• Dagospia

    1. L'ENERGICO ENDORSEMENT DELLE STAR, DA BEYONCÉ A LEONARDO DI CAPRIO, DA MADONNA A SPRINGSTEEN, NON HA PORTATO FORTUNA A HILLARY CLINTON. EPPURE ANCHE IN ITALIA IL FRONTE DEL SÌ E QUELLO DEL NO HANNO FATTO A GARA PER AGGIUDICARSI IL SOSTEGNO DEI “MORTI DI FAMA” DE’ NOANTRI. E COME GIÀ È ACCADUTO IN POLITICA, IL REFERENDUM SPACCA IL MONDO DELLO SPETTACOLO, DIVIDENDO STORICHE AMICIZIE E COPPIE COLLAUDATE SUL GRANDE O SUL PICCOLO SCHERMO


     
    Guarda la fotogallery

    Monica Guerzoni per il Corriere della Sera

     

    innocenzi travaglio vauro santoro innocenzi travaglio vauro santoro

    L'energico endorsement delle star, da Beyoncé a Leonardo Di Caprio, non ha portato fortuna a Hillary Clinton. Eppure anche in Italia il fronte del Sì e quello del No hanno fatto a gara per aggiudicarsi il sostegno delle celebrities nostrane.

     

    Arte, cultura, cinema e sport schierano i loro campioni, nel nome del cambiamento (e di Matteo Renzi) o in difesa della Costituzione del 1948. E come già è accaduto in politica, il referendum spacca il mondo dello spettacolo, dividendo storiche amicizie e coppie collaudate sul grande o sul piccolo schermo.

     

    Andrea Camilleri ha detto ad Aldo Cazzullo sul Corriere che pur di votare contro una «riforma pasticciata» si sottoporrà a due visite oculistiche, obbligatorie per entrare accompagnato in cabina elettorale. Sulla trincea opposta e in primissima linea si è attestato Luca Zingaretti, che da anni incarna in tv l' eroe di Camilleri, il commissario Montalbano.

    madonna hillary clinton madonna hillary clinton

     

    L' attore romano ha firmato la lettera-petizione dei novanta artisti per il Sì, determinati a superare lo «stallo attuale» e preoccupati all'idea che la vittoria del No possa mettere «una pietra tombale su ogni ulteriore possibilità di cambiamento, per anni».

     

    Con Zingaretti i registi Cristina Comencini, Ferzan Ozpetek, Michele Placido, Gabriele Salvatores, Giovanni Veronesi, Paolo Virzì, gli attori Cristiana Capotondi, Alessio Boni, Silvio Orlando, Stefania Sandrelli, Giulio Scarpati, il cantante Andrea Bocelli, il ballerino Roberto Bolle, il direttore d' orchestra Zubin Mehta.

    GIANCARLO DE CATALDO ANDREA CAMILLERI LUCA ZINGARETTI GIANCARLO DE CATALDO ANDREA CAMILLERI LUCA ZINGARETTI

     

    Il 4 dicembre si troveranno divisi anche il premio Oscar Paolo Sorrentino e Toni Servillo, protagonista di La grande bellezza . Il regista ha firmato la petizione per il Sì, mentre «Jep Gambardella» ha sottoscritto l' appello di intellettuali e artisti «antagonisti». Tra le firme raccolte attraverso la piattaforma Change.org ci sono Fiorella Mannoia, Alberto Asor Rosa, Monica Guerritore, Leo Gullotta, Rosetta loy, Valerio Magrelli, Citto Maselli, Giuliano Montaldo, Moni Ovadia e Marco Travaglio.

     

    tony servillo e paolo sorrentino tony servillo e paolo sorrentino

    L' attore Silvio Orlando ritrova sul fronte del Sì almeno tre registi che lo hanno diretto negli ultimi anni, Salvatores, Virzì e Placido. Separati dalla Costituzione invece Isabella Ferrari e Claudio Santamaria, interpreti del thriller Il venditore di medicine di Antonio Morabito: lei è favorevole alla rottamazione renziana del Senato, lui è convintamente contrario, come lo sono Sabrina Ferilli, Elio Germano, Sabina Guzzanti, Maurizio Crozza, Alba Parietti e Fedez. E qui altri due compagni di set, protagonisti dell' Ultimo bacio di Muccino, si dividono: Santamaria per il No e Stefano Accorsi per il Sì.

     

    travaglio, santoro travaglio, santoro

    Da qui al 4 dicembre altri storici sodalizi sono destinati ad entrare in crisi, pro o contro l' architettura istituzionale immaginata da Matteo Renzi. Il vignettista Vauro, per quanto pieno di dubbi di fronte alla destra «becera e reazionaria» che ha egemonizzato il fronte del No, si turerà il naso e boccerà una riforma «confusa e raffazzonata».

     

    Un tempo Vauro e Michele Santoro condividevano il successo di Servizio pubblico , ma adesso il giornalista è stato arruolato dal comitato «Basta un sì» per aver scritto un post su Facebook in cui invitava amici e compagni a «smetterla con la renzidipendenza dei nostri ragionamenti». Insomma, dopo anni di battaglie comuni Santoro si ritrova dall' altra parte della barricata anche rispetto a Travaglio.

     

    marco travaglio e isabella ferrari marco travaglio e isabella ferrari

    Il divorzio tra il regista del film su Napoli Robinù (azionista del Fatto diretto da Travaglio, ndr ) e uno dei leader del fronte del No ha fatto rispuntare sui siti un vecchio sketch di Geppi Cucciari: «Santoro senza Travaglio è come Brad senza Angelina». E lo stesso Travaglio è stato politicamente tradito da Isabella Ferrari, con la quale ha a lungo condiviso il palco di Anestesia totale .

     

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport