare i cinquant' anni di Arbore: La Daunia felice.
dsc 3709
dago e dudu
antonello piroso
casa del cinema
gege telesforo
fabio e lucrezia agnes
gabriella bixio e maurizio riganti
gege telesforo gianni boncompagni e renzo arbore
gianni boncompagni
giuseppe ayala e pippo baudo
i tre pugliesi lino banfi renzo arbore e gege telesforo
invitati
libro presentato
lino banfi (2)
ugo porcelli
pippo baudo e renzo arbore
simona marchini
raffaele la capria (2)
simona marchini e renzo arbore
roberto d agostino marisa laurito e raffaele la capria
lino banfi renzo arbore pippo baudo
lino banfi gege telesforo gianni boncompagni renzo arbore pippo baudo
lino banfi
lino banfi saluta pippo baudo
lorenza foschini renzo arbore e cristina sartori
marisa laurito raffaele la capria e maurizio riganti
lorenza foschini
marco molendini gino castaldo
monica nannini
marisa laurito
maurizio riganti e pippo baudo
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