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Pierluigi Panza per “www.corriere.it”
CENTRO CULTURALE FONDAZIONE STAVROS NIARCHOS
La rinascita della Grecia povera di Alexis Tsipras potrebbe avere come simbolo un landmark firmato dagli italiani e finanziato dalla Fondazione dedicata a uno degli uomini più ricchi del mondo.
È il Centro culturale della Fondazione Stavros Niarchos (Snfcc) progettato da Renzo Piano e realizzato dall’italiana Salini-Impregilo, del quale ieri sono iniziati quattro giorni di presentazione. Oggi anche Renzo Piano sarà ad Atene per presentare la monografia su questo lavoro, accompagnato dal direttore del Whitney Museum, Adam Weinberg, e con la presenza di Andreas Dracopoulos, co-presidente della Fondazione.
Se l’inizio della crisi ellenica è rappresentato anche da un museo costruito per le Olimpiadi, quello dell’Acropoli realizzato nel 2009 da Bernard Tschumi — atteso da cinquant’anni e nato con l’intenzione di farsi restituire dall’Inghilterra i marmi Elgin —, il Centro Niarchos potrebbe rappresentare il riscatto. Segno che quando riesce a legarsi ai fenomeni sociali, l’architettura si dimostra una testimonianza culturale capace di simbolizzare, nel bene o nel male, il proprio tempo.
La Niarchos è una delle maggiori fondazioni filantropiche del mondo.Sostiene progetti che mirano a conseguire un duraturo impatto sulla società, specie per bambini e anziani. Stavros Niarchos (scomparso nel 1996), fu lo storico competitor di Aristotele Onassis. È stato uno degli uomini più ricchi del mondo, con amicizie negli Stati Uniti, dove incontrò e sposò la figlia di Henry Ford.
La sua flotta annoverava più di 80 petroliere e il suo patrimonio è stato ereditato dal primogenito, Philip, che nel 2015 guidava la classifica «Forbes» degli uomini più ricchi del pianeta.
Costruito sui terreni del vecchio ippodromo in un’area di 23 ettari, il Centro sorge nel quartiere Kallithea, vicino al Pireo, e rispetta i principi di sostenibilità ambientale. Comprende la Greek National Opera di 33 mila metri quadrati, che include un teatro principale da 1.400 posti e uno spazio sperimentale di 400; un aspetto, quest’ultimo, caro a Piano da sempre impegnato in sperimentazioni teatrali: si ricordi la struttura che progettò per l’opera Al gran sole carico d’amore di Luigi Nono.
Comprende poi la Biblioteca Nazionale, di 24 mila metri, in grado di ospitare 750.000 volumi e un Parco a collina di circa 200 mila metri con 1.500 di edifici (compresa una scuola di danza, ristoranti, spazi ricreativi...).
Un elemento caratterizzante la parte hi-tech è il cosiddetto Energy Canopy, una copertura in ferrocemento che ha una superficie di 10.000 metri quadrati e il peso di 3.500 tonnellate supportata solo da 30 colonnette in acciaio del diametro di 30 centimetri.
CENTRO CULTURALE RENZO PIANO 3
Quasi l’opposto del Partenone, realizzato nel 438 a.C. in occasione delle Panatenee, le cui colonne doriche sono alte poco più di 10 metri con un diametro di quasi due. L’Energy Canopy è poi costituito da 5.560 pannelli fotovoltaici che dovrebbero rendere gli edifici del complesso quasi energeticamente indipendenti.
«È un posto che diventerà spazio di scoperta ed esplorazione per tutti, dove non si celebrano potere o soldi», ha dichiarato Piano. «Innalziamo l’edificio da terra, un’idea infantile e camminando nel parco guardando a sud abbiamo la luce davanti e si creano come ombre cinesi e tutto sembra bello e magico. Non realizzi che stai salendo, ma ti trovi a 30 metri senza accorgertene: scopri Atene scopri l’acqua e finisci davanti alla sala dei concerti».
Questa è una grande sala a ferro di cavallo con balconate. Un altro spazio è l’Agora, «primo posto che incontri, dove ti senti un membro della comunità» e dal quale entri in Biblioteca, che dovrebbe essere una macchina della conoscenza in connessione con il mondo, quello che a Milano non è riuscito con la Beic.
CENTRO CULTURALE RENZO PIANO 1
L’idea che trasmette questo Centro è quella di un luogo accessibile, grazie alla localizzazione e alle enormi lastre di copertura, che caratterizzano altri lavori di Piano, come il Lingotto di Torino. La trasparenza mostra qualche connessione con il Tjuvholmen Art Museum di Oslo del 2012.
Ma il Centro Niarchos è un enorme complesso, un luogo dove la gente dovrebbe sentirsi parte di una casa e di un causa comune: l’ennesima rinascita ellenica. «Un posto dove coltivare la nostra anima», ha dichiarato il co-presidente Dracopoulos che, in una intervista a «Der Spiegel» ha ricordato il programma della Fondazione chiamato «Initiative against the Greek Crisis», che tra il 2012 e il 2015 ha allocato circa 100 milioni di euro in cliniche mobili, pasti scolastici e rifugi per i senzatetto. Dracopoulos ha dichiarato anche di essere favorevole a una tassazione più alta per gli armatori.
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