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    "E’ DIVENTATO UN FANATICO DOPO UN VIAGGIO IN LIBANO" - PARLA LA MADRE DELL'AGGRESSORE DI RUSHDIE: “CI E’ ANDATO NEL 2018. AL SUO RITORNO ERA INTROVERSO, DIVERSO DA COM'ERA PRIMA. COMINCIÒ A SGRIDARMI, LAMENTANDOSI DI NON AVER RICEVUTO UN'EDUCAZIONE RELIGIOSA DA PICCOLO - VIVEVA NEL SOTTOSCALA, INTERDETTO A ME E ALLE SORELLE. LO VEDEVAMO POCO, DORMIVA DI GIORNO, MANGIAVA DI NOTTE - NESSUNO DI NOI AVEVA MAI SENTITO PARLARE DI RUSHDIE, PRIMA. MAI AVUTO A CHE FARE CON IRANIANI”


     
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    Anna Lombardi per “la Repubblica”

     

    HADI MATAR HADI MATAR

    È stato un viaggio compiuto in Libano nel 2018 a cambiare per sempre Hadi Matar, il giovane di 24 anni che venerdì scorso ha inferto dieci coltellate allo scrittore angloindiano Salman Rushdie, ferendolo gravemente. «Al suo ritorno era introverso, diverso da com' era prima. Era diventato un fanatico», racconta sua madre Silvana Fardos, 46 anni. Anche se non sa spiegarsi cosa sia esattamente successo: «Cominciò a sgridarmi, lamentandosi di non aver ricevuto un'educazione religiosa da piccolo e chiedendomi perché mi preoccupavo più della sua educazione scolastica che della sua anima», ha raccontato al quotidiano inglese Daily Mail.

    hadi matar fermato hadi matar fermato

     

    Spiegando che nella casetta a due piani di Fairview, New Jersey, i loro rapporti erano minimi: «Viveva nel sottoscala, interdetto a me e alle sorelle. Lo vedevamo poco, dormiva di giorno, mangiava di notte. Ora se la vedrà da solo. Io ho due figli minori di cui preoccuparmi, spaventati e arrabbiati per ciò che ha combinato il fratello».

     

    Separata dal marito dal 2004, era stata proprio Silvana a convincere il ragazzo a raggiungere il padre, tornatosene in Libano. Ma il viaggio era andato male: «Si sentiva molto solo con il padre, all'inizio chiamava chiedendo di tornare. Ma rimase lì 4 settimane. Al rientro si chiuse in camera e da allora ha sempre vissuto isolato».

     

    Se in quel mese qualcuno lo abbia adescato e radicalizzato, Fardos non lo sa: «Il più del tempo mi ignorava». Lei è convinta che non sapesse niente dello scrittore: «Non credo abbia letto i suoi libri. E nessuno di noi aveva mai sentito parlare di Rushdie, prima». Insomma, l'Fbi in casa non se l'aspettava: «Ero al lavoro, mi ha chiamato mia figlia, terrorizzata». Di rapporti con l'Iran, neanche a parlarne: «Mai avuto a che fare con iraniani».

    hadi matar l'uomo che ha accoltellato salman rushdie hadi matar l'uomo che ha accoltellato salman rushdie

     

    In effetti, nonostante i giornali conservatori di Teheran abbiano esaltato l'attacco, tramite il ministero degli Esteri gli ayatollah hanno categoricamente negato ogni legame con Matar: «Non lo conosciamo». Aggiungendo però che Rushdie «coi suoi insulti si è esposto all'ira di tutti i musulmani» (affermazione «ripugnante» ha commentato il portavoce del Dipartimento di Stato Ned Price).

     

    hadi matar l'uomo che ha accoltellato salman rushdie hadi matar l'uomo che ha accoltellato salman rushdie

    Chiave sembra essere proprio Yaroun: cittadina conservatrice dove vive suo padre, al confine con Israele, considerata avamposto di Hezbollah, con le foto dei "martiri" lungo le strade e gli stendardi gialli dell'organizzazione un po' ovunque. La famiglia paterna - ci ha provato il Guardian - tace. E pure il sindaco che aveva detto che il ragazzo lì «non ci aveva mai messo piede». Se qualcuno l'ha "arruolato" o se Hadi ha fatto tutto da solo non si sa. Ma certo al centro di Yaroun troneggia un murales con il volto del generale iraniano ucciso da un drone americano Qassem Soleimani. La stessa effige trovata nel suo cellulare.

    salman rushdie salman rushdie

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