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    O IL RIMBORSO O LA VITA - PARTONO I RIMBORSI (FINO ALL’80%) AGLI OBBLIGAZIONISTI DI BANCA MARCHE, ETRURIA E CASSE DI FERRARA E CHIETI. MA SULL’ITALIA INCOMBONO I 200 MILIARDI DI SOFFERENZE BANCARIE: LE IMPRESE HANNO INTASCATO E I CITTADINI PAGHERANNO IL CONTO


     
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    Mario Sensini per il “Corriere della Sera

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    Esattamente otto mesi dopo la risoluzione di Banca Marche, Etruria e le Casse di Ferrara e Chieti, decisa dal governo il 22 novembre scorso, partono i rimborsi forfettari per gli obbligazionisti che hanno visto azzerare i loro investimenti. Dal prossimo 22 luglio il Fondo Interbancario di tutela dei depositi, incaricato di gestire il Fondo di Solidarietà creato dalle banche per i rimborsi, comincerà ad accettare le richieste dei risparmiatori.

     

    Potranno ottenere un rimborso dell' 80% del capitale investito, sottratti gli interessi, i possessori di obbligazioni subordinate acquistate direttamente dalle quattro banche ed entro il 12 giugno 2014, purché abbiano un reddito Irpef inferiore a 35 mila euro o un patrimonio mobiliare inferiore a 100 mila euro.

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    Il rimborso, che avverrà entro sessanta giorni dalla domanda, esclude però la possibilità di ottenere il risarcimento dell' intera somma, possibile attraverso gli arbitrati, fermi in attesa dei decreti attuativi del governo. Il termine è scaduto il 30 giugno scorso, e secondo fonti dell' esecutivo il varo dei provvedimenti è imminente.

     

    Potrebbero arrivare già la prossima settimana, insieme al decreto per far partire la Gacs, la Garanzia pubblica sulla cessione delle sofferenze delle banche. Duecento miliardi, 80 al netto delle coperture, che pesano come un macigno sulle banche e sulle prospettive della crescita economica, accumulati soprattutto nei lunghissimi anni della crisi. Anche grazie al peculiare comportamento opportunistico delle imprese italiane, come svela uno studio pubblicato ieri da Bankitalia.

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    Le imprese che hanno rapporti con più banche, si scopre, hanno una spiccata tendenza a ritardare i pagamenti proprio a quelle, tra tutte, più appesantite dalle sofferenze.

     

    In misura maggiore se le imprese sono grandi e nelle aree dove il recupero dei crediti per via giudiziaria è più lento. I debitori, a prescindere dalla loro salute, approfittano delle banche deboli. A tal punto che lo studio suggerisce, in tempi difficili come questi, molta prudenza nella diffusione di notizie sulla fragilità delle banche, che potrebbe accentuare l' azzardo dei debitori.

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