Paola Di Caro per il Corriere della Sera
MATTEO SALVINI E STEFANO PARISI
Silvio Berlusconi lo stuzzica: «Non mi ha portato quello che mi aspettavo». Ma Stefano Parisi tiene i nervi saldi. Scaricato da un giorno all' altro dopo essere stato investito dell' arduo compito di rinnovare e portare acqua a FI, l' ex candidato sindaco di Milano non polemizza: «Mai stato il suo delfino. È lui il proprietario di FI, e ha fatto chiarezza». Però fa notare come il suo obiettivo fosse diverso, e come lo resti ora: non rastrellare «società civile» per avvicinarla al partito, ma costruire «un nuovo contenitore» dove «i liberali, i popolari, i moderati» possano ritrovarsi.
Perché far entrare in FI chi non lo ha mai fatto, o ne è uscito, è praticamente impossibile: «C' è gente che nel partito non verrebbe mai». E serve dunque «cambiare gli schemi, creare qualcosa di nuovo, il mondo come lo conoscevamo non c' è più». Da quando il Cavaliere ha detto che non potrà essere lui il leader del centrodestra, non si sono più parlati. Berlusconi, è la spiegazione che si è dato Parisi, ha preso le distanze, spaventato, quando lui ha alzato i toni contro la Lega: «Ma se andiamo dietro alle ruspe e non alle proposte serie regaliamo il paese alla lotta tra Renzi e Grillo».
BERLUSCONI E STEFANO PARISI
Ma la rottura con Berlusconi non ferma il tour di Parisi che termina su La7 con il Faccia a Faccia da Giovanni Minoli, né sembra scoraggiarlo: «Nessuna legnata, mi ha dato energia. Io vado avanti. Sento un grandissimo entusiasmo attorno a me. La gente, anche dell' area di FI, mi è molto più vicina di quanto possano pensare i vertici, e me lo dimostra in ogni incontro». Fanno notare i suoi come a Torino ad ascoltarlo ci fossero «600 persone, a sentire Brunetta 60». E come nel suo tour arrivino in tanti «amministratori di FI, elettori, persone che votavano di là e ora vogliono solo avere un' altra strada, un' altra speranza».
RENATO BRUNETTA STEFANO PARISI - Copyright Pizzi
Non necessariamente contro FI, ma fuori da lì: «Io non ho intenzione di fare un nuovo partito, lavoro ad un grande contenitore, aperto a tutti quelli che vogliono starci, non faccio alcuna operazione di Palazzo. Non mi interessa siglare patti, tantomeno imbarcare vecchio personale politico. Abbiamo bisogno di forze che vengono da fuori, di energie fresche, gente delle professioni, non politicanti che vivono solo grazie a Berlusconi».
TRUMP
I suoi continui attacchi ai vertici azzurri gli hanno provocato ostilità profonda, ma ancora c' è chi fra gli azzurri non vuole perderlo: «Se mi invitano alle loro convention vado con piacere, come a Fondi o a Pescara». E se non lo faranno più, amen: «Il 90% dei miei incontri sono organizzati da me». Ma si può andare alla guerra senza esercito? «La politica è cambiata, Trump ha vinto senza un partito, per Renzi averlo è un freno. Mi interessa avere dietro la gente, i vecchi schemi non esistono più».