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    “MI SONO MESSO IN MEZZO E MI È ARRIVATO UN CAZZOTTO CHE MI HA ROTTO IL NASO E GLI OCCHIALI” – PARLA IL PROF DI 26 ANNI, VINCENZO GIORDANO, COINVOLTO IN UNA RISSA IN UNA SCUOLA DI CARPI – VENTI RAGAZZI, INCAPPUCCIATI, HANNO FATTO IRRUZIONE NELL'ISTITUTO PER COMPIERE UNA SPEDIZIONE PUNITIVA CONTRO UN ALUNNO - IL RACCONTO: VORREI CONOSCERLI E CAPIRE DA DOVE NASCE TANTA VIOLENZA”


     
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    Estratto dell’articolo di Alfio Sciacca per il “Corriere della Sera”

     

    Vincenzo Giordano Vincenzo Giordano

    Sul viso e sulle braccia porta ancora i segni dell’aggressione. Ma uno dei suoi primi pensieri è per i «ragazzacci» responsabili del raid all’interno della scuola. «Vorrei parlare con loro e cercare di capire».

     

    E cosa gli direbbe?

    «Innanzitutto direi che non mi permetto e non voglio giudicarli. Vorrei solo conoscerli e avere l’opportunità di capire da dove nasce tanta violenza. Vorrei parlare con loro per decifrare le condizioni a contorno che possono portare un ragazzo a ritenere di poter organizzare una spedizione punitiva contro un loro coetaneo all’interno di una scuola».

     

    Vincenzo Giordano, 26 anni, originario di Salerno, è insegnante di sostegno all’istituto «Vallauri» di Carpi (Modena) e non riesce a dismettere i panni di educatore, anche dopo aver rimediato una frattura scomposta al setto nasale, varie ammaccature e trenta giorni di prognosi. A ridurlo così un gruppo di ragazzi che mercoledì scorso, durante l’ora di ricreazione, sono entrati nel cortile della scuola per pestare uno studente dell’istituto.

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    Il prof non ha esitato ad intervenire. Ma in mezzo alla rissa ci è finito lui: uno degli aggressori gli ha sferrato un pugno in faccia e gli ha rotto gli occhiali e il setto nasale.

    Un episodio che ha destato grande allarme. […]

     

    Professore com’è andata?

    «Penso che fossero più di venti e non erano identificabili perché avevano tutti il cappuccio o il passamontagna. Li ho visti quando erano già in cortile che si avventavano su un mio alunno. Il ragazzo preso di mira frequenta la classe dove c’è il disabile che seguo io».

     

    Ma come sono entrati nel cortile della scuola?

    Vincenzo Giordano Vincenzo Giordano

    «Me lo chiedo anche io. Tra l’altro nell’istituto c’è un sistema di videosorveglianza capillare. Il fatto grave è proprio questo: sono entrati sprezzanti sia del personale scolastico, sia e del sistema di sorveglianza».

     

    E poi, cosa è successo?

    «Dopo aver accerchiato il nostro studente hanno cominciato a colpirlo. Avevano anche anelli e braccialetti che utilizzavano come fossero dei tirapugni. A quel punto mi sono avvicinato e ho cercato di separarli. Gli dicevo: “Finitela”, “ma siete pazzi?”. Niente. Allora mi sono messo in mezzo e ad un tratto mi è arrivato quel micidiale cazzotto che mi ha rotto gli occhiali e il naso. Per alcuni minuti sono rimasto stordito. Dopo li ho visti che si dileguavano». […]

     

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    Come si spiega tanta violenza?

    «Non conosco gli aggressori ma penso che siano figli di questi tempi e di questa società. Penso che siano ragazzi che vivono in condizioni di disagio, senza giusti stimoli e figure di riferimento».

     

    Sembra più preoccupato per loro che per lo studente.

    «Ma no... È chiaro che come insegnanti dobbiamo preservare l’incolumità e la crescita dei nostri studenti. Ma dobbiamo anche sforzarci di capire cosa c’è dietro episodi del genere che coinvolgono sempre altri ragazzi».

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    Lei è laureato in ingegneria, eppure fa l’insegnante di sostegno. È un ripiego?

    «Io insegno da quando avevo 19 anni e sono ancora a tempo determinato. Ho insegnato materie tecniche, poi ho optato per il sostegno. Non è un ripiego, ma una scelta». […]

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