Estratto dell'articolo di Paolo Baroni per “La Stampa”
carlo bonomi - assemblea confindustria 2023
Con l'assemblea di oggi all'auditorium del Parco della musica, presente il capo dello Stato Mattarella (che pare possa anche prendere la parola) e quasi tutto il governo, compresa Giorgia Meloni, si chiude il quadriennio di Carlo Bonomi alla guida di Confindustria. […]
Mancano ancora diversi mesi all'avvio delle procedure, visto che solo a gennaio verranno nominati i tre «saggi» chiamati a selezionare i candidati, ma di fatto con oggi parte la corsa. Fallito nei mesi scorsi il progetto dello stesso Bonomi di farsi prorogare il mandato, legittime aspirazioni, ambizioni personali e velleità ingrossano la lista dei papabili.
carlo bonomi - assemblea confindustria 2023
Anche se poi per arrivare all'assemblea generale del prossimo maggio che incoronerà il nuovo presidente si dovrà disporre di almeno il 20% dei voti dei rappresentati nell'Assemblea o dei componenti del Consiglio generale (il 10% per chi intende invece candidarsi nella fase di selezione).
Tre i nomi più quotati, l'attuale vicepresidente con delega all'organizzazione ed al marketing associativo Alberto Marenghi, industriale della carta mantovano (coniugato tra l'altro con la deputata di Fratelli d'Italia Maddalena Morgante) e candidato preferito da Bonomi stesso; quindi l'emiliano Emanuele Orsini, attuale vicepresidente con delega su credito finanza e fisco ed in precedenza presidente di Federlegno, ed il numero uno di Federacciai, il ligure Antonio Gozzi.
Alberto Marenghi
L'idea, dopo i 4 anni certamente non facili di gestione Bonomi, piccolo imprenditore del ramo degli apparecchi elettromedicali, arrivato alla guida di viale dell'Astronomia sfruttando il trampolino di lancio della potente Assolombarda di cui era presidente, è che questa volta il nuovo capo degli industriali non possa essere un «piccolo» e molto probabilmente nemmeno un lombardo per questioni di alternanza, ma anche per la perdita di leadership di Assolombarda e le divisioni tra le varie associazioni territoriali della regione.
Emanuele Orsini
Il profilo ideale dovrebbe essere quindi quello di un industriale di peso, con un fatturato rilevante, a capo di una impresa non solo di successo ma anche innovativa e con una dimensione internazionale, portatore di una esperienza e di una cultura imprenditoriale in grado di affermare e far valere su tutti i tavoli le ragioni dell'industria.
All'inseguimento di Marenghi, Orsini e Gozzi potrebbero essere in tanti. C'è il Veneto, con la varie associazioni territoriali molto attive in questi ultimi mesi, che aspira a farsi spazio. Potrebbe schierare l'attuale presidente regionale Enrico Carraro, la cui azienda di famiglia produce macchine agricole e movimento terra, ma la concorrenza della trevigiana Katia Da Ros, vicepresidente uscente con delega all'ambiente, sostenibilità e cultura, di Barbara Beltrame (vicentina, vicepresidente per l'internazionalizzazione) e del padovano Leopoldo Destro, presidente di Confindustria Veneto-Est e produttore di cavi per l'energia, rischia di produrre l'ennesimo nulla di fatto.
antonio d amato
Valter Caiumi, presidente di Confindustria Emilia Centro (Bologna, Modena, Ferrara), la settimana scorsa, ha candidato ufficialmente la sua regione chiarendo però di non volersi candidare per la gioia di Orsini. Fuori dal «nuovo» triangolo industriale Lombardia-Veneto-Emilia resta poco altro.
In corsa potrebbe esserci l'ex presidente di Confindustria Brescia Giuseppe Pasini (siderurgia), mentre il Lazio, con Luigi Abete (uno dei grandi elettori di Confindustria assieme a Emma Marcegaglia e Luca Montezemolo), propone Maurizio Stirpe, attuale vicepresidente con delega alle relazioni sindacali, industriale nel campo dell'automotive.
Antonio Gozzi
Nel caso dal cilindro non uscisse quel nome di peso in grado di scongiurare il rischio di marginalizzazione di Confindustria lo statuto consente agli ex presidenti di essere rieletti. Potrebbe toccare ad Antonio D'Amato, già alla guida di Confindustria tra il 2000 e il 2004 e molto in sintonia col centrodestra, che però sembra preferire il ruolo di grande elettorale aggregando i voti delle associazioni meridionali, ed è circolato anche il nome di Marcegaglia, a sua volta però indisponibile ad un bis. Pare senza incertezza alcuna.
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