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    PARLANDO CON ITALO BOCCHINO DELL’INCONTRO AVUTO CON CARLO RUSSO, ALFREDO ROMEO FA INTENDERE L’ABBOCCAMENTO CON RENZI: “MI HA DETTO HO PARLATO IO CON MATTEO QUESTA È UNA COSA CHE A LEI NON LA TOCCA. HA DETTO ‘QUELLO CHE VIENE AL PRIMO POSTO È CHE LEI, ...È RISERVATO, FA LE COSE FATTE BENE, NON PARLA, QUESTO È STATO VALUTATO’…”


     
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    Dario Del Porto e Conchita Sannino per “la Repubblica”

    ALFREDO ROMEO ALFREDO ROMEO

     

    Carlo Russo, il faccendiere amico dei Renzi, si giocò con l' imprenditore Alfredo Romeo la "carta" di Matteo. Lasciò intendere che il pressing dell' industriale napoletano era arrivato direttamente al premier. È l'ultimo retroscena, al vaglio dei magistrati, che emerge dagli atti depositati a Roma nell' inchiesta sugli appalti Consip che ha portato a Regina Coeli Romeo: accusato di corruzione e ritenuto "capofila" di una "holding criminale".

     

    Indagati con lui, Russo e il padre dell'ex capo del governo, Tiziano, per traffico d'influenze. Un'indagine, condotta in coordinamento tra le Procura di Napoli e della capitale, che è stata segnata da ripetute fughe di notizie, soffiate e addirittura da "anomali interessamenti" dei Servizi: un intreccio di interessi definiti "commistioni quanto meno inopportune".

    INCHIESTA CONSIP - IL PIZZINO STRAPPATO INCHIESTA CONSIP - IL PIZZINO STRAPPATO

     

    "AGG' PARLATO IO CON MATTEO"

    È il 21 settembre 2016. Romeo e l'ex parlamentare Italo Bocchino, suo consulente, vengono intercettati negli uffici romani dell' azienda. La scena è ricostruita nell' informativa del 3 febbraio 2016, ora in mano alle parti e infarcita di omissis. Da quella stanza è appena uscito Carlo Russo, l'«amico di famiglia» dei Renzi. E Romeo informa il fidatissimo Italo di aver avuto rassicurazione proprio dal faccendiere toscano sul fatto che «qualcuno, presumibilmente Tiziano Renzi - annotano i carabinieri del Noe avrebbe parlato con Matteo (allora premier, ndr), di modo da garantire Romeo e proteggerlo».

     

    L'imprenditore si esprime nel suo disinvolto napoletano e così riporta la confidenza: «"Agg' parlato io con Matteo" questa è una cosa che a lei non la tocca». Non solo. Russo avrebbe attribuito all' entourage di Renzi l' altra garanzia: «"Ha detto - riassume Romeo - quello che viene al primo posto è che lei, ...è riservato, fa le cose fatte bene, non parla, questo è stato valutato». È un racconto de relato. Renzi senior, interrogato venerdì, ha respinto ogni accusa. Mentre Romeo, difeso da Francesco Carotenuto e Giovambattista Vignola, sarà interrogato domani.

     

    italo bocchino alessandra necci italo bocchino alessandra necci

    Un intero capitolo di quel fascicolo è dedicato ai rapporti tra Romeo, Bocchino e Russo, in relazione al legame con colui che viene etichettato come lo "spregiudicato" Tiziano: definizione riportata in atti e ripresa dal verbale di audizione di Alfredo Mazzei, il professionista sentito dai pm Woodcock e Carrano a gennaio, superteste che ha svelato a Repubblica la circostanza dell' incontro a tre, «in una bettola romana » tra babbo Renzi, Russo e Romeo.

     

    Il senso restituito dagli accertamenti investigativi è quello di «commistioni se non illegali quanto meno inopportune tra organi dello Stato ed il mondo affaristico imprenditoriale». È un fatto che Romeo abbia incontrato un esponente dei Servizi appena saputo dell' indagine, e dopo aver scoperto un virus-spia sui telefoni.

     

    CARLO RUSSO CARLO RUSSO

    «Le evidenze raccolte scrivono tra l' altro i carabinieri dimostrano i rapporti frequenti tra Bocchino e il mondo dei Servizi (...), anche con personaggi di vertice dell' Aisi». Rientrando a uno dei suoi colloqui, Romeo, definito come «ossessionato dall' incontro avuto» con uno di questi ufficiali, riferisce a Bocchino: «Chist' sa parecchie cose». Contatti pericolosi che si affiancano alle fughe di notizie: stando alle acquisizioni dei pm, il ministro-Luca Lotti e forse lo stesso ex premier erano a conoscenza dell' inchiesta su Consip.

     

    Il presunto patto con Russo e Renzi senior viene rubricato «dal duo Bocchino-Romeo» come un vero «accordo quadro» che prevederebbe una ingente dazione «a Tiziano di 30mila euro », il cui obiettivo restava quello di puntare alla maggior parte dei lotti dell' appalto Facility Management da 2,7 miliardi di euro.

    carlo russo carlo russo

     

    Nel colloquio del 13 settembre 2016, «Romeo fa cenno a una conversazione avuta con Russo, il quale gli avrebbe chiesto: "Ma noi siamo pronti per l' accordo quadro?"». I termini non sono a caso, Romeo la definisce «una polizza assicurativa» per evitare di esser danneggiato nell' appalto. E a Russo spiega come intende «pianificare l' operazione. "Faccio così, mi organizzo mentalmente, e glielo notifichiamo a lui", riferito a Tiziano».

     

    Ma incombe la spada di Damocle del 4 dicembre: referendum costituzionale. Romeo si impegna, o così lascia credere, «per i comitati del Sì». Dice: «Sono vicino alla patria». Ma, sintetizzano gli investigatori, in caso di vittoria del No, «Russo avrà problemi a rispettare gli accordi se cade il governo». Romeo e Bocchino poi fanno cenno alla «cifra di 500mila euro», non si sa per chi.

     

    CARLO RUSSO CARLO RUSSO

    Parlano ancora Russo e Romeo. Il faccendiere dice di avere una «marchetta da chiedergli», una consulenza «per un amico avvocato che si sta impegnando per i referendum». Poi il discorso scivola sull' acquisto dell' Unità e Russo ragiona sulla necessità di nominare un nuovo direttore, evidentemente da concordare con Renzi senior. Russo infatti propone: «Se lei riuscisse a fare l' operazione..e gli dice a Tiziano "Scegliamola insieme la persona da metterci dentro" ed ecco che lui via a quel punto Lei si è fatto un amico per tutta la vita"».

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