• Dagospia

    PARI E PATTO – NEWS DAL NEGOZIATO SULLA RIFORMA DELLE REGOLE EUROPEE DI FINANZA: PER L’ITALIA CI SONO BUONE E CATTIVE NOTIZIE. LE PRIME RIGUARDANO LA FLESSIBILITÀ SUI PRESTITI DEL PNRR E SUI FONDI PER LA DIFESA, CHE NON SARANNO TENUTI DI CONTO NEL GIUDICARE L’ANDAMENTO DEL DEBITO PUBBLICO. I GUAI ARRIVANO DALLA “ANALISI DI SOSTENIBILITÀ DEL DEBITO”, CHE SARÀ SFILATA ALLA COMMISSIONE EUROPEA E PASSERÀ A UN “GRUPPO DI LAVORO” CON I RAPPRESENTANTI DEI GOVERNI (I FALCHI SONO GIÀ PRONTI A CHIEDERE LACRIME E SANGUE)


     
    Guarda la fotogallery

    Estratto dell’articolo di Federico Fubini per il “Corriere della Sera”

     

    giorgia meloni giancarlo giorgetti giorgia meloni giancarlo giorgetti

    Da anni le diplomazie finanziarie europee non passavano giornate così intense. Domani a Berlino si vedono Christian Lindner e Bruno Le Maire, ministri di Germania e Francia.

     

    Prima e dopo, quest’ultimo sentirà Giancarlo Giorgetti. In questi giorni anche il ministro dell’Economia italiano sta vedendo vari suoi pari grado europei, a Roma e non solo.

     

    Il lavoro sulla «riforma della governance di bilancio» — le nuove regole europee di finanza pubblica — entra nella stretta finale con alcuni punti fermi e tre numeri mancanti: su debito, deficit e sulle deviazioni accettabili nella dinamica di spesa pubblica. Queste tre caselle da riempire possono ancora fare tutta la differenza, quindi non è certo che entro novembre arrivi un accordo. Ma tutti ci lavorano.

     

    nadia calvino giancarlo giorgetti nadia calvino giancarlo giorgetti

    Fra i punti fermi, nell’ultima proposta di «landing zone» […] fatta circolare dalla presidenza spagnola di turno dell’Unione europea, per l’Italia ce ne sono sia di favorevoli che di impegnativi. Fra i primi, compare un’idea piuttosto dettagliata di come certe spese o certe forme di debito possono ottenere un trattamento più benevolo nel giudizio a Bruxelles.

     

    Si legge nel documento: «Come soluzione transitoria, le spese nazionali affrontate in progetti legati ai prestiti del Fondo di ripresa e resilienza (cioè il Pnrr, ndr) nel 2025 e 2026 saranno prese in considerazione quando uno Stato membro richiede un’eccezione alla salvaguardia che prevede di non rimandare» il calo del debito «sempre che ciò non metta in pericolo la sostenibilità dei conti nel medio periodo».

     

    paolo gentiloni giancarlo giorgetti paolo gentiloni giancarlo giorgetti

    […] Le nuove regole prevedono che il debito pubblico scenda durante periodi lunghi fino a sette anni, a passo regolare […].

     

    Ora, è probabile che nel 2025 e 2026 almeno sessanta miliardi di prestiti del Pnrr entrino nei conti dell’Italia e li peggiorino: dell’impatto negativo immediato di quei fondi sui conti non si terrebbe molto conto nel giudicare l’andamento del debito […]. Si tratta di una concessione vicina a quanto Giorgetti aveva chiesto.

    GIANCARLO GIORGETTI GIANCARLO GIORGETTI

     

    Così anche «l’aumento degli investimenti nella difesa in confronto alla media degli ultimi quattro anni» diventa un fattore di cui tener conto […]  quando si tratta di decidere se c’è un deficit eccessivo e un Paese va messo sotto procedura. […]

     

    Una sfida più seria […] è nella nuova versione dell’«analisi di sostenibilità del debito».

     

    Lì si trova il vero architrave delle regole di bilancio europee oggi in cantiere: i piani di risanamento e riforme su misura per i singoli Paesi si basano su quell’analisi di sostenibilità, […] non […] più affidata alla sola Commissione Ue.

    giorgia meloni con paolo gentiloni giorgia meloni con paolo gentiloni

     

    A Berlino si temeva che il giudizio di Bruxelles fosse troppo indulgente, dunque ci sarà una vigilanza diretta.

     

    L’analisi di sostenibilità passerà da un «gruppo di lavoro dedicato» nel quale entrano anche i rappresentanti dei governi. Si lavorerà su una «metodologia» fondata su fattori quali l’impatto del declino demografico sui conti, il costo degli interessi sul debito e la crescita potenziale di un Paese.

     

    BRUNO LE MAIRE GIANCARLO GIORGETTI BRUNO LE MAIRE GIANCARLO GIORGETTI

    E l’Italia qui è debole su tutta la linea. Ha il costo più alto dell’area euro in interessi sul debito, ha il profilo d’invecchiamento più pronunciato d’Europa, mentre la produttività stagnante fa sì che la crescita potenziale del Paese fra otto anni sia stimata dalla Commissione europea appena allo 0,3%.

     

    Dunque su Roma ci sarà comunque una pressione costante, per molto tempo, perché chi governa prosegua con risanamento e riforme. Sotto le nuove come con le vecchie regole europee.

    GIANCARLO GIORGETTI CHRISTIAN LINDNER GIANCARLO GIORGETTI CHRISTIAN LINDNER

     

    Ma le possibilità di accordo […] dipendono dai numeri. Il tedesco Lindner vorrebbe un obiettivo di deficit dell’1% del Pil, un calo del debito di almeno l’1% l’anno nel medio periodo e una tolleranza ridotta alle deviazioni […]. Parigi per ora resiste.

     

    Ma il francese Le Maire sa che dovrà accettare un compromesso e consulta Giorgetti proprio per evitare un colpo di coda a Roma […]. Del resto per i tedeschi non ci sarebbe niente di più utile di una mezza rivolta italiana contro il patto di Stabilità […]: […] segnalerebbe alla platea degli elettori in Germania che le nuove regole hanno davvero il mordente giusto.

    GIANCARLO GIORGETTI - MATTEO SALVINI GIANCARLO GIORGETTI - MATTEO SALVINI IL RIGORE - VIGNETTA BY GIANNELLI IL RIGORE - VIGNETTA BY GIANNELLI GIANCARLO GIORGETTI - MATTEO SALVINI GIANCARLO GIORGETTI - MATTEO SALVINI GIANCARLO GIORGETTI GIORGIA MELONI GIANCARLO GIORGETTI GIORGIA MELONI

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport